Photo Credit: Emanuele Colombo - Photo Agency Calcio Femminile Italiano

Nella 3° giornata della Poule Scudetto si è giocato il terzo Derby di Milano stagionale. I primi due, giocati all’Arena Civica e a San Siro, erano terminati entrambi 1-1 e così anche il terzo finisce in parità ma in modo molto più spettacolare: il punteggio finale è 3-3 con l’Inter che passa in vantaggio 3 volte e si fa raggiungere altrettante. Per il Biscione le marcatrici sono state Marija Milinkovic, Michela Cambiaghi e Tessa Wullaert, mentre per le ospiti ci sono stati due autogol, rispettivamente di Milinkovic e di Beatrice Merlo, e la rete di Evelyn Ijeh. Le padrone di casa dunque, pur riuscendo ad accorciare sulla Juventus, non sfruttano totalmente la caduta casalinga della capolista e si portano a -10.

Grazie ai Match Analysis della Panini Digital possiamo notare che la partita sia stata abbastanza equilibrata con un leggero sbilanciamento verso le nerazzurre: l’IVS (Indice di Valutazione Squadra) è infatti pari a 58 a 42.

Analizzando anche le altre statistiche possiamo accorgerci della leggerissima supremazia della formazione di casa: possesso palla pari a 55% contro 45%, baricentro pari a 57,6 mt contro 54,1 mt (l’Inter lo ha avuto maggiore nel secondo tempo con 62,2 mt contro i 46,7 mt delle avversarie e il Diavolo maggiore nel primo con 60,5 mt contro i 52,5 delle rivali), supremazia territoriale pari a 55% contro 45% (differenza che è stata fatta nella seconda metà quando le ragazze di Gianpiero Piovani sono arrivate al 69%), pressing pari a 51,4 mt contro 42,8 mt (anche in questo caso la differenza c’è stata dopo l’intervallo: 59,9 mt contro 35,9 mt) e palle giocate in area pari a 69 contro 44, con le 8 occasioni per la squadra di casa contro le 5 per le ospiti.

Il Biscione è sceso in campo con un 3-4-1-2 di partenza che si trasformava in una sorta di 4-2-3-1 con il “braccetto” di sinistra, Elisa Bartoli, e l’esterno destro, Merlo, che erano rispettivamente il terzino sinistro e quello destro mentre l’esterno sinistro, Annamaria Serturini, che si alzava sulla linea della trequartista, Lina Magull, e di Wullaert che da seconda punta agiva da esterno alto di destra. Le zone con la maggiore densità sono state le due fasce alte e la trequarti interista dalla quale iniziava la manovra che comprendeva anche il portiere Cecilia Runarsdottir: non a caso le due assi più attive sono state quelle da Ivana Andres a Runarsdottir e dalla stessa Andres a Katie Bowen con 9 passaggi completati.
Anche nel secondo tempo il modulo di base è rimasto il 3-4-1-2 che però si modificava in un 3-5-2 e con dei cambiamenti nelle posizioni: il “braccetto” di destra, Bartoli, tendeva molto a prendere la parte centrale del campo diventando quasi la mezzala destra mentre l’esterno sinistro, Chiara Robustellini, agiva effettivamente da “braccetto” di sinistra portando Andres più centrale e Milinkovic “braccetto” di destra; a questo punto era l’interno di sinistra, Henrietta Csiszar, a comportarsi da finto esterno sinistro, dato che ha continuato a calpestare comunque le zone centrali del campo. Proprio per questo motivo la zona più densa della seconda metà nerazzurra è stata la fascia opposta, cioè quella destra, occupata da Merlo.

Le ragazze di Suzanne Bakker, invece, erano schierate con un 4-3-3 che vedeva la posizione della punta centrale, Ijeh, spesso molto vicina ai centrocampisti e che quindi trasformava il modulo in una sorta di 4-3-1-2 con Ijeh trequartista e le due ali, Monica Renzotti e Chantè Dompig, che attaccavano la profondità diventando le due punte; oltre a ciò, come sempre, le posizioni dei due terzini, Emma Koivisto e Valery Vigilucci, erano molto alte mentre le due mezzali, Giorgia Arrigoni e Valentina Cernoia, giocavano molto vicine al regista, Marta Mascarello, per permettere di dialogare con scambi brevi per poi scatenare la rapidità degli attaccanti. Le zone con la più alta densità sono state la trequarti rossonera e quella avversaria a testimonianza degli scambi stretti tra le centrocampiste e il riferimento offensivo.
Nella seconda frazione il modulo di partenza è stato un 4-2-3-1 che si trasformava più in un 4-1-4-1 con Mascarello vertice basso ed Ijeh ed Arrigoni sulla stessa linea leggermente più avanzata; è da sottolineare la posizione molto alta dell’esterno destro, Emelyne Laurent, rispetto alle compagne di reparto e a quella molto più bassa dei terzini rispetto ai primi 45 minuti. Una delle zone con maggiore densità è stata l’area di rigore di Laura Giuliani a causa dei 43 palloni giocati in area dalle avversarie e dalla solita partecipazione del portiere italiano classe 1993 alla costruzione milanista: è stata infatti la seconda per giocate utili (13).

