Per la rubrica “A pranzo con l’Ospite” abbiamo avuto il piacere di intervistare in esclusiva Alice Pignagnoli. La classe ’88 da qualche giorno ha visto uscire “Volevo solo fare la calciatrice” il libro (Edizioni Minerva) che la calciatrice presenta cosi: “Il libro è uscito la scorsa settimana. Sono entusiasta di questo progetto dove si racconta della bambina che ero, che sognava di essere una calciatrice. Questo sogno, a metà degli anni ’90, non era la cosa più comune per una bimba”.
In “Volevo solo fare la calciatrice” spazio quindi alla giovane Alice poi arrivata in Serie A, dove ha vinto anche un campionato con la Torres: “Si parla della mia scalata e di tutti questi anni su un campo, con i tanti ostacoli che può trovare una bimba che ha questo sogno. Lo reputo un racconto di molte giovani che hanno iniziato a giocare a calcio per passare poi alla maternità e alla vita giornaliera di tutte le mamme lavoratrici con paura e timori di conciliare le due cose”.
L’estremo difensore nato a Reggio Emilia, che nel 2020 è diventata mamma di Eva per poi tornare in campo a 100 giorni dal parto, sulla recente pubblicazione poi confessa: “Non avrei mai immaginato di pubblicare un libro, anche se mi è piaciuto sempre scrivere ed il tutto mi ha dato molta gioia. Ho iniziato a buttare giù i miei pensieri, dopo il parto, un po’ per gioco fino a ritrovarmi la chiamata di “Edizioni Minerva” con l’idea di farmi scrivere quello che in realtà già avevo iniziato a fare. Ho mandato cosi i primi capitoli che sono piaciuti ed hanno dato inizio a questo lavoro”.
Presente anche un passaggio firmato da Laura Giuliani che la Pignagnoli rimarca con enorme gioia: “Nel libro anche la prefazione di Laura Giuliani, con la quale ho giocato a Como qualche anno fa e sono rimasta in contatto. Vista la stima reciproca è stata naturale coinvolgerla in questo progetto, anche perchè in molte cose ci somigliamo. Il suo inciso nel libro mi rende molto orgogliosa”.
Donne e pallone, cosa suggerire oggi ad una bimba? Alice a riguardo non ha dubbi: “Consiglierei di giocare a prescindere, ho superato tante difficoltà che mi hanno portato a diventare quello che poi sono. Non è stato facile, ma considero questo percorso una grandissima palestra di vita. Oggi la situazione è un po’ diversa, dico sempre di lasciare giocare liberamente le bambine per scoprire poi quante risorse possono trovare loro stesse ad inseguire le loro passioni”.
Sul futuro, invece, la promessa di Alice, laureata alla Iulm di Milano ed in attesa del secondo figlio, è chiara: “La volontà di tornare in campo il prima possibile c’è. Si tratta di un desiderio che ho per me stessa, so che non sarà facile per diverse motivazioni come la difficoltà logistica di poter trovare una squadra, magari di B, avendo comunque due bimbi piccoli. Sono determinata a trovare una soluzione, e nel caso non trovassi la possibilità di poter dimostrare il mio valore alzerò bandiera bianca. Ad oggi voglio provarci e mettercela tutta per arrivare a questo obiettivo”.
La chiusura dell’ ex portiere, tra le altre, di Milan, Napoli, Como, Genoa e Cesena e sul passaggio al professionismo: “Si tratta di un momento importante per il nostro movimento ma non basta. Sicuramente è difficile poter estendere il professionismo, perchè questo deve basarsi su degli equilibri economici, ma si può essere allargata la possibilità di avere dei diritti. Non è possibile dedicare una vita al calcio e poi ritrovarsi senza alcuna tutela. Anche le categorie nazionali, che magari non sono la Serie A, devono avere uno stipendio minimo e una serie di diritti che spesso latitano”.