Michele Ardito, Mister del Cesena, racconta a Calcio Femminile Italiano i risultati della propria squadra, analizzando la situazione tra le fila bianconere, attualmente in emergenza causa diversi infortuni.
Dopo due sconfitte consecutive contro il Tavagnacco e il San Marino, Ardito è reduce dal pareggio per 1 a 1 contro il Brescia: risultato che non è piaciuto alla formazione lombarda, che si è vista superare dal Como secondo classificato, rischiando così di non riuscire a festeggiare la promozione in Serie A durante l’ultima giornata. Anche al tecnico in riva al Savio l’esito della sfida non soddisfa appieno: avrebbe preferito un finale diverso, ma tiene cara la prestazione da vera squadra.
Il Cesena viene da una situazione deficitaria, con dieci giocatrici incidentate provenienti da infortuni più o meno lunghi, che coinvolgono anche importantissime titolari quali Costi, Carlini e Petralia. Prima della partita contro il Brescia pensava di recuperarle o sapeva già che avrebbe dovuto giocare senza cambi nella Prima Squadra?
“Confrontandomi con lo staff medico, la probabilità di recuperare le ragazze prima del match erano davvero remote. L’unica possibile sarebbe stata Petralia ma anche in quel caso si è rivelata una falsa illusione. A quel punto abbiamo deciso di preparare la sfida su undici giocatrici, data la situazione anomala”.
Dopo l’ottima prestazione contro il Chievo, il Cesena ha subìto due sconfitte di seguito che hanno lasciato presagire un finale di stagione amaro. Secondo Lei cos’è mancato in quelle due partite?
“Sicuramente sono state due sconfitte molto differenti. Quella contro il Tavagnacco deriva dalla troppa sicurezza data dalla salvezza matematica appena guadagnata (contro le clivensi, ndr), per cui dopo due settimane di allenamento intenso la squadra ha fisiologicamente tirato i remi in barca, oltre al fatto che il Tavagnacco stava lottando esso stesso per salvarsi. Abbiamo sicuramente sbagliato l’approccio: tutto quello che avevamo preparato non l’abbiamo messo in campo. Contro il San Marino eravamo già infortunate e abbiamo giocato contro una squadra ben organizzata: siamo andate in vantaggio per poi subire troppo la ripresa delle avversarie, facendole segnare su due nostri grossi errori“.
Poi è arrivato il Brescia: primo in classifica, volenteroso di mantenere la posizione e, perché no, festeggiare la promozione nella massima Serie. Secondo Lei si aspettavano forse una partita più alla portata, vista la differenza in classifica?
“È difficile pensare che il Brescia non si aspettasse una partita tosta. Probabilmente ci immaginava schierate con un altro modulo ma vista la situazione abbiamo messo in campo il 3-5-1-1, che si è rivelato vincente. Quello che abbiamo fatto noi è stato adottare una tattica di attesa: il Brescia doveva vincere e fare la gara, con giocatrici come Luana Merli o Brayda a cui piace giocare in campo aperto, quindi abbiamo palleggiato molto basso, facendo uscire le bresciane e andando via, provando il contropiede. Penso che la nostra tattica non sia stata di facile lettura: noi durante la settimana ci siamo preparati rivedendo le loro immagini, in modo da dar fastidio agli esterni. Abbiamo voluto puntare proprio su questo, per innervosire le avversarie: la poca lucidità sotto porta ci ha fatto sbagliare, ma abbiamo comunque avuto delle occasioni importanti“.
Il Cesena è solito dare il meglio di sé con le squadre più forti, nonostante le importanti differenze in classifica. Anche col Brescia è successa la stessa cosa …
“Assolutamente sì: dire che la squadra ha subìto non è corretto. Abbiamo giocato a calcio e volevamo vincere, nonostante gli infortuni e una Zanni fuori posizione, che ha dato il meglio di sé come mezz’ala. Questa non è la nostra classifica: possiamo parlare di una quasi vittoria contro la prima, quindi possiamo giocarcela con tutte”.
Vittoria effettivamente sfiorata quando all’87’ un guizzo non fortuito di Costa porta in vantaggio il Cesena.
“Costa si è fatta trovare bene in quella posizione, leggendo correttamente la giocata di Georgiou. La squadra aveva costruito il suo gioco, quindi il vantaggio è stato più che meritato: il Cesena ha fatto una grandissima gara“.
Il pareggio sembra quindi che vada stretto alle bianconere: secondo Lei perché è avvenuto?
“Le ragazze erano in grande difficoltà atletica, dato il caldo che nessuno si aspettava, oltre al fatto che sentivamo già finita la partita. Nel momento del gol le ragazze erano schierate male, le ha punite un calo di attenzione: Luana Merli ne ha approfittato agendo indisturbata, tanto che neanche Frigotto si aspettava che la palla entrasse in rete. Ma questo è normale e non condannabile: a fine partita c’è stato grande rammarico per la vittoria sfumata, ma quello che contava per me era la prestazione. E le ragazze hanno risposto alla grande, facendo una partita perfetta“.
Prossima partita, ultima di Campionato. Il Cesena gioca contro il Cittadella che Le ha portato fortuna in entrambi gli esordi, sia sulla panchina attuale sia su quella del Chievo. Cosa si aspetta?
“Sicuramente mi aspetto un Cittadella agguerrito che in casa vorrà chiudere bene. Gioco sul fatto che le mie ragazze hanno ottenuto la consapevolezza di essere una grande squadra. Mi aspetto una partita difficile, in cui entrambe le formazioni vorranno superarsi, ma abbiamo visto quante energie sappiamo tirare fuori”.
Lasciamoci con uno sguardo al futuro: cosa ne pensa del Cesena della prossima stagione?
“Dobbiamo fondare il nostro futuro su questa prestazione: non credo sia un’eresia dire che il Cesena potrà essere tra le prime 5 o 6 forze del Campionato. L’importanza della piazza è davvero alta: per me il Cavalluccio è obbligato a ripartire con queste premesse e sono sicuro che la Società allestirà una rosa più che adeguata a tale obiettivo“.
Photo Credit: Cesena Calcio Femminile