Per la maggior parte delle volte entrambe le compagini hanno manovrato partendo dal basso anche se, almeno per quanto riguardo il Milan, le percentuali si sono abbassate, soprattutto nel secondo tempo: 88,1% per l’Inter e 77,1% per il Diavolo (prima metà: 81,5%, seconda metà: 73,4%).

La costruzione della squadra di Piovani era caratterizzata da una manovra avvolgente che iniziava da un giro palla basso tra il portiere, Runarsdottir, e i difensori centrali per poi passare dai centrocampisti o andare direttamente verticale dalle due punte Wullaert e Cambiaghi. Quella delle padrone di casa è stata una manovra totale che comprendeva tutte le componenti della formazione con l’obiettivo di scardinare un Milan ben organizzato. Questo possiamo anche capirlo dal fatto che sono ben 3 le giocatrici ad essere state più ricercate dalle compagne: Andres, Bartoli e Csiszar con 33 passaggi ricevuti. Sono assolutamente da evidenziare 3 prestazioni: Andres è stata la prima per passaggi riusciti (45), la seconda per palle giocate (59) e per precisione passaggi (la più precisa è stata Magull con il 79%) e la terza per giocate utili (13); Bartoli è stata la prima per palle giocate (68) e per giocate utili (19) e la seconda per passaggi riusciti (40) e per palle recuperate (19, come Merlo); Milinkovic, oltre al gol e all’autogol, è stata la prima per palle recuperate (23), la seconda per giocate utili (14) e la terza per palle giocate (59) e per passaggi riusciti (38).

Il centro dell’impostazione rossonera è stato senza dubbio il regista, Mascarello, che riceveva da Julie Piga e dai due terzini, Koivisto (asse più attivo con 10 passaggi completati) e Vigilucci, e si assumeva il compito di trasformare il giro palla in una manovra offensiva spesso servendo in verticale Ijeh; l’altra possibilità per i due terzini era proprio quella di verticalizzare direttamente sulla punta centrale svedese classe 2001, sempre abile nel proteggere palla e lavorare di sponda. Non a caso la prestazione del regista italiano classe 1998 è stata maiuscola: prima per palle giocate (77), per passaggi riusciti (46), per passaggi ricevuti (51) e per giocate utili (16) e terza per palle recuperate (20). Da sottolineare sono anche le prestazioni di Piga e di Koivisto: il difensore italiano classe 1998 è stata la prima per palle recuperate (26), la seconda per palle giocate (59) e la terza per passaggi riusciti (32); il terzino destro finlandese classe 1994 è stata la prima per precisione passaggi (68%, come Arrigoni), la seconda per passaggi riusciti (39) e per palle recuperate (22) e la terza per palle giocate (57).

Le padrone di casa hanno calciato 10 volte di cui 6 in porta, trovando la rete in 3 occasioni. Tutte le conclusioni sono arrivate da dentro l’area di rigore, la metà su azione e l’altra da calcio piazzato: questo dimostra la capacità interista di rendersi pericolose in diversi modi, anche se stride il fatto che non abbia mai provato a concludere da fuori. Le giocatrici ad aver tentato più volte di trovare la via del gol sono state le due punte, Cambiaghi e Wullaert, che hanno tirato 3 volte con 1 rete mentre a Milinkovic è bastato un tentativo.
Dall’altra parte il Diavolo ha calciato solo 6 volte, di cui 3 in porta, riuscendo a trovare comunque 3 gol. È da evidenziare il fatto che nel conteggio dei tiri non sono contati gli autogol che hanno permesso al Milan di riprendere le avversarie per 2 volte, prima del definitivo pareggio di Ijeh. Questo non elimina l’effettiva pericolosità e cinismo che le ospiti hanno mostrato in questo match: sempre più in crescendo anche in questo particolare. La giocatrice ad aver concluso più volte è stata proprio la punta centrale svedese classe 2001 che ha trovare 1 rete con 3 tentativi.

Daniele Vitarelli
Nato in provincia di Monza e Brianza. Laureato in Storia e studente di Scienze Storiche presso Unimi a Milano, la mia passione principale, però, è sempre stata il calcio. Sono convinto che il calcio femminile possa diventare una realtà concreta in Italia e il mio obiettivo, oltre a migliorare me stesso, è rendermi utile per la crescita di questo movimento.

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