Una grande squadra pone sempre le sue basi nella difesa, la vera spina dorsale di un gioco pulito, funzionale e tecnicamente organizzato. La scelta delle interpreti della retroguardia è quindi fondamentale, soprattutto per un club che punta in alto come il Como Women. I soli 2 gol subiti in 4 gare di campionato dimostrano la sua attenzione, e questo è merito anche di Marta Vergani, difensore classe ’97. Giocatrice duttile e d’esperienza, la brianzola è determinata e ambiziosa, pronta a cogliere le opportunità che la vita le offre senza mai smettere di sognare.
Che difensore sei? In quale ruolo ti trovi più a tuo agio e quali sono le tue caratteristiche?
“Sono un terzino. Mi trovo a giocare indifferentemente su entrambe le fasce, e anche se sono destra di piede spesso gioco a sinistra. Sono più un difensore di copertura, ma se c’è bisogno non esito a spingere sulla fascia. Nonostante sono bassa di statura, ho un buon tempo di inserimento e colpisco bene di testa. Sono brava nelle marcature e faccio dell’anticipo un punto di forza. Ciò che mi contraddistingue sono grinta e determinazione”.
Rapporto con la società e la nuova squadra: come ti trovi a Como?
“Premetto che è il mio secondo anno a Como, quindi mi trovo bene. Penso sia un’ottima società, ambiziosa, soprattutto quest’anno, in cui si è rivoluzionato totalmente lo staff tecnico e quello dirigenziale, e si sono poste le basi per un progetto sportivo importante. Poi il gruppo squadra è buono. Nonostante molte ragazze siano arrivate quest’anno ci siamo trovate in poco tempo. Siamo molto unite sia dentro che fuori dal campo. E facciamo di questo elemento la nostra forza”.
Hai già conosciuto De La Fuente all’Inter, con il quale hai vinto un campionato di Serie B. Come è stato ritrovarlo? Che rapporto c’è?
“Mi ha fatto molto piacere il fatto che il nuovo Mister scelto per allenare quest’anno il Como sia stato proprio Sebastian De La Fuente, perché oltre ad averlo già conosciuto all’Inter, penso sia uno dei tecnici migliori che si possano trovare. Con lui ho un buon rapporto”.
Tra poco tornerai a Ravenna, ma da ex (7/11). Come vivrai quella trasferta? Sei più intimorita o emozionata?
“Come tutte le partite “da ex”, penso sarà una gara sentita. Tuttavia, credo che questo rappresenti uno stimolo in più per permetterci di portare a casa tre punti importanti”.
Quali sono gli idoli calcistici ai quali ti ispiri?
“Se devo essere sincera, non è che ho degli idoli a cui mi ispiro. Anche perché diciamo che il calcio mi piace più giocarlo che guardarlo in tv”.
Sei laureata in progettazione dell’architettura con lode, lo studio per te è sicuramente importante… ma nel tempo libero? Hai altre passioni oltre al calcio?
“Mi sono laureata nella triennale in architettura al Politecnico di Milano e ora sono al secondo anno della magistrale. Ho scelto questo percorso perché mi piace disegnare e soprattutto dedicarmi alla progettazione, specialmente di interni. Oltre al calcio ho una passione per i film, soprattutto ho un debole per quelli d’animazione. Inoltre, mi piace viaggiare, scoprire e visitare sempre posti nuovi”.
Hai vestito la maglia della Nazionale in Under-17 e Under-19. Che esperienza è stata? Qual è il tuo ricordo più bello?
“Indossare la maglia della nazionale è sempre un grande onore, sono ricordi che porterò sempre con me. Sono stati tutti momenti bellissimi, ma quello più bello è l’esperienza in Under 17 con la quale abbiamo conquistato un bronzo europeo e un bronzo mondiale. In particolare, in Costa Rica, indimenticabile è la vittoria ai rigori nella finale terzo-quarto posto contro il Venezuela, con la quale avevamo e abbiamo tuttora raggiunto un obbiettivo storico. Ma un altro bel ricordo è stato quello di aver tirato il rigore decisivo sia contro l’Inghilterra (per accedere al mondiale) sia contro il Ghana, perché in quel momento avevo sulle spalle una grossa responsabilità, ma sapevo che tutte le mie compagne, il mister e lo staff riponevano la loro fiducia in me”.
Credit Photo: Como Women