Esterno destro o sinistro a seconda delle esigenze del mister, predilige sgroppare sulla fascia laterale, sfruttando la sua velocità e la sua capacità di crossare dal fondo, distinguendosi per il suo caratteristico tiro a rientrare oltre che nello scontro uno ad uno con l’avversario.
Cresciuta con i maschietti del Lissaro, ha maturato esperienze nel Mestrino, Rubano, Thermal Theolo prima di trasferirsi all’età di 14 anni nelle fila della società biancoscudata veneta.
Alla scoperta di Camilla Lugato, classe 2002, preziosa risorsa del Padova calcio femminile, impegnata sui due fronti della Primavera e della Prima squadra, desiderosa di riscatto dopo una stagione che l’ha vista rientrare sui campi di gioco dopo un lungo periodo di stop forzato.
Ciao Camilla, un bilancio della stagione appena trascorsa
“La mia stagione è stata condizionata da un infortunio subito al crociato a Novembre del 2018, ripartendo gradualmente nella preparazione solo dal Settembre del 2019; in quel lungo periodo non mi sono mai abbattuta, proseguendo con fiducia la riabilitazione, sostenuta dalla mia famiglia e dalle mie compagne di squadra, prendendo consapevolezza delle difficoltà del recupero proprio nel momento del rientro sul terreno di gioco; pur provando a spingere, notavo che non c’erano ancora le condizioni, il mio ginocchio richiedeva tempo fino al completo recupero avvenuto ad inizio di quest’anno; dispiace aver interrotto la stagione proprio nel momento in cui avevo ripreso la migliore condizione, avevo voglia di riscatto personale ma conto di rifarmi nella nuova annata”.
Differenze ed analogie tra Primavera e Prima squadra
“La differenza è sostanzialmente a livello fisico mentre a livello tattico dipende molto dalle indicazioni del mister, non certo dalla categoria di riferimento; ho avvertito un po’ il peso della responsabilità quando ho esordito in prima squadra, chiamata a sostituire una compagna titolare ma una volta entrata in campo, l’ansia e le preoccupazioni sono state superate”.
I tuoi punti di riferimento nella squadra
“Prendo come punto di riferimento le ragazze uno o due anni piu’ grandi di me, le quali rappresentano idealmente il prossimo step da raggiungere, il successivo gradino da scalare; tra le ragazze più grandi ammiro Sarain per la sua capacità di andare in rete nonostante giochi nelle retrovie da difensore”.
Che sensazioni avverti, giocando a calcio ?
“Quando gioco a pallone mi sento viva, avverto una sensazione piacevole e particolare; mi fa sentire me stessa, la definirei una seconda vita, una corsa ostacoli dove ogni Domenica sei chiamata a superare delle sfide così come accade nel vissuto quotidiano”.
A chi devi dire grazie nella tua carriera ?
“Devo molto a tre allenatori in particolare; in primis al mister del Mestrino, Alessandro Evangelisti che è stato il primo coach che mi ha seguito in carriera, dandomi fiducia, rendendomi consapevole delle mie qualità; il secondo nome è l’allenatore della prima squadra della scorsa stagione Giancarlo Murru, il terzo è il mister della Primavera Filippo Obetti, decisivo nel mio percorso di crescita a livello tattico”.
Prospettive per la nuova stagione
“Mi piacerebbe rimanere ancora a Padova, mi aspetto di riprendere il percorso di maturazione interrotto bruscamente in questa stagione; si preannuncia un anno pieno di obiettivi, dovendo sostenere anche l’esame di maturità”.