Credit photo: Emanuele Colombo - Calcio Femminile Italiano

Nella quinta giornata di Serie A è andata in scena Napoli – Milan. La partita, disputata al Giuseppe Piccolo di Cercola, è terminata 0-1 per le rossonere che trovano, così, la seconda vittoria consecutiva dopo la partenza con il freno a mano tirato. Decisiva è stata la rete allo scadere, più precisamente al 92’, di Chante Mary Dompig che ha consegnato i 3 punti alle milanesi.

Grazie ai Match Analysis della Panini Digital si nota come la formazione ospite abbia meritato la vittoria, nonostante sia arrivata negli ultimi minuti: l’IVS (Indice di Valutazione Squadra) è infatti superiore per il Milan, 68, rispetto a quello del Napoli, fermo a 32.

Questo dato è confermato, in realtà, soprattutto dalle statistiche del primo tempo di gioco dove, vedremo, le ragazze di Suzanne Bakker hanno imposto totalmente il loro gioco, costringendo le azzurre a rimanere rintanate in difesa. Per esempio il possesso palla e la supremazia territoriale nel corso della prima metà sono entrambe a vantaggio del Diavolo: 33 contro 67 e uno spaventoso 19 a 81 che evidenzia il netto spirito offensivo milanista che, però, non ha prodotto reti. Anche nella seconda frazione i dati suggeriscono più controllo della squadra in trasferta ma in un contesto comunque più equilibrato: possesso palla pari a 44 contro 56 e supremazia territoriale 43 contro 57. Sono impressionanti anche le palle giocate in area dalle due formazioni: infatti, il Milan ne conta 67, mentre il Napoli poco più di 1/3 rispetto a quelle rossonere, 24, di cui solamente 2 precedenti l’intervallo.

Le ragazze di Salvatore Mango sono scese in campo con un 4-4-2 di base che diventava una sorta di 4-2-4. Non bisogna però farsi confondere, se infatti il modulo può suggerire uno spirito offensivo, la realtà dei fatti racconta totalmente il contrario: è vero che i due esterni di centrocampo, Michela Giordano e Ginevra Moretti, hanno avuto una posizione media sulla stessa altezza delle due punte, ma è anche vero che il Napoli giocava in 31,8 metri e tutto dietro la linea del centrocampo, schiacciato dalle manovre avvolgenti delle ospiti; non a caso il baricentro del Milan era pari a 57,9 metri, mentre quello delle padrone di casa era 48,8 metri. Una delle zone di maggiore densità è stata la fascia sinistra, di competenza di Pellinghelli che, infatti, è stata una delle più attive nella formazione partenopea: prima per passaggi riusciti (25), per giocate utili (7) e per palle recuperate (22), oltre ad essere seconda nel numero totale di palle giocate (52, di cui perse, però, ben la metà); inoltre l’asse Pellinghelli – Moretti è stato il più sfruttato dalla squadra della Campania con 9 passaggi diretti dal terzino all’esterno. Dopo l’intervallo, invece, le azzurre hanno avuto un atteggiamento, quanto meno, più coraggioso, e il 4-4-2 diventava, sul campo, un 3-4-3 molto meno difensivo rispetto al primo tempo, nel quale il terzino sinistro, Pellinghelli, si alzava nella posizione di esterno sinistro e l’esterno sinistro, Moretti, diventava un’ala aggiunta. Un posizionamento più deciso che, però, non ha portato al vantaggio delle padrone di casa che, anzi, hanno visto scivolare dalle mani, a pochi minuti dalla fine, anche il punto che stavano strappando nonostante una prima metà totalmente difensiva.

Dall’altra parte, il Milan è sceso in campo con un 4-3-3 di completa proiezione offensiva. Le due ali, Monica Renzotti e Dompig, mantenevano una posizione molto larga in modo da permettere ai centrocampisti di inserirsi alle spalle dei difensori e tenersi molto vicini alla punta centrale, Nadia Nadim, in modo da fraseggiare più facilmente. Assolutamente da evidenziare è anche il fatto che i due terzini, Emma Wilhelmina Koivisto e Angelica Soffia, si siano mantenute molto alte per dare altri, ennesimi spunti per le manovre d’attacco delle ospiti. Nella seconda frazione, le ragazze di Bakker hanno abbassato il loro baricentro e le due ali, Dompig e la subentrata Gloria Marinelli, hanno stretto molto il loro campo di azione, diventando quasi loro le due punte con Nadim a fare le veci di un finto trequartista, con una posizione intermedia tra attacco e centrocampo per fare da sponda alle proprie compagne.

