Non mancano forza e determinazione in casa Moncalieri: tra le proposte del campionato di serie C di questa stagione, le atlete guidate dal neo coach Maurizio Ferrarese stanno dimostrando di voler farsi sempre più spazio tra le più ostiche del girone. Reduci da tre vittorie consecutive, sono in procinto di ospitare la neopromossa Livorno dopo aver venduto cara la pelle considerati gli infortuni verificati. Nonostante ciò, l’atteggiamento di squadra non mancherà: a rivelarcelo anche il capitano piemontese Pamela Gueli, fiduciosa che l’intera compagine saprà viaggiare sulla stessa positiva scia già dimostrata.
La scorsa stagione l’1-0 alla Femminile Juventus vi ha portato alla terza serie (tra l’altro, unico gruppo piemontese riuscito ad approdare insieme all’Ivrea): quanto è importante per te, così come per l’intera squadra, poter rappresentare un’intera regione in una competizione così di spicco ed a livello nazionale?
Il nostro è un percorso iniziato quest’anno. La creazione della Prima Squadra è stata possibile grazie ad un mashup composto dalle veterane del Moncalieri che hanno vinto il campionato ed una parte di Pinerolo Calcio Femminile e Freedom. Qualcuna è arrivata anche dai settori più piccoli (come nel caso di Fabiana Correale, ex giovanile Juventus).
Siamo davvero contente ed auspichiamo a farlo nel migliore dei modi. Abbiamo fatto una presentazione al castello di Moncalieri, anche il sindaco viene spesso a vedere le nostre partite in casa e questo può dare un segno positivo al calcio femminile. C’è una buona risonanza a livello di pubblico: ci stanno venendo a vedere, percui penso ci siano tutti i presupposti per far bene!
Non conoscendoci come squadra, inizialmente c’era la preoccupazione di non riuscire a sviluppare un gruppo e capirci, ma quando ci sono delle competenze e delle capacità sentirsi parte di una squadra diventa molto più semplice di quello che si crede.
Quelle dimostrate fino ad ora sono state prestazioni di carattere; a parte l’oggettività del caso, sono anche risultati e classifica a dirlo: quattro vittorie su sei, un pareggio, per 13 punti che valgono il quarto posto momentaneo…
È un campionato molto difficile, non si può mai sbagliare. Siamo lì per dire la nostra. L’anno scorso col Pinerolo potevo dire di essere lì per vincere, quest’anno direi la stessa cosa con la clausola che, però, è il nostro primo anno insieme come squadra, come staff, quindi tutto quello che arriva e da prendere con le pinze. In questo momento c’è l’Orobica davanti che è una delle squadre che, non solo è più attrezzata, ma è anche una che questo campionato lo fa già da tanti anni e che, quindi, ne conosce i meccanismi, sa cosa deve essere improntato e come svolgerlo.
Sei stata protagonista davanti a Solbiatese e Vittuone: hai, infatti, siglato la tua personale tripletta; una partenza col botto, direi, visto che si è trattato delle prime due giornate. Seppur la partita la faccia la coesione, il gruppo, sviscerando le caratteristiche del singolo, da capitano quale pensi sia il pressing più efficace, anche nei casi di incontri con squadre più ostiche del solito? Che significato ha per te il goal, a cui solitamente ne viene dato uno solamente in termini di punteggio che apporta?
Non sono mai stata una attaccante ma una trequartista, quindi, più che quella che i goal li fa, sono quella che, tecnicamente, porta a farli. Mi rendo conto che chi non fa parte del calcio o non lo guarda si affida solo alla classifica marcatori e da lì depone quanto è più o meno forte una giocatrice. In realtà è molto difficile capirlo se non si va a vedere quella determinata squadra e se si guarda solo la graduatoria; certamente ci sono delle giocatrici più propense al goal, altre che lo sono meno. Personalmente, mi sento di dire che sono più contenta di uscire quando la squadra vince che quando segno. Certo che per vincere bisogna anche fare goal e se mi capita di farlo gioisco, in caso contrario non metto il muso. Quando ci sono delle squadre che ne fanno tanti, significa che si ricevono ottimi passaggi, quindi la parola “bomber” è una parola che non mi appartiene. Detenerne il ruolo ti gratifica molto, ma le squadre che vincono lo scudetto non sono sempre quelle che li hanno!
La neopromossa Livorno e l’Orobica, attualmente prima statisticamente, saranno le prossime sfidanti. Che partita ti aspetti da queste due squadre così diverse tra loro? Chi pensi potrebbe darvi maggiormente filo da torcere in questo girone?
Ogni settimana giochiamo per i tre punti. È molto difficile capire se una partita sarà più o meno facile. Nel caso dell’Orobica la concentrazione sarà diversa, vista la consapevolezza di dover incontrare la capolista. Certo, sarà una partita che giocheremo per riprendere la classifica, e per auspicare a quello dovremo già arrivare col punteggio pieno. Viviamo partita per partita, altrimenti si rischia di perdere punti contro chi non dobbiamo.
In un campionato così, a livello nazionale, tutte le partite sono molto complicate, quindi non dai mai nulla per scontato. Ci sono tante squadre inedite per tutti e che anche noi non abbiamo mai incontrato; è il caso dello Spezia o dell’Ivrea che per noi è sempre stata una che ci ha dato filo da torcere. In riferimento alle squadre sarde, la Tharros, che invece abbiamo incontrato, non è la classica che ti fa fare punti: ne hanno fatto una buonissima squadra, di buon livello, ed anche quando sono venute a giocare contro di noi hanno detto la loro. Vincere queste partite non è facile. In questo momento, dico la verità, mi preoccupano tutte.
Le tue ambizioni in maglia Moncalieri per quest’anno? Che messaggio vuoi lasciare alle tue compagne per questo cammino in serie C?
Il mio obiettivo è solamente uno: tentar di vincere. Bisogna farlo con umiltà, rispettando l’avversario, sapendo che ci saranno delle sconfitte (spero poche). Gioco solo per vincere e, in squadra, in questo momento, ci sono tantissime giocatrici che puntano a questo. Se l’obiettivo diventa comune, diventa difficile far sì che non accada.
Si ringrazia Pamela Gueli, il Direttore Sportivo Davide Catalano e la società tutta per la gentile concessione.