La bandiera rossoblù Laura Tommasella, perno della difesa, ha deciso che quella appena terminata fosse la sua ultima stagione da calciatrice. Il calcio è sempre stato la sua vita e sicuramente questa storia d’amore continuerà, anche se in forma diversa, a fare emozionare tutti coloro che l’anno sostenuta negli anni, a partire dalla società di Vittorio Veneto e dalla famiglia Fattorel alla quale è molto legata. Ci ha raccontato le sue emozioni e la sua storia in questa intervista.
Come hai iniziato e come hai vissuto il cambiamento del calcio femminile?
“Ho iniziato da piccola a San Donà di Piave, dove sono nata, ed eravamo una squadra di sole ragazze che giocavano nel campionato maschile esordienti. Ho fatto qualche stagione là poi a 14 anni ho iniziato a giocare con il Vittorio Veneto, sono stata lì 8 anni, in Serie B. Sono poi stata a Tavagnacco per 10 anni, 3 anni a Pordenone e gli ultimi 5 di nuovo a Vittorio Veneto, dove ho concluso”.
Come è maturata in te la decisione di appendere le scarpette al chiodo?
“Avevo pensato di smettere già l’anno scorso, poi la società mi ha chiesto di fare un’altra stagione e io probabilmente non ero pronta per smettere, quindi ho accettato. Sinceramente mi sentirei ancora in grado di giocare in Serie C come quest’anno, però credo sia giusto prendere altre strade”.
Com’è andata in questa tua ultima stagione?
“L’obiettivo della società era quello di far crescere le ragazze più giovani che per la prima volta si trovavano a mettersi alla prova in un campionato nazionale. Il mio ruolo e di quelle più grandi era quello di trasmettere la nostra esperienza, conoscenza e fiducia. La salvezza poi è stata raggiunta prestissimo, a metà campionato, quindi abbiamo avuto tempo e modo di lavorare su questo anche con il mister”.
Facevi un po’ da collante tra mister e ragazze…
“Ero un po’ il mister in campo della squadra. Avevo già allenato 2 anni fa la squadra delle juniores e molte ragazze di quest’anno le avevo allenate io. Con loro avevamo vinto il campionato regionale, in questa stagione ero sempre con la juniores ma a causa covid non abbiamo mai giocato, ci siamo solo allenate”.
Perché hai deciso di tornare a Vittorio Veneto?
“Dopo Pordenone ho avuto la proposta di tornare perché c’era una squadra competitiva e, infatti, nella prima stagione dopo il mio ritorno, abbiamo combattuto per tornare in Serie A tenendo testa al Sassuolo fino alla fine del campionato. Loro erano più attrezzate e hanno vinto, ma è stata comunque una bellissima esperienza e negli anni successivi abbiamo giocato tra B e C“.
Quali sono stati i momenti indimenticabili della tua carriera?
“Il momento più bello è stato la vittoria della Coppa Italia con il Tavagnacco nel 2012, ma anche varie esperienze, finali, supercoppe e altre competizioni importanti. Episodi difficili? Sinceramente, non avendo avuto grossi infortuni ed essendomi sempre trovata bene nelle società in cui ho militato, non mi vengono in mente momenti brutti. Forse qualche partita giocata male o persa all’ultimo minuto però di periodi o situazioni brutte non ne ho vissute“.
Da metterci la firma…
“Esatto, soprattutto grazie alle condizioni della forma fisica. Anche quest’anno, che è stato l’ultimo, ho giocato tutte le partite tutti i 90 minuti. Sono stata fortunata di natura a non avere particolari problemi”.
Quanto è stata emozionante l’ultima gara?
“Veramente tanto. La cornice meravigliosa dello stadio Nereo Rocco, i circa 600 spettatori, l’omaggio da parte di entrambe le squadre… non vedo cosa avrei potuto desiderare di più“.
Cosa ci sarà nel tuo futuro?
“Farò a breve gli esami per diventare allenatore e valuterà se ci saranno proposte piacevoli. Vedremo come sarà il futuro, se dovesse essere come il passato metterei subito la firma”.
In bocca al lupo Laura, “unico cuore rossoblù”!
Credit photo: Permac Vittorio Veneto