Impiegata nel ruolo di terzino, si fa valere in campo nonostante la sua corporatura minuta dimostrando grinta e determinazione contro ogni avversario anche fisicamente piu’ possente; scoperta dal dirigente Silvano Fantini ha trovato nella squadra romagnola l’ambiente di casa ideale per poter imparare e crescere, esprimendo al meglio le proprie caratteristiche. Scheda di presentazione per la giovane Melany Amadory, 16 anni, difensore del Ravenna Woman Primavera, appassionata sin dalla tenera età al mondo del calcio, grazie al padre che l’ha sempre sostenuta e incoraggiata in questa scelta controtendenza.
Ciao Melany se era possibile presentarti descrivendoci il tuo ruolo e le tue caratteristiche tecniche
Ciao, mi chiamo Melany Amadori ho 16 anni e vivo a San Zaccaria, sono un terzino anche se fisicamente all’apparenza può sembrare strano poiché sono molto minuta, nonostante ciò a parer mio attraverso la grinta e la determinazione si può dimostrare di essere all’altezza di persone fisicamente più forti. In questo ruolo è fondamentale la visione del gioco perché, anche se si nota di meno, dalla difesa può partire ed essere innescata un’azione da goal determinante. Tecnicamente devo migliorare ma è per questo che sono qui, per poter crescere e progredire sempre di più.
A chi ti ispiri come calciatrice e per quale squadra tifi?
In realtà non mi ispiro ad una determinata giocatrice, mi piace vedere le varie caratteristiche che spiccano in diversi calciatori e calciatrici senza preferire una persona in particolare. Io non seguo molto le partite in tv perché ho preferito, sin da piccola, giocare o anche solo inseguire un pallone, ovviamente certe volte guardo alcune partite con mio babbo che mi segue e mi sta molto affianco in questa mia scelta, credendo nelle mie potenzialità; durante la visione delle partite è molto attento e mi fa notare tutte le varie tecniche utilizzate dai giocatori per farmi prendere spunto, e di questo gliene sono molto grata, perchè mi fa notare e approfondire una visione del gioco molto ampia, con particolarità tecniche o tattiche che mi aiutano a migliorarmi.
Come è nata la tua passione per il calcio femminile?
Questa passione è nata inizialmente dall’influenza di mio babbo, giocatore anche lui di questo sport, il quale appena venne a sapere di questa mia passione, inizió subito a stimolarmi e a incoraggiarmi, andando alla ricerca di una squadra che mi potesse far giocare. E’ sempre stato dalla mia parte, non opponendosi mai alla mia scelta.
Ho provato inizialmente in una squadra maschile, nella quale mi sono trovato da subito a mio agio, nonostante fossi l’unica femmina; all’epoca molti genitori e mister mi sostenevano e questo mi ha dato la forza necessaria per continuare a credere in me stessa, convincendomi sempre di più a migliorare, facendoli sentire fieri di me. Era una sfida con me stessa in cui dovevo riuscire ad arrivare allo stesso livello dei maschi e offuscare l’idea che si aveva delle donne considerate inferiori nello sport.
Successivamente grazie al dirigente Silvano fui informata di questa squadra femminile presente nel mio paese dove mi sono trovata subito a mio agio e soprattutto mi sentii compresa dalle altre giocatrici, le quali avevano passato esperienze simili alle mie, convincendomi a rimanere.
Obiettivi personali e di gruppo per questa stagione
Il mio obiettivo personale è sicuramente quello di migliorare le mie capacità calcistiche, per poi poter arrivare in prima squadra e dimostrare quello che ho imparato in questi anni trascorsi qui. Ovviamente raggiunta la prima squadra continuerei a cercare di migliorarmi, perché non è un punto di arrivo ma un inizio che la società ci offre per poter esprimere il meglio di noi stesse.
Riguardo invece il gruppo ho grandi aspettative, perché da quando sono qua ho notato un’unione che va oltre il concetto di squadra, questo può essere utile per sostenerci a vicenda e per raggiungere insieme grandi obiettivi e dimostrare ciò che siamo capaci, unendo le nostre forze come una vera squadra. Quello che si vive nel campo e con la squadra non è descrivibile attraverso le parole e per lo più chi non lo vive in prima persona non può capire i miliardi di sentimenti che si provano praticando questo meraviglioso sport, che poi in realtà non è semplicemente uno sport, è un’esperienza che rimarrà per sempre impressa e che al suo ricordo ci farà spuntare sempre un sorriso.
Che ragazza è la Melany Amadori fuori dal rettangolo di gioco? Come impieghi l restante parte della giornata e il tempo libero?
Fuori dal rettangolo di gioco la mia settimana viene trascorsa in modo molto frenetico, caratterizzata da studio, calcio e il rimanente periodo, il quale viene a volte trascorso anche con la squadra. Il tempo libero quindi è poco, nonostante questo sono richiesti dei sacrifici, conseguenza ovvia poiché quando si prende un impegno lo si deve rispettare. Quando vado all’allenamento riesco a scollegarmi dai problemi riguardanti il mondo esterno, riuscendo a scaricare tutta la mia tensione ritrovando serenità e tranquillità.
Infine un giudizio sul mister, Presidente e compagne di squadra del Ravenna Woman.
Come ho esplicitato prima se non ci fosse stato il dirigente Silvano Fantini non avrei potuto proseguire questa passione e infatti lo ringrazio molto per questo. Lui ha avuto un ruolo fondamentale nella società perché ha trovato e seguito tutte le ragazze che adesso hanno la possibilità di giocare e farsi valere in campo. Inoltre devo ringraziare la società che ci ha permesso di poter praticare questo sport, dandoci a disposizione tutti gli strumenti e le attrezzature del caso.
Infine un ringraziamento va al mister con cui sono riuscita a mettere in pratica ciò che desideravo fin da piccola, poter giocare, potendomi migliorare anche tecnicamente.
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