Buongiorno mister, partiamo dalle ultime gara contro la Juventus e l’Atalanta, due sconfitte di misura con qualche rammarico…
Veniamo da quattro 1 a 0 consecutivi, di cui due a nostre favore e due che hanno maturato altrettante sconfitte, arrivate comunque al termine di match giocati con un atteggiamento sano, in cui le ragazze hanno dimostrato tanta partecipazione ed unione. Le partite sono state equilibrate e sono state decise da episodi su palle da fermo; le abbiamo affrontate con un’applicazione e una costanza nel voler raggiungere il risultato, che fanno ben sperare, aldilà del risultato. Sono soddisfatto delle nostre ultime gare, con la consapevolezza che l’atteggiamento, la voglia di fare, la determinazione e la voglia di essere squadra, sono le basi dalle quali partire e sulle quali lavorare per poter raggiungere risultati.
Alla ripresa del campionato c’è il Tavagnacco, che gara ti aspetti?
Alla ripresa mi aspetto di continuare su questo trend, le ragazze si stanno allenando al meglio, perché è negli allenamenti che si costruiscono la mentalità e la cultura a cui attingere durante le gare. Contro il Tavagnacco sarà una gara complicata, come le ultime d’altronde, ma mi aspetto continuità di mentalità, abnegazione ed attenzione, le qualità maggiori su cui dobbiamo contare.
Situazione infermeria: Simonetti e Ciccotti ci saranno il 10 marzo?
Dovrebbero essere disponibili: stanno lavorando per recuperare, senza fretta; Ciccotti ha fatto un provino prima del match di Bergamo ma abbiamo preferito non rischiarla. Procediamo con i piedi di piombo perché sono due giocatrici fondamentali, di forza e qualità acclarate. Averne fatto a meno per tutte questo tempo ci ha penalizzato, come ad inizio anno ci ha penalizzato l’assenza di Coluccini. Nella nostra economia di squadra sono giocatrici importanti, capaci di dare un’impronta alla squadra, una risorsa a cui attingere in tutti i momenti topici di una gara. Quindi mi auguro e credo di averle a disposizione.
Dall’ 11 il torneo Arco di Trento: con quali prospettive partecipa la Res Roma?
È una manifestazione a cui teniamo, come ogni competizione a cui prendiamo parte; lo scorso anno abbiamo vinto in modo meritato, mentre due anni fa abbiamo raggiunto la finale, perdendo solo negli ultimi minuti, nonostante le 4 assenze dovute agli impegni della Nazionale Under 17 e i 2 infortuni subiti nella finalissima. Ci teniamo a fare bene, abbiamo le capacità di fare bene e daremo il massimo, anche se il sorteggio non ci ha sorriso, perché affrontiamo una squadra forte e preparata come il Verona. Finora le abbiamo incontrate e battute più di una volta, ma rispetto a quelle gare noi abbiamo perso diverse giocatrici, mentre la loro ossatura non è cambiata. Quest’anno la nostra Primavera ci ha dato ottimi spunti di crescita e diverse soddisfazioni, quindi sono fiducioso.
Quali sono i segreti del settore giovanile della Res Roma?
Non ci sono segreti, ma solo tanta voglia di lavorare, tanta qualità nello staff nel lavorare e nel capire le giovani; a quell’età le ragazze vivono momenti di insicurezza e di eccessivo protagonismo, quindi bisogna saper stare accanto a loro ed aiutarle nel percorso di crescita. Spesso si vuole tutto e subito, ma la maturazione di un’atleta può avvenire in alcuni casi a 15 anni, in altri a 19, quindi bisogna avere pazienza e fiducia nel continuare a lavorare, e scegliere il momento giusto. In questi anni i risultati hanno dato ragione al nostro modo di pensare, ma questo è un calcio che dimentica facilmente, mentre io ho una memoria di ferro, e cerco sempre di ricordare a tutte i vari percorsi che hanno fatto, ricordando a tutti che ogni risultato è frutto di lavoro e sacrifici. Qualcuna ha usufruito del lavoro fatto dalle ragazze che le hanno precedute, ma chi oggi ha la possibilità di giocare un torneo di questa importanza deve ringraziare tutte le ragazze che negli anni hanno giocato con noi, e ci hanno permesso di ottenere risultati positivi ed importanti. Ogni ragazza ha il suo percorso ma tutte vanno stimolate continuamente, perché nessuna può esser persa di vista.
Facciamo un’analisi sul campionato: chi sono le giocatrici e la squadra rivelazione, e chi invece ha deluso?
Come squadre rivelazione direi Juventus e Brescia, non perché non le reputassi forti, ma perché il modo in cui hanno staccato le altre e stanno dominando il campionato, và aldilà delle aspettative. La Juventus le ha vinte tutte, nonostante fosse una squadra completamente nuova, e questo è il frutto di una programmazione sana e seria. Il Brescia ha praticamente dovuto rifare la squadra e ha fatto un grandissimo lavoro per tenere il passo della Juventus, dando una dimostrazione di forza, lavoro e capacità superiore alle altre. Come giocatrici rivelazione mi piace sottolineare la crescita di Salvai, che quest’anno è migliorata tantissimo, e la capacità realizzativa di Girelli, in un ruolo un po’ diverso rispetto al passato, in cui ha dimostrato per l’ennesima volta tutto il suo indiscusso valore. Come delusione, ma solo rispetto ai risultati ottenuti, direi la Fiorentina, che ritenevo la favorita ad inizio stagione. Una stagione storta può capitare anche in una squadra forte e preparata come la loro. Cincotta e Fattori sapranno trovare la soluzione e ripartire alla grande.
Pronostico secco: chi vince il tricolore e chi retrocede direttamente in B?
Per il titolo vedo favorita la Juventus, anche se le ultime dimostrazioni di forza del Brescia, come i 6 gol al Tavagnacco, lasciano il pronostico apertissimo. Credo che si deciderà tutto nello scontro diretto. La lotta per la retrocessione è molto più aperta che coinvolge solo marginalmente il Chievo, e in pieno tutte le altre che sono dietro alle gialloblù. È una lotta bella ed appassionante per chi la vive da fuori, snervante per chi la vive da dentro, ancor di più per uno come me che viene da 4 anni di regole incredibili: 4 salvezze consecutive, senza mai passare dai play out, è un qualcosa che nessuno prospettava e ancor oggi mi domando come abbiamo fatto, viste le prerogative iniziali di ogni stagione. Speravo che questo campionato fosse più snello e dolce e invece bisognerà soffrire fino all’ultimo.