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Nella terza giornata del campionato di Serie A abbiamo assistito a Lazio Juventus, terminata con il punteggio di 1-2. La partita, svoltasi allo stadio Mirko Fersini di Formello e diretta da Maria Marotta, è stata decisa dalle reti di Eva Schatzer, Eleonora Goldoni, per il momentaneo pareggio delle biancocelesti, e Sofia Cantore, subentrata al 62’ ed eroina bianconera grazie al gol arrivato all’84’. Con questa vittoria la Vecchia Signora mantiene la testa della classifica, in condivisione con la Fiorentina, a 9 punti a punteggio pieno.

Analizzando la gara tramite i Match Analysis della Panini Digital, notiamo come la partita sia stata pressoché equilibrata e ciò lo si intuisce dall’IVS (Indice di Valutazione Squadra) che risulta essere pari a 47 contro 53.

Il sostanziale equilibrio in campo è sottolineato anche dalla percentuale del possesso palla, 51 a 49, e dal baricentro che è stato simile per entrambe le formazioni (55,8 m per la Lazio e 57 m per la Juventus). Anche la supremazia territoriale suggerisce questo concetto: infatti i dati parlano di 48% contro 52%, un leggero aumento lo si vede solo nel secondo tempo da parte delle ospiti che salgono a 54%, mentre le padrone di casa si fermano a 46%: forse anche grazie a questo spirito offensivo leggermente maggiore la Vecchia Signora è riuscita a trovare il gol vittoria.

Le ragazze di Gianluca Grassadonia hanno approcciato il match con un 3-5-2 atipico: la mezzala sinistra, Flaminia Simonetti, assume infatti una posizione più avanzata rispetto alle compagne di reparto, con Louise Danneman Eriksen che la va a sostituire sulla linea di centrocampo. Dunque sembra essere quasi un 3-4-1-2 con Simonetti che si mantiene molto di più sull’out di sinistra dove, infatti, si nota molta più densità, e non è un caso che da quella fascia arrivino il 75% dei cross della Lazio. Alta densità presente anche nella zona di Megan Jane Connolly, il fulcro dell’impostazione laziale. Il secondo tempo ci presenta una squadra di casa ancora con un 3-5-2 di base che sembra, però, trasformarsi in un 3-5-1-1 o in un 3-4-2-1, a seconda della posizione di Simonetti (mezzala o trequartista di sinistra); l’altra posizione a cambiare è quella della punta Noemi Visentin che si abbassa molto per venire a cucire il gioco, lasciando Martina Piemonte come unico riferimento offensivo.
Simonetti è stata dunque la chiave del gioco biancoceleste e non è un caso che sia stata la seconda per palle giocate (54), passaggi riusciti (36) e giocate utili (11), oltre alle 15 palle recuperate che la rendono la terza migliore delle sue compagne in questo ambito.

Dall’altra parte, la squadra di Max Canzi è scesa in campo con un 3-4-2-1 nel quale Cristiana Girelli e Amalie Vansgaard erano molto strette ad Alisha Lehmann, unica punta, per permettere le sgroppate in fascia di Barbara Bonansea a sinistra e, soprattutto, di Lindsey Thomas a destra. L’out di destra è stato infatti il teatro dell’80% dei cross bianconeri e notiamo anche come fosse molto elevata la densità in quella zona. Da sottolineare è anche la posizione di Viola Monica Calligaris, nettamente più bassa rispetto agli altri difensori, quasi fosse un libero. Nella seconda frazione la Juventus è passata al 4-2-3-1 con il terzino sinistro Valentina Bergamaschi molto alta, sulla linea dei due interni di centrocampo: in questo modo si andavano a creare tre linee da tre dietro alla punta centrale Cantore (terzino destro, centrale di difesa di destra e centrale di difesa di sinistra; interno di centrocampo di destra, interno di centrocampo di sinistra e terzino sinistro; ala destra, trequartista e ala sinistra).Entrambe le formazioni hanno impostato le proprie azioni partendo dal basso, tentando di attirare l’avversario per poi colpirlo nel momento in cui avesse lasciato degli spazi: le azioni partite da dietro sono, infatti, l’86,3% per la squadra di casa e l’84,9% per le ospiti. Questi numeri sarebbero potuti essere ancora più alti se nella seconda frazione non ci fosse stato un aumento dei lanci a scavalcare il centrocampo dettati dalla volontà delle due compagini di aumentare la velocità nella ricerca del gol vittoria, poi trovato dalla Juventus all’84’ con Cantore: si è passato dal 6,8% al 22,8% per le biancocelesti e dal 7,7% al 22,2% per la Vecchia Signora, valore triplicato.

