L’ultimo colpo di mercato rossoblu è stata quella sorpresa che nessuno si aspettava, un gradito ritorno d’amarcord tra la società vittoriese e Natasha Piai.
Per la classe ’93, lo scorso anno in prestito al Tavagnacco, si tratta appunto di un ritorno alla base dopo le sei stagioni, tra il 2006 e il 2012, durante le quali anche grazie al suo contributo in campo la società ha compiuto il doppio salto dalla Serie C alla A2, l’allora secondo livello del campionato italiano di calcio femminile.
A scegliere di ritornare è stato il cuore, che era rimasto sempre per metà rosso e per metà blu come viene sempre raffigurato nei libri di scienze.
Sentiamo dunque le prime parole da rossoblu di Natasha:
Sei cresciuta in questa società, dopo un periodo fuori porta hai deciso di tornare alla base, come mai questa scelta quest’anno?
A luglio mi sono laureata a Udine ed ora vorrei continuare con la specialistica. Non avendo ancora le idee chiare, ad agosto ho deciso di iniziare ad allenarmi con il Vittorio, ho parlato con la società ed ho spiegato la mia situazione ed ora eccomi qui! La voglia di tornare c’è sempre stata. Sono andata via fisicamente, ma il mio cuore è sempre rimasto a Vittorio.
Ritrovi un vecchio gruppo di ragazze con cui hai legato molto, ma anche molti volti nuovi. Come ti stai ambientando in questo nuovo gruppo e con il mister?
Quest’estate ci sono stati tanti cambiamenti per diversi motivi, quindi sono rimaste poche ragazze del gruppo con cui ho condiviso l’ultimo anno a Vittorio. Inoltre in questi anni sono arrivate molte ragazze nuove, alcune già le conoscevo e le altre ho avuto l’occasione di conoscerle. Anche quest’anno ci sono stati diversi innesti, ma la maggior parte già le conoscevo. Quindi non è stato difficile ambientarsi. Anche con il mister non ho avuto alcun problema.
Ogni anno ci sono nuovi stimoli e nuovi obiettivi, quali sono quelli tuoi?
L’obiettivo primario è ovviamente quello che si è prefissata la squadra e darò il massimo per far si che si realizzi. Personalmente ho tanta voglia di tornare a giocare davanti dopo un anno e mezzo trascorso nelle retrovie e di rivedere quella rete muoversi ancora dopo tanto tempo.