Fare il preparatore atletico richiede tanta preparazione in materia ma anche dedizione e capacità di rapportarsi con le atlete. Un preparatore atletico deve essere sempre pronto a cambiare le carte in tavola in caso di necessità e questo lo sa benissimo Michele Zoccari, entrato a far parte dello staff della Jesina appena 5 anni fa, subito dopo aver terminato gli studi. Il lavoro da fare è tanto ed è pure delicato, soprattutto in questo periodo storico dove gli stop dovuti al Covid hanno rallentato la crescita calcistica di diverse squadre.
Qual è il tuo background? Come ti sei avvicinato alla società della Jesina?
“In ambito sportivo vengo da un altro mondo, facevo pattinaggio e non ho mai giocato a calcio. Ho fatto la triennale e la specialista di Scienze Motorie, laureandomi in magistrale in Educazione Funzionale. Con la Jesina la collaborazione è iniziata subito dopo. Ai tempi seguivo la Primavera e poi nei prima anni con la Prima Squadra mi occupavo più che altro del recupero infortuni, solo dopo è venuta la preparazione atletica. Nel mondo del calcio ho iniziato direttamente con le ragazze, non ho mai pensato di allenare nel maschile. Come esperienza fino adesso è stata positiva. Ho vissuto anche il cambio generazionale: l’approccio è diverso quando ti rapporti con ragazze tra i 14 e i 15 anni rispetto a quelle dai 17 in su”.
Trovi cambiata la preparazione atletica delle ragazze nel corso degli anni?
“Come movimento, rispetto a qualche anno fa, siamo molto migliorati. I livelli delle competizioni si sono alzati ed è diventato importante guardare ai movimenti che ora sono più strutturati. L’anno scorso con il Covid hanno continuato a allenarsi un po’ da casa, e quest’anno la difficoltà è stata riuscire a tenere una attivazione più mentale che fisica, soprattutto quando non sapevamo quando e se riiniziare tra novembre e dicembre, che è stato il periodo peggiore. Gli allenamenti erano meno intesi e si lavorava di più sulla prevenzione, la preparazione andava a rilento perché era tutto incerto. Quando abbiamo saputo che a gennaio avremmo ripreso, siamo ripartiti al massimo”.
Com’è stato il rientro dallo stop dovuto al Covid? È stata dura riprendere a livello fisico?
“Sotto le vacanze di Natale abbiamo sempre continuato ad allenarci e questo ci ha portato a reagire bene sin dalle prime partite. Poi con le tante gare ravvicinate è stato sempre un po’ difficile recuperare al meglio. Come staff cerchiamo di modulare i carichi anche in base al periodo in campionato e alle varie squadre. Rispetto agli altri anni abbiamo fatto tanto lavoro strada facendo, bisogna essere bravi a basarsi su chi ti trovi di fronte. Tra le nostre ragazze c’è chi va a scuola, e quando sono riiniziate le lezioni in presenza è stato faticoso per loro organizzarsi con gli allenamenti. Tanti fattori hanno un po’ inficiato il rendimento, cose che in una stagione “normale” non sarebbe successo”.
Che lavoro fate nel preparare i diversi incontri in campionato?
“C’è la parte di preparazione alla partita in base alle caratteristiche della squadra avversaria, con mister Iencinella che è sempre preparatissimo su questo. Io ovviamente ho un’idea di preparazione che porto avanti, poi rimodulo in base alle esigenze: se vedo che una partita è stata tosta e la risposta in allenamento non è quella che deve essere per ottenere un beneficio, vado a fare un lavoro diverso. La preparazione a inizio campionato è più standard, mentre nei periodi competitivi mantengo un’alternanza tra parte aerobica e forza e in caso di necessità, per evitare sovraccarichi, sono sempre pronto a modificare il piano di allenamento”.
È importante trovare connessione mentale per lavorare bene insieme?
“Se non c’è un buon feeling tra ragazze e staff non si lavora bene. Penso che sia la base, prima di ogni altro tipo di lavoro che può essere tecnico o fisico, altrimenti mancherebbe anche quella voglia di giocare che è il fattore principale, il motore di tutto, visto che questi campionati non permettono di vivere grazie agli stipendi calcistici. È la passione spinge le ragazze a giocare, se non c’è sintonia diventa tutto pesante e arrivano poi a mancare anche i risultati”.
Credit Photo: Facebook Jesina Femminile