La 1a giornata di Campionato, attraverso i Match Analysis della Panini Digital, ci ha regalato il “derby” capitolino terminato con il risultato di 2 a 2. Andando ad analizzare più nel dettaglio cosa ha generato questo pareggio notiamo, nonostante un indice di valutazione di squadra (IVS) leggermente in vantaggio per la Roma (58 contro 42) una ottima gestione del gioco da parte delle padrone di casa.
Al Mirko Fersini, infatti, la squadra di Gianluca Grassadonia ha avuto una netta parità sul volume di gioco, mantenendo il possesso di palla e sviluppando un numero di palle giocate al pari delle Campionesse d’Italia in carica.
La qualità del gioco, resta a Alessandro Spugna che ha capitalizzato 395 (59% del match) su 276 (pari al 41%) dei passaggi riusciti.
La Roma con il suo baricentro alto, sui 62.9 mt. (contro il 47.1 della Lazio) ha quindi avuto una supremazia territoriale maggiore (14’ 37” su il solo 5’ 51” delle avversarie) producendo di più in termini di ricerca della profondità e di passaggi bassi utili nella metà campo avversaria.
La Lazio, dal canto suo, ha saputo sfruttare meglio la ricerca della profondità con passaggi lunghi a scavalcare la metà campo e cambi di gioco sviluppando di più la zona di sinistra.
La pericolosità, in fase offensiva, ha dato numeri più positivi alle giallo rosse: con 96 palle giocate, su 48 delle blu celesti, la % d’attacco alla porta porta il 61.7% contro il 54.6% anche se in termini di efficacia la Lazio dimostra più precisione ( 37.5% contro il 16.7%). Questo è il dato che scrive ed evidenzia la mancanza delle Campionesse d’Italia a gestire la gara, dopo i novantasei minuti di gioco, in modo preciso e costante. Le 10 occasioni delle capitoline sono state neutralizzate dalle padrone di casa in modo impeccabile oppure è mancata la freddezza della scorsa stagione nel colpire a rete le avversarie.
Certamente il tempo per effettuare un Campionato ad ulti livelli, come chiesto da mister Spugna c’è senza ombra di dubbio (essendo alla 1° giornata) un dato certamente positivo per il Movimento è questa Lazio vista in campo che dimostra buon gioco e tanta costanza, sebbene deve regolare la difesa a non concedere (allo scadere) la possibilità al tiro a rete.
Il 3-5-2 di Grassedonia, del primo tempo, con Piemonte e Le Bihan uniche punte hanno dato più concretezza nella centrale con sette giocatrici a lavorare palla sui 31 metri e questo ha generato molta difficoltà alla Roma a superare mediana cercando la profondità di campo. Spugna con il suo collaudato 4-3-3 ha trovato le sue punte sempre marcate strette, fatto salva la rete del vantaggio iniziale, e non avendo spazio a sufficienza per triangolare sotto porta.
Dei 21 tiri a rete della Roma, infatti, ben 12 sono stati da fuori area (contro gli 8 da dentro area e uno da centro porta) generati su azoni chiuse da azioni individuali più che da squadra. La Lazio ha prodotto solo 12 tiri a rete (di cui 4 nello specchio della porta) con meno precisione ma sostanzialmente ha generato un pareggio giusto e tecnicamente raggiunto con le giuste metriche calcistiche
La più dinamica, in campo, è stata D’Auria che con i suoi 40 passaggi riusciti 8pari al 66% del gioco) ha svolto un ruolo importante per la squadra blu-celeste. Le compagne Belloumou e Le Bihan, oltre ai retropassaggi a Cetinja sono state le giocate vincenti. La stessa numero 27 è anche la migliore in campo per i tiri a rete (2 insieme a Goldoni, Le Bihan e Piemonte).
Tra le giallorosse la più ritmi, in senso di passaggi riusciti, vediamo che Minami sembra la giocatrice che ha prodotto più gioco: 61 delle sfere transitate tra i suoi piedi sono andate a buon fine con il 86% dei passaggi utili riusciti. Manuela Giugliano resta la giocatrice che più a provato a colpire le avversarie con ben 10 tiri verso la porta laziale, contro i soli 2 di Giacinti, Glionna, Greggi e Minami. Le undici di Alessandro Spugna hanno trovato gioco, forse con poca precisione alla finalizzazione, oppure con un attacco ancora troppo chiuso rispetto allo scorso anno.