“Non mi aspettavo la squadra al vertice ma ci speravo. E’ un piacere guardarle giocare”. Massimo Anselmi è il presidente dell’Arezzo Calcio Femminile e non può che essere fiero della sua squadra. Primato a punteggio pieno con il maggior numero di goal e Martina Ceccarelli capocannoniere del girone. Una società forte ed un gruppo che non può più nascondersi. Quando, e se, si rientrerà in campo si lotterà per il campionato. “Il nostro progetto è a lungo termine. Speriamo di tornare presto a giocare, ci mancano quei momenti”, racconta speranzoso nel corso del nostro colloquio:
Lei ha preso in mano la squadra da poco, cosa l’ha spinta a decidere di investire nel calcio femminile?
Ero vicepresidente della squadra maschile e, per motivi societari, mi sono avvicinato alla compagine femminile. All’inizio sono divenuto sponsor, poi la passione è cresciuta. I vertici precedenti mi hanno offerto la gestione totale della società come presidente ed ho accettato con grande onore. Dal punto di vista economico ora è un periodo difficile a causa della pandemia ma continuiamo a sostenere le attività in tutti i modi possibili. Voglio che il calcio femminile sia riconosciuto per i fatti ed ho trasmesso al mio staff questa mia volontà. E’ una sfida difficile ma l’ho accettata con entusiasmo. Non siamo una società professionista ma ci comportiamo come tale; le nostre ragazze meritano quanto gli uomini.
Un mercato davvero sontuoso: Ceccarelli, Cirri, Lulli, Valgimigli e altre; come avete fatto a convincere tutte queste calciatrici a sposare il progetto aretino?
Rappresentando loro un progetto vincente a lungo termine. Il Direttore Sportivo ha svolto un lavoro complesso ma in sostanza spontaneo. Ha solo raccontato loro quali sono i piani del club; ambizione ma anche equilibrio. La scelta è ricaduta su giovani calciatrici compatibili al fine di creare un’alchimia vincente. Volevamo che l’individualità sparisse in virtù di uno spirito di gruppo molto forte. Diverse atlete non si conoscevano quando sono arrivate, eppure abbiamo avvertito, sin dai primi allenamenti, questa unione che desideravamo
Alcune sue calciatrici mi hanno riferito una frase particolare “qui c’è un progetto serio”, me lo vorrebbe descrivere?
La prima cosa su cui ci basiamo sono le strutture. Volevamo che fossero proporzionate alle attività svolte rendendolo consono alla squadra. In seguito abbiamo creato il settore giovanile istituendo tutti i gruppi dall’Under 19 fino all’Under 10. Questo ci ha dato forte solidità; stiamo già valutando dei talenti nella selezione Under 15 da promuovere in prima. Garantiamo poi dei servizi importanti, come la salute, grazie ad un medico sociale specializzato che lavora per la società. Stiamo attenti ad ogni aspetto e ci comportiamo come professionisti. Anche la mia presenza è fissa. Lavorando vicino al centro sportivo mi ritrovo spesso a seguire le sedute di allenamento o le gare in tribuna. Mi sento vicino alle mie ragazze in tutto e per tutto vivendo la situazione.
E si aspettava che l’Arezzo lottasse per le posizioni di vertice?
Onestamente no, però lo avevo chiesto. In fondo abbiamo costruito un gruppo da vertice; essendo però tutto nuovo magari serviva tempo per amalgamarsi. Speravo che iniziassero bene e, devo dirlo, sono rimasto impressionato. Mi sono divertito a guardarle, il gioco, le prestazioni, la forza del gruppo, l’ordine, la concentrazione. Esprimono un calcio bellissimo.
C’è una giocatrice in particolare che l’ha impressionata in questo inizio di stagione?
Farei un torto se ne dicessi una escludendo le altre. Tutte hanno giocato e lavorato benissimo. Ceccarelli, Orlandi, la nostra capitana Verdi, Razzolini, Costantino; sono insostituibili. Nell’ultima partita, giocata contro il Riccione, avevamo diverse assenze a causa del virus. Non sapevamo se disputare la gara o meno; la Lega ci ha riferito che si poteva giocare e non abbiamo voluto violare le regole. Ne è uscita una prestazione straordinaria andata ben oltre la vittoria. Dire un nome solo sarebbe ingiusto.
La pandemia purtroppo ha costretto il campionato a fermarsi, lei è concorde con questa decisione?
Assolutamente sì, era più che opportuno. Le stesse calciatrici erano mentalmente deconcentrate e preoccupate. Non voglio dire che potesse essere fatto prima perché cambia poco. Era doveroso farlo per proteggere le ragazze. Noi abbiamo garantito dei test, ma non tutte le società potevano farlo, per questo sostengo a maggior ragione la decisione dello stop. Dispiace per la Coppa Italia (annullata quella di Serie C ndr) perché stavamo facendo bene ma ci atteniamo alle regole.
La sua società è una delle poche che ha garantito i test alle atlete…
Si sentivano in pericolo. Volevamo che non avvertissero minacce all’interno dell’ambiente Arezzo. Ma degli avversari non sapevamo nulla. Non so quanti altri club potevano permettersi di verificare la salute delle proprie tesserate, ma so per certo che per alcune era impossibile farlo a causa dei costi. Prima della gara col Riccione ci siamo riuniti diverse volte per comprendere lo stato mentale delle ragazze: si percepiva una forte preoccupazione.
Tra i nuovi innesti ci sono diverse giovani provenienti dalla Fiorentina, che rapporto avete con la società viola?
Un ottimo legame coltivato dal DS Lelli. C’è sempre stata massima collaborazione con tutte le società che abbiamo interpellato per motivi di mercato. E il fatto che molte ragazze si stanno trovando bene consolida maggiormente i rapporti per il futuro. E’ un valore aggiunto per noi.
Cosa si aspetta quando finirà questa pandemia? Che sviluppi si attende dal calcio femminile?
Spero che ci siano diversi cambiamenti. Alcuni di essi sono già in atto. Rilevo maggiore attenzione nei confronti del calcio femminile da parte di tutti. Anche la stampa (ci ringrazia per l’intervista ndr) deve continuare a valorizzare il movimento perché lo merita. Dopo la pandemia spero che tornino quelle emozioni che ci manca tanto vivere, che tornino i tifosi allo stadio, e che le Federazioni garantiscano più equità. Il Covid ha rivelato vistose disuguaglianze, anche riallacciandomi al discorso dei test, che non dovrebbero esserci.
Il professionismo cosa comporterà secondo lei?
Quelle tutele che le ragazze meritano. Sarà un passo positivo valutando quelli che saranno i costi di gestione rispetto a prima. Ma lo ritengo uno step necessario per giungere a quella uguaglianza che citavo prima. Le squadre di Lega Pro maschili sono professioniste; è giusto che anche le donne abbiano lo stesso trattamento.
Quali sono i piani futuri dell’Arezzo?
Tutto dipenderà dai risultati sportivi ma se prosegue il nostro trend positivo noi puntiamo a fare sempre meglio. Ad oggi vorremmo costruire un centro sportivo più moderno per raggiungere traguardi importanti. Non aggiungo altro perché siamo fermi da tanto e non so cosa accadrà quando ripartiremo. L’ambizione per ora è continuare la lotta al vertice e ce la metteremo tutta per portare l’Arezzo in alto.
Credit Photo: Andrea Lisa Papini