Quando siamo alla prima giornata del girone di ritorno, due gol arrivati alla fine di ciascuno dei tempi di gioco lanciano la capolista Roma che, approfittando del nuovo passo falso della Juventus, vince l’incontro casalingo contro il Pomigliano e porta a 6 i punti di vantaggio sulle bianconere seconde in classifica, facendo un ulteriore scatto in avanti verso la partecipazione alla poule scudetto: apre Serturini con un gran tiro da fuori area allo scadere dei primi 45 minuti e chiude il tap-in di Giacinti a recupero inoltrato.
Un risultato che poteva essere più ampio, ma i guantoni e i riflessi di Cetinja, costretta a 13 parate di cui 8 su occasione, non hanno permesso alla formazione di Spugna di allargare la forbice del divario nel risultato finale ed hanno mantenuto le campane in partita fino alla fine. Nota di merito va anche al portiere giallorosso Ceasar, decisiva nell’unico intervento salva-risultato sul “rigore in movimento” di Verena Amorim al minuto 73.
La Roma vince, eppure non segna a sufficienza e lascia aperto un match dominato sia nei numeri offensivi, che nella disposizione tattica delle calciatrici sul terreno di gioco: il grafico e i dati generali sulla partita mettono in luce il dominio della squadra di casa che sfiora i 22 minuti di supremazia territoriale e conta 37 tiri realizzati, 14 occasioni da gol create e 86 palle giocate nei pressi dell’area di rigore avversaria. In confronto sugli stessi parametri, i dati della formazione campana sono impietosi ed amplificano la portata di questa differenza notata in campo: i livelli di pericolosità offensiva creata dal Pomigliano sono bassi, i minuti di possesso palla fatti registrare in attacco o, quanto meno, nella metà campo avversaria sono solo 3, i tiri messi a segno ma non andati a segno sono 7 e le occasioni da gol sono 2 su un totale di sole 9 palle giocate in zona area.
Lo schiacciamento che hanno tatticamente subito le ragazze di Mister Sanchez emerge anche dai dati individuali: dopo Fusini, prima con 57, è la numero 1 Cetinja ad aver giocato il maggior numero di palloni che, per la cronaca, sono 45, da cui sono scaturite 11 giocate utili. Come dimostrato anche dai flussi di gioco dell’elaborato fornito da Panini Digital, nella formazione ospite la più ricercata è Taty, con 25 palloni provenienti sia dalle giocate dell’estremo difensore che da costruzioni e manovre impostate dal lato sinistro del rettangolo di gioco. Non riuscendo a creare azioni importanti tramite il gioco, le ragazze del Pomigliano hanno contato molto sulle proprie capacità individuali, tentando 28 svariati dribbling nelle più svariate zone del campo, dalla difesa all’attacco, portandone correttamente a termine 16, il doppio rispetto alle capitoline costrette a commettere diversi falli.
Se in termini di costruzione della manovra e di dominio del campo non poteva fare meglio, la Roma poteva e doveva fare di più nel finalizzare quanto creato: nonostante 31 tiri siano arrivati di piede con palla bassa, meno del 50% su 37 totali, nella fattispecie solo 15, hanno centrato lo specchio della porta, 13 sono finiti fuori e 9 sono stati ribattuti o respinti. Se parliamo di precisione nelle conclusioni a rete, nemmeno il Pomigliano figura positivamente, infatti solo una di esse ha trovato lo specchio della porta, e ben 4 sulle 7 complessive sono terminate a lato.