Face to face con Sara Ketiš
Oggi abbiamo il piacere di avere ai microfoni di Sport Paper Sara Ketiš centrocampista slovena attualmente in organico alla Pink Sport Time Bari formazione militante nella Serie A Femminile. Sara vanta nel suo palmares un campionato sloveno ed una coppa nazionale, sempre della Slovenia. Ecco cosa ci ha raccontato
Le parole di Sara Ketiš
Come stai vivendo questo periodo lontano dai campi? “Una situazione inusuale, indubbiamente difficile stare senza calcio ma dall’altro lato ho avuto tempo per godermi la famiglia e gli amici, tutto ciò ha compensato il vuoto”.
Che ambiente hai trovato a Bari ?
“Posso dire di aver trovato un ambiente rilassato e accogliente. La gente è ospitale, la città bellissima e con un mare spettacolare, Bari mi piace molto. Anche con la squadra andiamo d’accordo, mi trovo molto bene nel gruppo”.
Come è nata questa passione ?
“Da piccola giocavo sempre a calcio con mio padre e mio fratello oppure sulle strade con i ragazzi del mio quartiere. E’ sempre stato il mio sogno giocare a calcio ma sfortunatamente il calcio femminile era diciamo “tabù” in Slovenia in quel tempo quindi ho iniziato prima con il karate. Dopo 9 anni ho lasciato le arti marziali e finalmente iniziato giocare a calcio, ciò che desideravo”.
Il tuo giocatore preferito ?
“Senza dubbio ammiro Messi, per me un mago del pallone, mi affascina il suo modo di giocare”.
Cosa pensi del calcio femminile in Italia ?
“In questo primo anno in Italia ho notato che si lavora molto per portare il calcio ad un livello più alto e professionale. Forse una cosa che mi ha sorpreso un po’ è dal punto di vista atletico, un calcio molto fisico”.
Meglio il calcio Italiano o quello sloveno ?
“Il calcio Sloveno non è male, abbiamo una o due squadre che sono competitive al livello del calcio Europeo ma non si può comparare con il calcio Italiano, sotto molti aspetti più competitivo”.
Il tuo gol più bello ?
“Impossibile dimenticare un gol da 30 metri per la mia squadra in America, un ricordo indelebile che porto dentro di me”.
Credit Photo: Vanni Caputo