Cattiveria agonistica e fame di vincere. Ecco quello che ha messo in campo Silvia Carraro nell’ultima di campionato contro l’Unterland Damen. L’esperta centrocampista gialloblù parla dell’importanza di giocare ogni partita con maggior voglia di vincere che, abbinata alle qualità tecniche della squadra, sarà fondamentale per poter concretizzare il bel gioco creato dalle gialloblù contro l’Unterland.
Nell’ultima di campionato, contro l’Unterland Damen (0-0, ndr), è stata una delle più grintose in campo: il tecnico le chiede di caricare la propria squadra?
«L’allenatore cerca sempre di infondere carica e determinazione, ma poi sta ad ognuna di noi riuscire a tirar fuori la cattiveria agonistica e la fame necessarie per poter far bene in campo. Da sempre il mio modo di giocare comprende il lato dell’incitamento e dell’aiuto verbale: così facendo riesco a caricare me stessa e le mie compagne».
La Fortitudo spesso gioca bene e subisce pochi gol, ma fa anche fatica a segnare e a portare a casa i tre punti: come mai secondo lei?
«Noi ci prepariamo alle varie partite e lavoriamo sugli schemi e sui movimenti da eseguire in campo, però spesso le migliori giocate arrivano dall’estro e dalla reciproca conoscenza delle giocatrici. Occasioni per segnare ne abbiamo ad ogni partita, dobbiamo solamente imparare a conoscerci meglio e continuare a lavorare con costanza e perseveranza. Poi sono sicura che prenderemo confidenza con il gol».
Finora le vittorie sono arrivate in trasferta: sentite meno pressione nel giocare fuori casa?
«Gioco a Mozzecane da pochi mesi, quindi per me ora è difficile fare una distinzione tra casa e fuori casa. Personalmente non trovo nessuna differenza, e credo che nemmeno per le mie compagne sia più difficoltoso giocare in casa piuttosto che in trasferta».
Lei è una delle giocatrici più esperte della squadra: quando vede che i risultati non rispecchiano il modo in cui giocate, come vive psicologicamente la situazione?
«In passato ho affrontato situazioni simili. Mi è capitato che la partita domenicale non gratificasse il lavoro svolto durante la settimana e la qualità del gruppo. È importante capire che le vittorie non derivano esclusivamente dalla tattica e dalla tecnica, ma anche da altri elementi che a volte sono dati per scontati, come fame, grinta e cuore. Questa squadra ha le caratteristiche necessarie per far bene, quindi non dobbiamo farci prendere dall’ansia. Dobbiamo essere convinte che siamo ad un passo dal trovare la giusta combinazione di fattori che possano portarci a vincere le partite».
Le sue compagne, soprattutto quelle meno esperte, la vedono come un punto di riferimento?
«Il rispetto e la stima non si guadagnano con l’età o l’esperienza, ma sul campo, durante gli allenamenti e le partite. I miei primi due mesi con la squadra purtroppo sono stati un po’ discontinui per gli impegni lavorativi, ma spero di poter diventare uno dei tanti punti di riferimento che questa squadra possiede».
Vi aspettano due trasferte: con quale atteggiamento vivrete queste partite?
«Purtroppo per motivi lavorativi non potrò essere in campo con le mie compagne contro la Jesina, ma credo che già a partire da sabato saranno concentrate sull’obbiettivo di domenica. Saranno ancora più decise a fare bene, soprattutto ripensando all’ultima partita, nella quale è davvero mancato solo il gol per premiare una bella prestazione di gruppo. Credo che da queste insoddisfazioni si ricavi la rabbia agonistica da mettere in campo nelle partite successive».
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