Entrambe le squadre hanno impostato il loro gioco partendo dal basso ma c’è assolutamente da differenziare. Infatti, le padrone di casa, per quanto la percentuale di azioni manovrate da dietro in tutta la partita sia pari a 77,1, non sono riuscite ad imporre il proprio gioco e creare una seria ragnatela di passaggi, rispetto al Milan che ha completato ben 252 passaggi in più (416 contro 668) e ha costruito dal basso per l’89,7% delle volte. E’ corretto andare a sottolineare, però, che questo stile di gioco non ha portato ai risultati sperati dato che poi la partita è stata decisa da una rete arrivata da situazione di corner, nei minuti di recupero.

Nel Napoli le manovre principali vedevano protagoniste, come abbiamo già visto, Pellinghelli e Moretti sull’out di sinistra, le quali si scambiavano il pallone fino a trovare una traccia interna che potesse permettere lo sviluppo dell’azione. A destra, invece, si cercava spesso di velocizzare passando direttamente da Lundorf verso l’interno di centrocampo di destra, Melissa Bellucci: secondo asse più utilizzato con 6 passaggi. Anche da questi numeri, molto bassi, si può capire come le partenopee non siano riuscite a portare avanti una continua rete di passaggi, a differenza delle rivali.
In ogni caso, dunque, i due terzini sono state le due giocatrici principali nel tentativo di gioco napoletano: i dati di Pellinghelli li abbiamo analizzati precedentemente, mentre la sua controparte di destra, Lundorf, è stata prima per palle giocate (53, di cui perse, anche lei, 26) e per passaggi riusciti 25. La più precisa, però, non è stata nessuno delle due perché lo è stata Paola Di Marino con il 67%.

Come abbiamo già potuto constatare, lo stile di gioco del Milan era molto più ricercato. Ancora una volta sono fondamentali i difensori nell’impostazione meneghina. Il centro del gioco era infatti la centrale difensiva Julie Piga che allargava sulla sinistra per Soffia o passava dall’altro centrale, Nadine Sorelli, che, a suo volta, si appoggiava al terzino destro Koivisto; era a questo punto che si ricercava il passaggio tra le linee verso Silvia Rubio che impostava, poi, la manovra offensiva. Non è un caso che Piga sia stata la prima per palle giocate (98!, di cui perse solo 19!), per passaggi riusciti (73, ben 48 in più rispetto alla migliore delle rivali) e per passaggi ricevuti (67), oltre ad essere stata anche la seconda per giocate utili (13) e per palle recuperate (24). Le sue linee di passaggio, con Sorelli e con Soffia, sono state, inoltre, quelle che hanno prodotto più passaggi in entrambi i sensi: tutte due 39. Da evidenziare anche il fatto che Soffia sia stata prima per giocate utili (14), seconda per palle giocate (83) e terza per passaggi riusciti (54) e palle recuperate (20), mentre Koivisto è stata prima per palle recuperate (26) e terza per palle giocate (82). Dati che sottolineano ancora maggiormente quanto la difesa fosse totale protagonista delle azioni rossonere.
Una piccola curiosità: la calciatrice delle ospiti con la più alta percentuale di passaggi riusciti è Emelyne Laurent che ha il 100% di precisione, questo perché ha eseguito un solo passaggio nei sette minuti più recupero in cui è scesa in campo.

Anche le statistiche sulle conclusioni vanno, ovviamente, a confermare la superiorità milanista sulle ragazze di Mango. Il Milan calcia 14 volte mentre il Napoli 8 e solo 2, e mai in area, nella prima frazione. Entrambe le squadre non sono state molto precise dato che le padrone di casa centrano la porta solo 3 volte e le ospiti 4. Interessante è anche il fatto che le rossonere riescano ad effettuare ben 10 tiri dopo un’azione manovrata ma in nessuna di questa occasione sbloccano il punteggio; per vincere infatti serve una mischia scaturita da un corner, tra l’altro solo al 92’, con il tap-in di Dompig che ha cercato 3 volte la via del gol fino ad ottenerlo, ottenendo la prima posizione in questa particolare classifica.

 

Daniele Vitarelli
Nato in provincia di Monza e Brianza. Laureato in Storia e studente di Scienze Storiche presso Unimi a Milano, la mia passione principale, però, è sempre stata il calcio. Sono convinto che il calcio femminile possa diventare una realtà concreta in Italia e il mio obiettivo, oltre a migliorare me stesso, è rendermi utile per la crescita di questo movimento.