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Milan-Juventus, valida per la 18° giornata di campionato, è terminata con il punteggio tennistico di 0-6. Protagonista assoluta della gara è stata Cristiana Girelli, autrice di una tripletta in poco meno di 15 minuti, mentre le altre tre reti sono state segnate da Lisa Boattin, Valentina Bergamaschi e Amelie Vansgaard. Sconfitta agrodolce, comunque, per le padrone di casa perché il Como crolla a Napoli e fallisce l’aggancio in classifica permettendo al Diavolo di mantenere il quinto posto valido per la qualificazione alla Poule Scudetto.

Analizzando la partita con i Match Analysis della Panini Digital notiamo come le ospiti abbiano meritato di vincere: l’IVS (Indice di Valutazione Squadra) è, infatti, stato pari a 35 vs 65.

Gli altri dati ci sottolineano come le rossonere abbiamo comunque cercato di mantenere la propria identità che, però, evidentemente, questa volta non ha portato i frutti sperati. Le ragazze di Suzanne Bakker hanno avuto un leggero maggior possesso palla (56% vs 44%), un baricentro più alto (59,8 mt vs 55,1 mt), una supremazia territoriale maggiore (62% vs 38%), pressing più alto (48,5 mt vs 43,6 mt) e un maggior numero di palle giocate in area (51 vs 36). Lato Milan, tra l’altro, tutti questi numeri sono aumentati da una frazione all’altra evidenziando come la prestazione meneghina sia comunque migliorata con il passare dei minuti come descritto dall’allenatrice, anche se non abbastanza da rendere il risultato più digeribile: possesso palla da 51% a 60%, baricentro da 54,1 mt a 64,1 mt, supremazia territoriale da 51% a 72%, pressing da 42 mt a 54,2 mt e palle giocate in area da 15 a 36.

Il Diavolo è sceso in campo con un 4-3-3 ordinato in cui i due terzini, Emma Koivisto e Valery Vigilucci, hanno mantenuto una posizione più bassa e conservativa rispetto al solito e la mezzala di sinistra, Giorgia Arrigoni, e il mediano, Marta Mascarello, alternavano spesso la propria posizione per tentare di non dare punti di riferimento al centrocampo bianconero, cosa che in realtà non ha ottenuto risultati. Le due zone più dense della prima metà sono state quella di Julie Piga e quella di Monica Renzotti. La centrale di difesa italiana classe 1998 è stata la prima per giocate utili (17) e per palle recuperate (32) e seconda per palle giocate (70); mentre l’ala italiana classe 2005 è stata la più attiva sul fronte meneghino con i suoi tentativi, futili, di scardinare il lucchetto della difesa della formazione di Torino.
Nel secondo tempo il modulo è rimasto il medesimo con un baricentro più alto e con Koivisto e Vigilucci che hanno alzato la loro posizione. La mina vagante è stata Valentina Cernoia che spesso si staccava dalla linea mediana e faceva da raccordo tra Koivisto e l’ala destra, Emelyne Laurent, sull’out di destra: l’asse Koivisto – Cernoia è stato infatti il più attivo del Milan con 11 passaggi completati. Questa zona di campo è stata anche quella più densa nei secondi 45 minuti rossoneri grazie ai tentativi della subentrata francese classe 1998 che, quantomeno, ha tentato di impensierire la Vecchia Signora.

Le ragazze di Max Canzi sono scese in campo con un 3-4-2-1 di spiccata natura offensiva e, infatti, nelle manovre di attacco, il modulo si trasformava in una sorta di 3-2-5 con i due esterni, Boattin e Paulina Krumbiegel, e i due trequartisti, Barbara Bonansea e Sofia Cantore, che si alzavano sulla linea della punta centrale, Girelli: schieramento tattico che ha portato alla realizzazione di 4 gol prima dell’intervallo. La zona con più densità è stata la fascia destra grazie alle continue discese di Krumbiegel, con le quali si è anche guadagnata il rigore per lo 0-3 momentaneo, e per il fatto che sia stata, insieme a Boattin, la più ricercata dalle compagne con 30 passaggi ricevuti.
Anche nella seconda frazione il modulo di partenza è stato un 3-4-2-1, con ancora le posizioni degli esterni e dei trequartisti allineate a quelle della punta, mentre il baricentro è stato più basso in modo da difendere l’enorme vantaggio di 4 gol e sfruttare gli spazi aperti lasciati dal Diavolo per affondare e trovare anche la quinta e la sesta rete. L’area di rigore di Magnin Peyraud è stata la zona più densa a causa dell’aumento del numero di palloni giocati in area dalle avversarie nel corso della seconda metà anche se non hanno mai realmente spaventato la retroguardia juventina.