L’impostazione della Lazio era affidata a Connolly, centrale di difesa, e anche a Federica D’Auria, braccetto di sinistra. L’azione trovava sfogo spesso sulla sinistra grazie alla posizione, come abbiamo visto, poco prevedibile di Simonetti, molto mobile tra le linee. La numero 20 delle padrone di casa era il regista offensivo e dai suoi piedi partivano palloni diretti all’esterno o subito verso le punte, per questo venne spesso cercata e trovata da Connolly: questo asse è stato quello più attivo tra tutte le ragazze di Grassadonia (10 passaggi di Connolly verso Simonetti). La centrale di difesa è stata protagonista di una partita totale: prima per palle giocate (59), per passaggi riusciti (44) e per giocate utili (14), e la seconda per palle recuperate (16), dietro alla sola D’Auria che ne ha recuperate ben 22. Da evidenziare è il fatto che la giocatrice ad aver ricevuto più passaggi è stata Martina Piemonte (41), ella è stata anche la seconda per palle giocate (54), a pari con Simonetti, ma di queste ne ha perse ben 36.

Il centro del gioco juventino era, invece, senza dubbio, Cristiana Girelli: che la palla ce l’avesse il portiere, i difensori o i centrocampisti poco importava, doveva essere ceduta al trequartista che poi l’avrebbe gestita negli spazi stretti dell’offensiva della squadra di Canzi. Non è un caso che ella sia, per distacco, la giocatrice bianconera ad aver ricevuto più passaggi (40, ben 13 in più rispetto alla seconda, cioè Thomas). Oltre a lei è stata fondamentale anche la solita Sara Gama: il loro asse è stato il più attivo, con 10 passaggi diretti dal difensore al fantasista e sono state, rispettivamente, la seconda e la prima per palle giocate (53 a 65), passaggi riusciti (30 a 38) e per giocate utili (10 a 13, Girelli a pari con Peyraud Magnin). Gama è stata anche la migliore nel recupero dei palloni, ben 36. Non bisogna farsi sfuggire anche la prestazione di Eva Schatzer che, oltre ad aver firmato la rete del momentaneo 0-1, è stata molto coinvolta nella manovra come raccontano i dati sulle palle giocate, terza con 43, e sui passaggi riusciti, terza con 26, oltre al suo apporto anche in fase difensiva con 20 palle recuperate, dietro solo a Gama, di un’altra categoria.Per quanto riguarda i tiri, la Lazio, pur calciando meno, 9 contro le 13 della Juventus, riesce a centrare la porta più volta della rivale (7 a 4) ma, evidentemente, ciò non basta, dato che le ragazze di Grassadonia gonfiano la rete solo una volta: la laziale che cerca la via del gol più volte è Goldoni che riesce a trovare la gioia personale con un totale di 3 tiri.
Nelle ospiti la calciatrice più attiva sotto questo punto di vista è Girelli che calcia 3 volte senza mai trovare la rete, a differenza di Cantore che regala i 3 punti all’allenatore Canzi, a sé e alle sue compagne a 6 minuti dal 90’, dopo essere subentrata al posto di una spenta Lehmann che ha cercato il gol meno volte della compagna che l’ha sostituita, nonostante il maggior tempo concessole dal mister.
Considerato, tra l’altro, che la partita sia stata molto equilibrata era praticamente scontato che questa venisse decisa da un episodio, o da una parte o dall’altra: il gol decisivo di Cantore è arrivato, infatti, da un calcio piazzato.

Daniele Vitarelli
Nato in provincia di Monza e Brianza. Laureato in Storia e studente di Scienze Storiche presso Unimi a Milano, la mia passione principale, però, è sempre stata il calcio. Sono convinto che il calcio femminile possa diventare una realtà concreta in Italia e il mio obiettivo, oltre a migliorare me stesso, è rendermi utile per la crescita di questo movimento.