Con la pausa dei campionati per le festività, le squadre si preparano al nuovo anno e lavorano sodo per mantenere la concentrazione attiva. Sogni e aspettative per tante ragazze di Serie A e B, che si aspettano tanto dal 2017. Sabrina Tasselli, portiere del Sassuolo femminile, racconta questo nuovo progetto delle neroverdi, che vogliono centrare la promozione in Serie A per la prossima stagione. La società ex Reggiana è stata acquisita a inizio stagione dal Sassuolo, con sponsor Mapei, ma, almeno per questa annata, la ragione sociale è rimasta distinta rispetto alla realtà maschile.
Come mai hai scelto di tornare a Reggio nonostante altre esperienze?
“Erano sei anni che ero fuori casa, quindi la componente nostalgica ha avuto il suo peso. Mi ha convinto il progetto, certamente: conoscendo la Presidentessa Betty Vignotto, sapevo che è sempre stata una realtà precisa in cui le cose venivano fatte per bene. Non ci hanno nascosto che vorrebbero andare in Serie A“.
Personalmente che obiettivi hai in questa stagione?
“Voglio riuscire a migliorarmi il più possibile lavorando con impegno“.
L’esperienza allo Stjarnan, in Islanda, è durata poco.
Come mai? Qualcosa non ti ha convinto?
“Hanno un modo di lavorare totalmente diverso. In Italia c’è molta progettazione, mentre loro sono molto diretti. Gli allenamenti non seguono un nesso. Io ad esempio non avevo il preparatore dei portieri, quindi non mi sono trovata bene. Dal punto di vista della qualità è meglio in Italia, mentre loro hanno una dedizione al lavoro e al sacrificio fuori dal comune“.
Com’è la situazione ora dopo lo spiacevole episodio dei chiodi sul campo?
“Si è trattato solo di un episodio isolato. Siamo tranquille, è stato soltanto un brutto gesto“.
Come mai hai scelto di fare il portiere?
“Non amo molto correre! (ride n.d.r.) No dai, è molto divertente. Se sbagli quasi sicuramente prendi gol, ma è un ruolo solitario che mi rispecchia anche caratterialmente. Anche negli allenamenti. Quest’anno ci sono state anche partite in cui mi sono divertita meno perché non mi è arrivato un pallone, ma va bene così“.
C’è qualche giocatore o giocatrice cui ti ispiri nella tua carriera?
“Ammiro un sacco Neuer, per la sua intraprendenza e la spregiudicatezza, oltre che per la sua capacità di essere decisivo“.
Uno sguardo alla Serie A: la lotta Scudetto è ancora aperta?
E quella per non retrocedere?
“Credo che sia ancora aperta. Per il Brescia sarà difficile, ma ora che c’è stata anche la pausa per la Nazionale sicuramente ci saranno stati dei benefici. Credo che sarà un campionato tirato fino alla fine. Per la retrocessione sicuramente le neo-promosse hanno più difficoltà a mantenere la categoria, ma con il fatto che su 12 siano in 6 a rischiare sarà lotta fino alla fine“.
Ti piacerebbe tornare in Nazionale?
Che emozione si prova a vestire la maglia azzurra?
“Sicuramente sì, mi sto allenando per fare meglio possibile e per farmi vedere. Poi si vedrà. La Nazionale è una cosa stupenda, per la prima volta ti senti professionista. Per me è stata veramente una grande occasione. In partita è stata un’emozione, però quando entri in campo non ci pensi più e pensi solo a giocare“.
Un ricordo bello della tua carriera? E uno brutto?
“Sono tanti quelli belli, mi piace trovare il lato positivo in tutte le cose. In particolare, la partita più bella secondo me è stata la vittoria con il Verona al primo anno di Riviera Di Romagna: abbiamo vinto 1-0 in casa loro. Io la stagione prima ero stata proprio in gialloblu ed è stata una bellissima partita. Uno brutto posso dire la retrocessione con il Riviera Di Romagna quando abbiamo perso il derby – 2-1 con il San Zaccaria n.d.r. – in cui oltre al danno c’è stata anche la beffa“.