La Lazio Women ha iniziato il suo percorso nel calcio femminile nel 2015, quando Claudio Lotito ha acquisito il titolo sportivo della Lazio CF. Dopo anni pensati con l’obiettivo di restare in Serie B, ora per le biancocelesti è arrivato il momento di fare il salto di qualità, e a raccontarcelo è il Responsabile Settore Femminile delle aquilotte Mauro Bianchessi.
Mauro quanto è importante per la Lazio avere un settore femminile?
«Il Presidente dott. Lotito è stato uno dei primi fautori a voler incorporare il Femminile ai club maschili professionisti, per sviluppare e far crescere questo nuovo mondo. Questa scelta la dice lunga sull’attenzione della Lazio, sia a livello culturale che sportivo riguardo il femminile».
Partiamo dal 2019, anno in cui è iniziata questa sua avventura laziale nel femminile: cosa avete riscontrato nella prima stagione?
«In 29 anni di carriera nel professionismo maschile è stato come ritornare a scuola a scoprire un mondo, una mentalità, una cultura tutta nuova. Ho cercato di conoscere e imparare in fretta, perché il femminile è molto diverso dal maschile ma per certi versi molto stimolante. Quando il Presidente mi ha proposto anche questo incarico, non nego di avere avuto molti dubbi nell’accettarlo».
Negli anni successivi avete sempre centrato la salvezza: si poteva puntare a qualcosa di più o no?
«In passato c’erano questi obiettivi e sono stati raggiunti; oggi per varie ragioni il dott. Lotito ha voluto alzare l’asticella e anche di molto e gli obiettivi di conseguenza sono cambiati. Oggi l’obiettivo è andare in serie A. Il primo anno (lo scorso) mi ero prefisso di conoscere la categoria, e al secondo anno (questo) intervenire sul mercato per cercare di andare in serie A».
Lo scorso anno siete arrivate ad un passo dalla Serie A: cosa è mancato per centrare la promozione?
«Il Covid ci ha fermato sul più bello, secondi in classifica, scontri diretti con la terza (San Marino, ndr) a favore ma l’algoritmo, invenzione antimeritocratica e antisportiva, ci ha penalizzato, retrocedendoci al terzo posto in classifica. Ma questo è il passato, e io sono abituato a guardare avanti e a rimboccarmi le maniche».
In questa stagione avete dichiarato di voler salire in massima serie: come avete operato sul mercato?
«Con la Team Manager Monica Caprini, vero e proprio mio braccio destro, abbiamo preso giocatrici di livello internazionale con esperienze nei massimi livelli di campionati Europei e Champions per due semplici ragioni: primo vogliamo prendere quello che lo scorso anno l’algoritmo ci ha tolto, secondo dare un esempio concreto di professionismo e di esperienza alle nostre ragazze giovani che saranno tra qualche anno il nostro futuro».
Come sarà la prossima Serie B?
«Altamente competitiva, perché tutte le squadre si sono molto rinforzate, ma non cambia nulla, il nostro obbiettivo rimane la serie A».
Le dispiace del fatto di non avere più nella Lazio una giocatrice-simbolo come Cristina Coletta?
«È stato un dispiacere ammainare una bandiera, ma il calcio nel bene e nel male è questo. Finisce un ciclo anche per anzianità, e rimane un bellissimo ricordo incancellabile, però abbiamo il dovere di iniziarne un altro che è tutto da scrivere con tanta gioventù e entusiasmo».
Come state procedendo a livello giovanile?
«Per me il settore giovanile ha la massima priorità e attenzione, e in breve tempo dovrà essere il serbatoio principale della prima squadra. Abbiamo inserito nuovi allenatori provenienti dal maschile, per portare metodo e cultura di lavoro, e potenziato strutture e organizzazione».
Cosa ne pensa della situazione attuale del calcio femminile italiano?
«A livello tecnico e economico c’è una differenza abissale tra le prime 5 squadre di serie A e tutto il resto del mondo femminile. A livello di crescita, finché non ci saranno introiti economici importanti, e intendo diritti tv e sponsorizzazioni, non vedo a breve un cambio di rotta dall’attuale situazione. Oggi il femminile vive sulle spalle del maschile come se fosse una tassa da pagare».
Il professionismo femminile sarà realtà in Italia anche dal 2022: decisione corretta?
«Se non cresce il sistema di sviluppo del marketing inteso della vendita del prodotto del calcio femminile da parte della Lega, penso ma spero di sbagliarmi, sarà professionismo sulla carta ma non nella realtà. Oggi è solo una spesa senza ritorni economici, e prima o poi chi ci mette i soldi senza nessun ritorno economico può anche stancarsi di spenderli a fondo perduto, e concentrarsi di più sul calcio maschile, che è ad oggi totalmente l’opposto in termini economici».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia la SS Lazio e Mauro Bianchessi per la disponibilità.
Photo Credit: SS Lazio