Rachele Peretti a quota 200. La centrocampista offensiva gialloblù ha raggiunto la vetta delle duecento presenze in campionato con la Fortitudo. Dato importante, che permette a Rachele di entrare di diritto nella cerchia delle giocatrici “storiche” della società di Mozzecane.
Nell’ultima di campionato, giocata contro il Castelvecchio (1-1, ndr), ha toccato le 200 presenze in campionato con la maglia gialloblù: possiamo dire che oramai è un’icona della società?
«Sembrerà strano ma non immaginavo che quella con il Castelvecchio sarebbe stata la duecentesima partita; sapevo di essere vicina a questo traguardo, ma non così tanto. È stata una sorpresa anche per me. Avrei voluto festeggiare con una vittoria ma è arrivato un pareggio, questo è l’unico rammarico, e quindi spero di festeggiare meglio la prossima domenica. Penso di essere diventata un’icona per la società e ne sono davvero felicissima. Mi sono guadagnata questo premio. Dopo tutti questi anni passati con la Fortitudo Mozzecane per me è un dovere dare tutto quello che ho e queste duecento presenze sono il giusto premio al mio impegno».
Dopo Deila Boni è la gialloblù in attività con più presenze: le piacerebbe riuscire a diventare la record-woman della squadra per numero di partite disputate?
«Non so di preciso quanto sia distante Deila da me, ma i record sono fatti per essere battuti e quindi voglio guadagnare il primo posto e superare la mia grande Deila (ride, ndr). Ci tengo a ringraziarla perche lei è la persona con la quale, da quando gioco in prima squadra, ho condiviso tutto, ogni anno, ogni partita e ogni momento di queste duecento presenze. È sempre stata con me e ho imparato tanto da lei. Siamo due caratteri molto diversi ma abbiamo sempre avuto un rapporto diretto e sincero, ci siamo sempre dette quello che pensavamo. Ognuna di noi ha donato qualcosa all’altra».
Ha giocato 200 partite e ben 182 volte è scesa in campo da titolare: i tecnici che l’hanno allenata l’hanno sempre vista come un elemento molto importante per la squadra. Quanto orgoglio c’è da parte sua in questo dato?
«Devo ovviamente ringraziare chi mi ha permesso di arrivare a questo traguardo e quindi chi mi ha permesso di giocare. Tutti gli allenatori mi hanno dato fiducia, ma so anche che me la sono meritata. Credo molto nella meritocrazia e quindi so bene che quando non sono partita da titolare, esclusi gli infortuni e la sfortuna, è stato per mio demerito, e di questo me ne rammarico. In ogni caso ringrazio tutti gli allenatori che hanno visto qualcosa in me e che mi hanno portata a credere in me stessa. Poi devo anche ringraziare chi è con me da sempre, come Deila Boni, Alessia Pecchini, Zoe Caneo e Francesca Salaorni».
Tante presenze e tanti anni in gialloblù. Il suo esordio in campionato con la Fortitudo è stato il 20 maggio 2007 contro il Fabriano Futsal e lei aveva quattordici anni: nella vittoria per 0-10 lei ha esordito da titolare e ha segnato una doppietta. Ci parli di quel giorno.
«L’esordio non si dimentica mai. Ero giovanissima rispetto alla media della squadra. Ricordo che in spogliatoio si scherzava, tutte mi dicevano che avrei segnato, ma io naturalmente non potevo crederci. Poi ho segnato davvero, addirittura due gol all’esordio. Era stato un viaggio lungo, ma erano arrivati i tre punti e tanti gol: non avrei potuto chiedere di più, è stato un esordio stupendo. È un momento che ricordo con molto piacere, anche perché ha dato il via alla mia carriera».
Oltre alle presenze non possiamo dimenticare i gol: sono 84. Che sensazione si prova ad essere vicini alla centesima rete in campionato con lo stesso club?
«I gol e gli assist sono sempre pochi. Questa è la giusta mentalità di ogni giocatore: vedere le proprie statistiche e pensare che si sarebbe potuto fare qualcosa di più. È in ogni caso un numero importante, ma per arrivare a cento devo giocare ancora tante partite e quindi questo significa che devo mettere in campo sacrificio e fatica, gambe e cuore. Aspetto che arrivino questi cento gol. Non credo proprio che arriveranno in questa stagione, ma la prossima punterò a questo traguardo».
Dopo una striscia di risultati utili è arrivata la battuta d’arresto con il San Bonifacio (0-3, ndr), ma avete reagito portando a casa un punto con il Castelvecchio: è stato difficile trovare la forza per reagire alla sconfitta dopo il grande entusiasmo per le varie vittorie?
«Pensavamo di arrivare alla partita preparate e pronte mentalmente, atleticamente e tatticamente. Era una partita attesa, non aspettavamo altro, ma come dice il risultato qualcosa è andato storto. In una grande squadra, ma allo stesso tempo umile, ci si guarda in faccia e si cerca di capire quali siano stati gli errori commessi. Questa è la cosa che abbiamo fatto noi. Accettare una sconfitta così netta è molto dura, accettare una sconfitta nel derby è durissima. Non è stato facile, ma il campionato va avanti e portare rimorsi sarebbe stata una perdita di tempo, anche perché subito dopo c’era un’altra partita importante. Era obbligatorio tornare pronte e cariche. Contro il Castelvecchio abbiamo giocato bene, non siamo riuscite a finalizzare a pieno il nostro gioco e siamo state anche un po’ sfortunate, ma abbiamo reagito bene alla sconfitta».
Lei e le giocatrici veterane della squadra cosa avete detto alle vostre compagne per non farle scoraggiare per la sconfitta con la prima in classifica e per mantenere alto il morale in vista degli impegni successivi?
«Dopo ogni partita, indipendentemente dal risultato, facciamo un resoconto dell’andamento della gara. Prima di entrare in campo cerchiamo la motivazione insieme, ci carichiamo a vicenda e poi, dopo il match, analizziamo insieme il nostro gioco e i nostri errori. Non ha senso sprecare tempo focalizzandosi in maniera eccessiva su una partita andata male. Cerchiamo di mantenere la calma, cerchiamo di reagire bene ad ogni evento, anche ad una sconfitta netta. Siamo un gruppo giovane e sappiamo quanto valiamo, dobbiamo solo ricordarci di questo. Siamo sempre concentrate e vogliamo trovare ancora un’intesa sempre maggiore dopo ogni allenamento e dopo ogni partita».
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