La seconda giornata del campionato di Serie A ha visto scendere in campo Juventus e Como al Lamarmora-Vittorio Pozzo ed è terminata con un pirotecnico 4-2. La partita, diretta dall’arbitro Maksym Frasynyak, che ha visto vincere le bianconere, proietta la Juventus a 6 punti a punteggio pieno con 10 gol fatti in 2 partite, considerato il 3-6 in casa del Sassuolo alla prima giornata, mentre il Como resta a 3 punti dopo il debutto vincente contro il Milan.
Andando ad analizzare la gara tramite i Match Analysis della Panini Digital notiamo come la Juventus abbia meritato di guadagnare i 3 punti, infatti l’IVS (indice di valutazione squadra) è di 62 a 38 per le padrone di casa.
Nonostante il baricentro delle due squadre fosse simile in entrambi i tempi (55,7 a 55), notiamo come la Juventus abbia tenuto maggiormente il pallino del gioco, con il 59% del possesso palla, e una supremazia territoriale nettamente superiore rispetto ai lagunari (61% a 39%). Anche il pressing della formazione piemontese è stato leggermente maggiore rispetto agli ospiti, anche se essi l’hanno aumentato nel corso del secondo tempo per tentare di ritrovare il pareggio dopo il 3-2 firmato da Valentina Bergamaschi: è infatti passato da 35,3 a 40. Nonostante questo è stata però la Juventus a trovare per due volte la via del gol nella seconda frazione, dopo il parziale di 2-2 all’intervallo, grazie ad una pericolosità offensiva che non è andata a scemare con il passare dei minuti e che, anzi, è aumentata: le palle giocate in area dalla squadra di casa sono passate da 25 a 34 da un tempo all’altro.
Le ragazze di Max Canzi hanno iniziato il primo tempo con un 3-4-3 ordinato senza variazioni tattiche. E’ nel secondo tempo che il modulo sembra variare in un 4-3-3 nel quale l’esterno di sinistra, Bergamaschi, diventa il terzino sinistro, riuscendo a trovare la via della rete nonostante la posizione più arretrata, e il braccetto destro, Emma Nanny Kullberg, diventa terzino destro. Notiamo come la densità di gioco ci suggerisca che le bianconere abbiano mantenuto molto il possesso del pallone sulla fascia destra nel corso della seconda frazione e ciò è evidenziato anche dal fatto che Kullberg sia la prima per passaggi completati (58), anche se percentualmente è la seconda delle giocatrici di movimento dietro alla sola Krumbiegel (74% a 76%), per passaggi ricevuti (42) e per palle giocate (77) di cui perse “solo” 19.
Le ragazze di Stefano Sottili si schierano, invece, con un 4-3-1-2 nel quale il terzino destro Alia Guagni tiene molto alta la sua posizione, praticamente sulla linea del trequartista Zara Kramzar, autrice del momentaneo 0-1 dopo soli quattro minuti. La zona di Guagni è stata quella con più densità, per quanto riguarda il Como, e non è un caso, nonostante il totale sia stato solo pari a 7, che il 71,4% dei crossi sia partito dall’out di destra. Nel secondo tempo le lagunari hanno cambiato la loro disposizione tattica con un 4-3-2-1 con Kramzar e Nadine Nischler, autrice del 2-2, molto strette e vicine alla punta centrale Sarina Bolden con l’obiettivo di aumentare il peso offensivo che, però, non ha prodotto reti. Da sottolineare è anche la grande densità, in entrambe le frazioni, all’interno dell’area di rigore del Como che va ad indicare, ancora una volta, la produzione offensiva della Juventus.Entrambe le squadre hanno approcciato la partita con un palleggio da dietro utile per tentare di attirare le avversarie e trovare spazi per proseguire l’offensiva, il dato delle azioni manovrate dal basso sottolinea ciò: 87,8% per la Juventus e 83,7% per il Como. Se, generalmente, le palle lunghe sono state poche nel corso della partita, la squadra di casa le ha comunque più che raddoppiate nel secondo tempo (7,5% nel primo e 18,3% nel secondo) probabilmente per sfruttare la difesa delle ospiti che sarebbe potuta essere più scoperta a causa della ricerca del pareggio.
La formazione piemontese impostava con i tre difensori e i due esterni, attuando un palleggio estenuante che spesso terminava con uno sfogo sulla sinistra verso Chiara Beccari. Non è un caso che le assi Kullberg-Gama e Cascarino-Bergamaschi siano quelle con il maggior numero di passaggi (12) e che Kullberg, Sara Gama e Estelle Cascarino siano le prime per palle giocate, passaggi riusciti, palle recuperate e, in realtà, anche per palle perse. Se Kullberg l’abbiamo già analizzata; Gama è la prima per palle recuperate (31) ma anche per palle perse (25), mentre è la seconda per palle giocate (65). Cascarino è invece sempre seconda: passaggi riusciti (40), palle recuperate (25) e palle perse (21); si è resa però molto utile anche in fase offensiva considerato il fatto che sia la prima per giocate utili (15).
Importante è sottolineare che la Juventus sia stata anche in grado di sfruttare maggiormente le capacità individuali delle proprie interpreti: è fondamentale trovare lo spunto anche nell’uno contro uno quando non si riescono a trovare spazi con il gioco di squadra. I dribbling completati dalle ragazze di Canzi sono infatti 20, mentre dal Como solo 4.
L’impostazione del Como era invece affidata a Berta Bou Salas che girava palla dal basso o cercava direttamente la verticalizzazione verso Elisa Del Estal. Poco coinvolto il mediano Dominika Conc che probabilmente aveva compiti più difensivi. In avanti, il gioco della squadra di Sottili si concentrava su scambi tra le mezzali e il trequartista per poi riversarsi verso gli attaccanti, infatti la punta Sarina Bolden è stata la prima per passaggi ricevuti (36) e Kramzar la prima per palle giocate, 54, di cui ben 35 perse (prima per palle perse). La partita di Bou Salas è stata completa in entrambe le fasi: prima per passaggi riusciti (30), anche se in percentuale solo settima, e per palle recuperate (22), seconda per palle giocate (53) e per giocate utili (12).
Nonostante il punteggio di 4-2, è stato il Como a calciare più volte: 13 contro le 12 della Juventus. Ciò che ha fatto veramente la differenza è stata la precisione e la capacità di arrivare al tiro in area di rigore, infatti le piemontesi hanno calciato 9 volte in area ottenendo 3 gol e, in totale, ha centrato la porta 10 volte. Le lagunari hanno tirato nello specchio solo 5 volte e solo 3 da dentro l’area di rigore, senza considerare il fatto che le due reti siano arrivate dagli sviluppi di calci piazzati: ciò sottolinea la sterilità offensiva del Como.
Nelle piemontesi a cercare la via del gol più volte è stata Paulina Krumbiegel con 3 tiri, nonostante sia entrata solo nel secondo tempo al posto di Lindsey Thomas, mentre nella squadra di Sottili, Kramzar e Nischler hanno tirato 4 volte a testa, trovando entrambe la rete.