La strada per tracciare un percorso sempre più felice per le ragazze che scelgono di giocare a calcio non passa solo dalle apparizioni in televisione.
Il primo macigno che una donna deve spostare arriva prestissimo: quando andiamo nelle scuole a proporre attività ludiche incontriamo bambini di 5 anni che hanno già toccato per centinaia di ore il pallone con i piedi e bambine che non lo hanno ancora mai sfiorato.
Questa pietra che ostruisce il cammino diventa più grosso ogni anno che passa. Una bambina che si diverte a giocare a calcio deve accettare molte condizioni per praticarlo: essere spesso l’unica femmina in un gruppo di maschi; spogliarsi da sola in un’altra stanzina mentre i coetanei imparano la vita stupenda di spogliatoio; a volte combattere in famiglia perché “il calcio ti trasforma in un maschiaccio” oppure “il calcio ti farà venire le gambe grosse”. Per resistere bisogna avere una determinazione di ferro e spesso un talento fuori dal comune.
Noi pensiamo che la promozione del calcio femminile sia innanzitutto costruire una comunità, un ambiente, dove al campo possano arrivare anche bambine non fenomenali, allo stesso modo in cui le nostre scuole calcio sono piene di bambini non fenomenali che si divertono, migliorano e crescono come sportivi e come uomini.
La prima sfida è così rendere accessibile la scuola calcio a tutte le bambine che abbiano la curiosità di provare.
Per far questo ci sembra che occorra fare uno sforzo in due direzioni: strutture e cultura.
1) Le bambine devono trovare degli spazi adatti alle loro esigenze. Questo vuol dire che non possono allenarsi negli spazi che avanzano dalle attività maschili e cambiarsi in infermeria o nello spogliatoio dell’arbitro. Servono campi e spogliatoi.
2) Trasformare la mentalità maschilista che non cessa di produrre stereotipi e barriere per le bambine che giocano a calcio. È un lavoro paziente, che parte dal campo di calcio ma che deve arrivare nelle scuole, nei giardini, fino a dentro le case.
È in quest’ottica che ieri siamo contenti di aver compiuto un piccolo passo avanti: al torneo “Ripartiamo insieme per lo sport” organizzato dall’ASD Poggibonsese Calcio Invicta per la categoria “Esordienti” la Florentia San Gimignano è scesa in campo con una squadra mista di bambine e bambini, che naturalmente giocava a calcio proprio come le altre squadre.
È una cosa che, anche se probabilmente è tra le prime volte che accade in Italia in partite ufficiali di questa categoria, va trattata senza scalpore e sensazionalismi, perché può e deve diventare naturale.
Credit Photo: Florentia San Gimignano