Paola Boglioni, terzino promettente dell’Empoli Ladies ed assistita della MaPa Sports Agency, ha rilasciato un’intervista esclusiva ai nostri microfoni parlando dell’importanza dei settori giovanili, delle difficoltà affrontate in questa quarantena e del suo futuro calcistico e non.
Ciao Paola, essendo una delle maggiori esponenti del vivaio italiano di giovani talenti che stanno crescendo, quale credi sia il miglior provvedimento che la Federazione possa prendere per valorizzare al massimo il movimento giovanile italiano?
“Le giovani sono il futuro, quindi è necessario che la Federazione fornisca i mezzi giusti per valorizzarle al meglio. Sicuramente l’inserimento delle Nazionali Under 16 e Under 23 ha permesso a noi giovani calciatrici di essere viste e seguite fin da piccole, assicurando una continuità anche dopo l’uscita dall’Under 19. Un campionato Primavera/giovanile a livello nazionale, come previsto per i maschi, sarebbe un modo per alzare il livello di qualità e permettere alle giovani di fare una buona esperienza insieme alle loro coetanee, senza dover necessariamente entrare prematuramente in squadre di donne adulte.”
Nel corso della tua carriera ti sei sempre confrontata con realtà importanti: sei cresciuta nel Brescia e adesso giochi nell’Empoli Ladies, in prestito dalla Juventus.
Il fatto di relazionarsi fin da giovane con squadre di alto livello, quanto influisce sulla formazione di una calciatrice e sul proseguimento della sua carriera?
“Avere la possibilità di crescere in realtà importanti comporta grande impegno e sacrificio, ma allo stesso tempo tante soddisfazioni e numerosi passi avanti. Potersi allenare a fianco di giocatrici che attualmente rappresentano il calcio italiano, dà l’opportunità di imparare direttamente sul campo, “copiando” le più esperte. E condividere lo spogliatoio con calciatrici di esperienza significa crescere anche come persona, spesso anticipando i tempi rispetto ai propri coetanei.”
Qual è l’aspetto che più ti è mancato del calcio in questo periodo?
“È stato di certo un periodo molto particolare, che difficilmente scorderemo. Ciò che mi è mancato maggiormente è stata la vita di squadra. A Empoli siamo riuscite a creare un grande gruppo, carico di entusiasmo e carisma, che va al di là del rettangolo verde. Il fatto di non poter incontrare le mie compagne/amiche mi ha rattristato molto, perché la relazione a distanza non è di certo paragonabile alla vita di spogliatoio.”
Con l’Empoli hai ottenuto la promozione in Serie A da assoluta protagonista.
Che emozioni ti ha provocato conquistare un traguardo storico per una squadra importante?
“La promozione con l’Empoli in Serie A è stato il mio primo vero traguardo. Poterlo conquistare per l’Empoli è stato un grande onore. L’obiettivo era quello di “ritrovare il modo”, come dice il nostro motto, ed è quello che siamo riuscite a fare, guadagnando la promozione.”
Tornando al presente, alla tua prima stagione in Serie A non da comparsa hai dato riscontri positivi, dimostrando il fatto di essere più che pronta per la massima serie. Quali sono le tue considerazioni sulla tua stagione sia a livello personale che di squadra?
“Non posso nascondere che il salto di categoria è stato abbastanza forte: i ritmi, il fisico e l’organizzazione delle squadre è certamente superiore. Nonostante questo primo impatto, sono riuscita a cavarmela. La squadra mi ha aiutata e sostenuta nei momenti di difficoltà, riuscendo a trasmettermi la forza di reagire.”
Ovviamente il calcio non è tutto rose e fiori, ma ci sono anche i momenti negativi. Come affronti i momenti di difficoltà?
“I momenti di difficoltà possono arrivare in modo improvviso ed è appunto per questo che bisogna essere sempre pronti. Devo fare tanta esperienza e ho ancora delle difficoltà a gestire certe situazioni in maniera ottimale, ma sto cercando di migliorare: provo sempre a guardare il lato positivo.
Molte ragazze, nonostante il calcio femminile in Italia stia aumentando in termini di popolarità, hanno ancora la gente che cerca di ostacolarle nel proseguire la propria passione per il calcio. Cosa consigli a queste ragazze?
“Non bisogna nascondere che i pregiudizi legati al calcio femminile siano ancora molti. Ciò nonostante voglio suggerire alle più piccole di seguire il loro sogno, così come ho fatto io, e di non demordere mai. Con la forza di volontà si arriva ovunque, bisogna credere nelle proprie capacità: questo insegnamento non vale solo nello sport, ma deve accompagnare ciascuno di noi in ogni ambito.”
Qual è secondo te la caratteristica che più ti rappresenta in campo?
“Personalmente non saprei identificare una caratteristica precisa. A Empoli ho guadagnato il soprannome di “pendolino”, perché continuo a salire e scendere lungo la fascia sinistra. Correre mi piace e cerco di farlo al meglio anche col pallone.”
Concludendo, quali sono i tuoi obiettivi per il futuro?
“Non nascondo che l’obiettivo principale sia quello di riuscire a entrare nella rosa della squadra a cui appartengo, anche se sono consapevole della mia giovane età e della mia inesperienza. Pertanto nell’immediato futuro voglio continuare a imparare, prendendo come esempio le migliori giocatrici. Allo stesso tempo, vorrei essere ancora protagonista per assicurare continuità alla mia crescita.
Un altro obiettivo di primaria importanza è vestire ancora la maglia della Nazionale: è un sogno che rincorro fin da piccola e di cui ho assaporato già in parte il gusto. La prossima non sarà una stagione importante solo dal punto di vista calcistico, bensì anche sotto il profilo personale, in quanto intraprenderò un nuovo percorso di studi. Sto infatti concludendo il percorso liceale, per poi iniziare quello universitario.”
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia Paola Boglioni e l’Empoli Ladies per la disponibilità.
Credit Photo: Profilo Instagram Paola Boglioni