Entrambe le compagini hanno adottato la partenza del basso: il Milan per il 94,5% (con un aumento del 4,6% da un tempo all’altro, da 92,4% a 97%) e la Juventus per il 93,2%.

Il centro dell’impostazione milanista è stata Mascarello che con il passare delle giornate sta cucendosi addosso sempre di più questo fondamentale ruolo, anche se in questo match le difficoltà sono state elevatissime. Il regista italiano classe 1998 è stata la calciatrice ad aver ricevuto più passaggi (51) e ad aver giocato più palloni (72, come Cernoia), ricercata soprattutto da Piga che verticalizzava direttamente su di lei, da Evelyn Ijeh che giocava di sponda e da Koivisto e Cernoia con le quali ha triangolato spesso per liberare spazio a Renzotti che si faceva assistere dal terzino destro finlandese classe 1992 per poi puntare la difesa avversaria. Non mancava anche la verticalizzazione diretta di Vigilucci su Ijeh per tentare di rompere le linee delle ospiti. Mascarello è stata anche la terza per passaggi riusciti (50) e per palle recuperate (18); la compagna di reparto, Cernoia, è stata la prima per palle giocate, come Mascarello, (72), la seconda per passaggi riusciti (55) e la terza per giocate utili (14). Koivisto è stata invece la seconda per giocate utili (15) e palle recuperate (19) e la prima per passaggi riusciti (56), anche se la seconda per precisione con l’82%: la più precisa è stata Nikola Karczweska che ha terminato con l’86% ma con soli 6 passaggi conclusi nei 4 minuti più recupero a sua disposizione.

L’impostazione della Vecchia Signora partiva dal basso con uno scambio tra la centrale di difesa, Emma Kullberg, e il “braccetto” di destra, Martina Lenzini, che, a questo punto, aveva sempre tre possibili linee di passaggio grazie allo schieramento allineato della punta, degli esterni e dei trequartisti: verticalizzazione su Krumbiegel, Cantore o Girelli. Stessa situazione che si riproponeva quando il pallone era tra i piedi di Eva Schatzer che aveva la possibilità di servire Boattin, Bonansea o Girelli. Non mancavano anche le verticalizzazioni di Mathilde Harviken direttamente su Boattin, asse bianconero più attivo con 9 passaggi completati, che cercava poi sulla propria linea i movimenti del riferimento offensivo. Lenzini è stata la prima per passaggi riusciti (40), la più precisa (82%) e la seconda per palle giocate (48); partita totale invece di Schatzer che è stata la prima per palle giocate (53), per giocate utili (15) e per palle recuperate (30) e la seconda per passaggi riusciti (29). Le due giocatrici ad aver ricevuto più palloni sono state invece Boattin e Krumbiegel (30): dato che sottolinea l’importanza dei due esterni nelle manovre juventine.

Per quanto riguarda le conclusioni non notiamo molta differenza se non nella precisione: le padrone di casa hanno calciato 12 volte, di cui solo 3 in porta, mentre la Juventus 14 volte, di cui ben 9 nello specchio.
Il Milan ha peccato di imprecisione, come spesso accaduto nella stagione, nonostante da dopo la pausa invernale sia migliorato molto sotto questo punto di vista; anche quando ha centrato la porta, inoltre, non l’ha mai fatto con la giusta convinzione por poter impensierire Peyraud. La rossonera ad aver concluso la partita con più tiri è stata Chantè Dompig con 4 tentativi ma zero gol, questo però è esplicativo del fatto che, da subentrata, abbia tentato di dare una sterzata alla prova milanista, insieme all’altra ala, Laurent.
La squadra di Canzi è invece stata molto più precisa e più pericolosa delle avversarie; inoltre tutti i gol sono arrivati all’interno dell’area di rigore: ciò evidenzia la capacità della Vecchia Signora di arrivare facilmente in area sia grazie alle proprie abilità di palleggio, sia forse anche a causa della poca compattezza delle meneghine. Girelli ha trovato la gioia personale 3 volte su 4 conclusioni, un bottino esagerato, Bergamaschi dopo 2 tentativi mentre Boattin e Vansgaard hanno gonfiato la rete con un solo tiro.

Daniele Vitarelli
Nato in provincia di Monza e Brianza. Laureato in Storia e studente di Scienze Storiche presso Unimi a Milano, la mia passione principale, però, è sempre stata il calcio. Sono convinto che il calcio femminile possa diventare una realtà concreta in Italia e il mio obiettivo, oltre a migliorare me stesso, è rendermi utile per la crescita di questo movimento.