Il Monterosso vuole fare una storica tripletta quest’anno. Infatti, le biancazzurre di Massimo Vezzali, dopo la vittoria in campionato e della fase lombarda di Coppa Italia Eccellenza, vogliono centrare anche il titolo nazionale del torneo di categoria, dove domani sfideranno in finale a Roma la formazione sarda della Tharros. Per questo tutte le calciatrici daranno tutto per quest’ultimo atto stagionale, in particolar modo da Sofia Nervi, centrocampista classe ’99 che veste da cinque anni la maglia biancazzurra. La nostra Redazione ha raggiunto Sofia, che in passato ha militato nel Brescia e nell’Orobica, per risponderci ad alcune domande.
Sofia cosa significa per te essere una calciatrice?
«Per me essere una calciatrice significa esprimere la mia passione principale».
Chi ti ha fatto scoprire la passione per il pallone?
«Ero all’asilo e avevo una maestra che anche lei era una calciatrice, e quando ci portava al parco mi faceva giocare a pallone con loro. A fine anno sulla pagella mi ha scritto “Vai a giocare a calcio”, perciò mi sono iscritta nella squadra del mio paese e da lì non più emesso di giocare».
Come hai capito di essere una centrocampista?
«Quando ho iniziato a giocare inizialmente mi piaceva segnare, anche se mi piaceva andare a prendere palla dalla difesa e non aspettarla in attacco, cosa che mi ha portato a sviluppare le mie doti tecniche in mezzo al campo».
Tu, in passato, hai indossato le divise del Brescia e dell’Orobica. Cosa ti hanno dato queste due maglie?
«Il Brescia è stata la mia prima squadra femminile, dopo sono entrata a dieci anni per poi lasciarla a diciassette, ed è stata una bella esperienza, perché mi ha dato tanto a livello umano, con una società molto organizzata che credeva molto nel Settore Giovanile. Dopo sette anni, sono andata all’Orobica e, sebbene sia rimasta lì per poco tempo, sono approdata per la prima volta nelle grandi, ed è stata una bella sfida».
Da cinque anni sei al Monterosso. Ti aspettavi di essere una delle pedine importanti di questa squadra?
«Ero approdata al Monteorsso, dopo aver preso un anno di pausa, perché conoscevo alcuni dirigenti ed alcune ragazze, trovando un ambiente molto bello ed accogliente. In questi cinque anni, però, non sono stata molto attiva, perché studiando all’Università ho avuto due esperienze all’estero, ma questa stagione sono stata molto presente, e devo dire che è stato bello raggiungere i risultati che abbiamo ottenuto».
Tra calciatrici che hai incontrato al Monterosso in questi cinque anni, c’è una che ti ha colpito più di tutte?
«Sicuramente Denise Alemanni, perché ha dei piedi buonissimi, una visione di gioco e nella fase difensiva non molla di un centimetro».
Parliamo di questa stagione, dove è arrivata la promozione in Serie C con la vittoria del campionato, il successo nella fase lombarda di Coppa Italia Eccellenza e la finale nazionale del torneo. Avresti mai pensati di fare questo percorso?
«Ad inizio anno sapevamo di avere delle buone possibilità di fare bene, ma i campionati e le Coppe sono da giocare e da vincere, soprattutto perché c’erano altre formazioni che volevano fare meglio rispetto all’anno scorso. Ma noi abbiamo puntato molto sulla forza del gruppo e sulla voglia di rivalsa, e questo ci ha portato a centrare questi risultati».
A chi dedichi questi risultati arrivati quest’anno?
«Questi successi le dedico alle mie compagne e per Veronica Volonterio che in questa settimana si è fatta male durante l’allenamento».
Domani c’è la finale nazionale di Coppa Italia Eccellenza contro la Tharros. Che partita ti aspetti?
«Personalmente non conosco molto la Tharros, ma mi aspetto una squadra decisa a vincere il trofeo, ma da parte nostra cercheremo di fare il meglio, abbiamo la giusta preparazione e quella giusta paura che ci sprona a fare bene».
Come lo reputi il campionato di Eccellenza Lombardia appena concluso?
«L’ho reputato squilibrato, per via dei valori tra le prime sette del torneo con quelle di medio-bassa classifica, e questo ha fatto venire un po’ meno la bellezza del campionato».
Come stai vedendo il calcio femminile italiano?
«Lo sto vedendo in crescita, penso che l’arrivo delle squadre maschili abbiano dato una mano alla visibilità del movimento, ma c’è ancora molto lavoro da fare sulle categorie inferiori come la Serie B e la Serie C».
Tra poche settimane inizierà il Mondiale. Secondo te dove arriverà l’Italia?
«Mi auguro che arrivi il più lontano possibile. Le ragazze che ci andranno hanno una fortissima convinzione e la preparazione sta migliorando grazie agli strumenti tecnici e alle strutture».
Com’è la tua vita fuori dal rettangolo di gioco?
«Sono laureata in Ingegneria Gestionale, ma ho iniziato a studiare in Scienze Motorie, e faccio supplenza in alcune scuole come insegnate di matematica».
Cosa c’è nel tuo futuro?
«Per il mio futuro calcistico spero di impegnarmi sempre al meglio, continuare a giocare e raggiungere i miei obiettivi. A livello personale spero di esprimere le mie idee e conoscenze in ambito lavorativo».
Cosa vuoi dire alle tue compagne del Monterosso in vista della finale di domani?
«Andiamo a goderci questa esperienza al massimo, di vivere bene ogni singolo momento e di coronare l’ultimo sogno da realizzare quest’anno».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’ASD Polisportiva Monterosso e Sofia Nervi per la disponibilità.