Marta Vergani cresciuta nel vivaio del Real Meda, ha indossato diverse volte la maglia azzurra a partire dalle selezioni della rappresentativa fino al arrivare a giocare in Nazionale Femminile Under 19 e in Serie B sempre con il Real Meda.
Giocatrice costante, veloce e con grande forza di volontà.
SCHEDA GIOCATORE
Nome: Marta
Cognome: Vergani
Data di nascita: 20 Maggio 1997
Team: Real Meda – Nazionale Femminile Under 19
Ruolo: terzino
Professione: studentessa
Le compagne di squadre ti definisco come una persona con non si arrende mai, che continua a sperare nella vittoria anche su 2-0 a dieci minuti dalla fine. Da cosa nasce tutta questa determinazione del “non arrendersi mai”?
Sinceramente non so da dove nasca tutta questa mia determinazione del non arrendermi mai…
Forse è una conseguenza del fatto che non voglio perdere, del fatto che ho sempre la speranza che in qualche modo riusciamo a ribaltare la partita se ci crediamo fino in fondo
Mancano ancora alcune partite alla fine della stagione. Il Real Meda si trova nella parte alta della classifica, al quarto posto alla pari con l’Orobica. Cosa ne pensi dell’andamento della tua squadra durante questo campionato?
Quest’anno fondamentalmente non stiamo andando male, ma purtroppo fino ad ora, durante l’arco del campionato abbiamo perso alcuni punti importanti su partite che erano alla nostra portata
Recentemente sei stata via con la nazionale U19. Raccontaci un po’ com’è andata
Andare via con la nazionale è sempre un esperienza emozionante.
Purtroppo però questa volta, anche se l’impegno è stato alto, non è stato sufficiente per poterci qualificare alla fase finale dell’europeo. Abbiamo subito incontrato un potenziale vincitore del torneo, quale la Spagna, che ci ha battuto sul risultato di 3 a 0. Anche se abbiamo giocato una bella partita sul piano tattico, purtroppo alcune nostre piccole distrazioni tecnico-mentali ci sono costate la sconfitta.
Nonostante il risultato della prima partita avevamo ancora la speranza di poter passare il turno. Dunque nella seconda gara abbiamo affrontato la Danimarca, con la quale però abbiamo pareggiato 1 a 1, subendo il gol negli ultimi minuti di gioco. Questo risultato ci ha dato il dispiacere e la consapevolezza dell’impossibilità di qualificarci.
Alla terza partita, abbiamo incontrato l’Irlanda del nord, con la quale abbiamo vinto 3 a 0, una piccola consolazione che ci ha fatto chiudere in “maniera positiva” questa nostra avventura, iniziata con una sconfitta, e che speravamo potesse andare in maniera diversa.
Sei una studentessa all’ultimo anno di liceo, ciò implica anche l’esame di maturità. E’ difficile conciliare studio con allenamenti e impegni con la Nazionale che ti costringono a stare via di casa per diversi giorni?
L’Attività sportiva mi procura un grande dispendio di tempo e di energia. Quindi si è molto difficile conciliarla con lo studio. Ma la passione per lo sport, l’emozione che mi provoca indossare la maglia della nazionale, la devozione al lavoro insegnatami dalla mia famiglia, mi spinge ad organizzarmi al meglio, studiando anche la sera tardi, per poter riuscire in entrambe le cose.
Il tuo più bel momento calcistico di sempre?
Ci sono molti momenti calcistici che ho vissuto e che mi porterò sempre nel cuore.
Ma penso che l’emozione più grande che ho provato sia stata giocare l’europeo U17 con le mie compagne, conquistare la qualificazione al mondiale e giocare quest’ultimo dando il massimo, arrivando ad un traguardo storico: il terzo posto mondiale.
Progetti futuri calcistici e non?
Per il futuro non ho ancora deciso niente di fatto. Mi piacerebbe comunque fare esperienza in A e riuscire a continuare gli studi in università.
Il numero 2 in Nazionale è un numero casuale o c’è qualche motivo?
No non ha nessun motivo in particolare, è semplicemente il numero da terzino destro.
Ti senti diversa quando indossi la maglia azzurra rispetto a quella del Real Meda?
Diversa no, ma qualche differenza c’è: con la nazionale senti di rappresentare la tua nazione, mentre con il meda, la tua società…
Comunque sia, l’impegno che ci metto è sempre lo stesso perché in entrambi i casi si rappresenta qualcuno che ci ha dato la sua fiducia dandoci la possibilità di far parte di un gruppo, di poter vivere emozioni indimenticabili, di poter fare quello che più ci piace al mondo: giocare a calcio, che è la cosa più bella e soprattutto divertente.
Francesca Fumagalli della redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia Marta Vergani
per la disponibilità e per il tempo dedicato alle esaustive risposte dell’intervista.
Un grande in bocca al lupo e buona continuazione!