Il Centro Storico Lebowski è un team toscano che prenderà parte al prossimo torneo d’Eccellenza. La squadra, cara alla presidentessa Ilaria Orlando e guidata dall’ allenatore Andrea Serrau, è stata capitanata nella passata stagione da Miriam Frangini. Nelle grigionere presente da due stagioni Micol Corsiani ventiquattrenne jolly difensivo, originaria di Impruneto, che abbiamo raggiunto per qualche battuta.

Micol come è nato il tuo feeling con il calcio?
Mi sono avvicinata al calcio a 8 anni grazie ad un amico di famiglia.. Ero solita giocare con i bambini al campetto, e una volta durante una sagra questo ragazzo vedendomi palleggiare mi si avvicinò dicendomi che avevano aperto una squadra di calcio femminile a San Marcellino. Ero talmente emozionata che esistesse una realtà del genere che dopo due giorni iniziai a giocare nell’A.C.F Firenze, in una delle prime squadre di pulcine completamente al femminile”.

Nei primi anni della tua carriera ti sei divisa tra calcio maschile e femminile giusto?
“Si, quando ho iniziato in Toscana eravamo due squadre femminili nel settore giovanile, noi e l’Agliana. Facevamo tra di noi un paio di partite all’anno, per il resto dell’anno giocavamo nel campionato maschile. Abbiamo giocato contro le squadre maschili fino a 14 anni e devo dire che ci siamo tolte delle soddisfazioni, per un periodo, tra l’altro molto bello giocavamo il sabato nel campionato maschile e la domenica in quello femminile, quindi erano dei ritmi molto serrati ma finché c’era da giocare con un pallone tra i piedi noi eravamo contente”.

Con il passare degli anni ti sei tolta anche diverse soddisfazioni vero?
“Uno dei ricordi più belli che ho è stato l’esordio in Nazionale Under 17 contro l’Inghilterra, eravamo tutte così agitate che nello spogliatoio ci mettemmo tutte ad occhi chiusi sulle panche a pensare alla partita. Fu una soddisfazione vincere 5-1 con una delle squadre favorite del girone. Un altro ricordo felice fu la partita contro la Roma all’epoca della primavera con l’ACF Firenze, in cui riuscimmo a ribaltare un risultato di 6-3 fuori casa con un 5-1 in casa dopo che eravamo andate in svantaggio 1-0 durante il primo tempo”. 

Lo scorso anno sei arrivata in questa nuova squadra come ti sei trovata e come è andaa la stagione?
“L’anno scorso sono arrivata al Llebowski e ho subito notato l’ambiente serio, ma anche giocoso che si respira in questa societ. Gli obbiettivi dell’anno scorso erano quelli di far crescere la squadra in prospettiva per il futuro, poi a causa del covid c’è stato uno stop e non so dire alla fine se siamo riuscite a rispettare i nostri obiettivi”.

Con quale spirito ripartirete in questa nuova stagione?
“Ripartiamo quest’anno con una squadra rinforzata, che ha delle buone individualità. Quello di cui sono più felice è il gruppo che sembra compatto e in armonia, spero che questo ambiente positivo nello spogliatoio permanga nel corso della stagione. Speriamo di fare un buon campionato e chissà, noi non ci precludiamo niente, se dovesse andar bene anche una ipotetica vittoria per salire di categoria Comunque l’intenzione del mister è quella di creare un gruppo in grado di salire di categoria e avere un seguito anche di pubblico, cosa che ancora nel calcio femminile manca”.

Come vedi il calcio femminile di oggi nella tua Toscana?
“Negli ultimi anni c’è stato un notevole incremento di interesse, che fa ben sperare per il futuro. Ho visto negli anni un cambiamento di prospettiva, all’inizio noi ragazze vedevamo lo sguardo perplesso delle persone ancora scettiche del calcio femminile, oggi, invece, è un po’ più nella normalità. Ciò che spero per il calcio femminile possa arrivare, un giorno, a poter ispirare le bambine che, come me, hanno sempre giocato con un pallone tra i piedi e che sappiano che i loro sogni possono realizzarsi e che questo sport, che crea legami tra persone di ogni età, forma a livello sia fisico che sociale e tempra il carattere non è una chimera ma è reale anche per loro”. 

Quale messaggio vorresti lanciare per il futuro del calcio in rosa?
“Diciamo che sono molto contenta del mio trascorso calcistico, ma come molte ragazze nel calcio ho fatto dei sacrifici e nonostante la passione ho preferito buttarmi sullo studio e intraprendere un’università che non si conciliava con l’impegno ad alti livelli nel calcio. Quello che spero è che nei prossimi anni, e già ci siamo più vicine, una calciatrice possa fare della sua passione il suo mestiere”.