“La figura dell’agente ha aiutato molto nella consapevolezza del calcio femminile poiché le condizioni delle giocatrici stanno migliorando, possono vivere giocando a calcio ma anche dedicarsi alla crescita professionale”. Così esordisce l’entourage di una delle agenzie sportive più importanti in Europa. Gli agenti di Ozamba Sports sono stati raggiunti dai nostri microfoni. Guidata dal CEO Boris Rendambo, rappresenta diverse giocatrici in giro per il mondo. “Con noi le atlete hanno la possibilità di concentrarsi esclusivamente sul campo, mentre l’agente si occupa di tutto quello fuori”.
L’influenza della pandemia sembra non aver influenzato prepotentemente il normale flusso delle operazioni nel calcio femminile. “Il mercato non è cambiato molto in quanto le somme e gli stipendi non erano così importanti come per gli uomini. Ciò che è mutato sono le opportunità per le giocatrici extracomunitarie come per molte squadre; il processo di documentazione è diventato molto più lungo perciò le squadre hanno privilegiato le giocatrici dell’UE. I cambiamenti più radicali si possono trovare in Cina dove i club non hanno ingaggiato nessuna giocatrice chiave quest’inverno”.
Pensate che il Covid abbia fermato l’ascesa del calcio femminile?
“In qualche modo sì, ma dipende dalle misure adottate da ogni Paese. Se le donne non possono allenarsi o continuare a competere a causa del blocco, questo impedisce loro di migliorare. Il gioco è fondamentale per promuovere l’ascesa del calcio femminile. In Brasile, ad esempio, si dice che il calcio femminile ha sempre vissuto una pandemia a causa di tutte le difficoltà che sono esistite, dal divieto alla mancanza di investimenti. Quindi questa pandemia non è ciò che fermerà l’ascesa del gioco. Al contrario, in Italia, abbiamo assistito a un investimento anche durante la pandemia, che ha dimostrato che la crescita del calcio femminile non ha bisogno di essere rallentata in questo periodo”.
Come può crescere il calcio femminile “sfruttando” la situazione odierna?
“Abbiamo una risposta chiara con l’accordo storico firmato dalla FWSL con la BBC. Il calcio femminile dà visibilità ai match a un prezzo molto inferiore. Quindi dovrebbero essere messi in atto incentivi per attirare sponsor e sviluppare ulteriormente questo sport”.
Come vedete il calcio femminile italiano?
“Il nostro primo contatto con il campionato italiano è stato di giocatori è stato nel 2017 con l’approdo di Coline Bouby al Verona. Da allora, abbiamo visto che il livello è notevolmente migliorato e il campionato sta diventando più attraente. Ora abbiamo più giocatrici disposte a venire a giocare in Italia. La decisione della federazione di fare della Serie A Femminile un campionato professionistico dal 2022 migliorerà sicuramente la situazione aumentando gli investimenti, le sponsorizzazioni e la sua visibilità”.
Con la vostra agenzia gestite giocatrici da tutto il mondo. La grande distanza geografica influisce sulle vostre relazioni?
“Rappresentiamo atlete di 12 nazionalità diverse che giocano in 3 continenti. Riusciamo a farcela senza problemi grazie al nostro team che ha un background internazionale e diversificato. Le difficoltà della pandemia ci hanno mostrato come snellire i processi adattandoci al lavoro a distanza. Inoltre abbiamo un rappresentante locale nei paesi in cui operiamo (Brasile o Cina ad esempio). Le nostre atlete sanno che siamo sempre vicini a loro indipendentemente da quale potrebbe essere la situazione”.
La maggior parte delle vostre clienti sono molto giovani. Come ti comporti con loro?
“Le nostre giovani atlete hanno un’età cruciale in cui devono essere concentrate se vogliono andare avanti nella loro carriera. Il nostro ruolo è fornire loro gli strumenti necessari per svilupparsi tecnicamente, fisicamente e mentalmente. Per questo, creiamo un piano e le seguiamo settimanalmente. Mettiamo inoltre l’accento sulla loro educazione. Per noi è importante avere un buon rendimento accademico, che rifletterà sicuramente sul campo e sul loro futuro. Non stiamo solo lavorando per sviluppare un’atleta, ma anche per trasformare una giovane in un’adulta responsabile”.