Lasciare il calcio non è mai una scelta facile e Marta Carissimi ha dovuto affrontarla poche settimane fa annunciando la sua uscita dopo una carriera costellata da trofei e maglie importanti. Oggi abbiamo avuto il piacere di intervistare Marta Carissimi, ex giocatrice di Fiorentina, Bardolino Verona e Milan, e ci ha parlato dei progressi fatti dal movimento italiano, del gap da colmare con le altre nazioni europee e del suo futuro fuori dal campo.
Ciao Marta, credi che con le riforme apportate nei vari Consigli Federali post lockdown il calcio femminile abbia fatto quello step in più?
“Sicuramente sono un passo importante per continuare il percorso di crescita intrapreso. La riforma per il professionismo dalla stagione 2022/23 è la meta, occorre che tutto il percorso abbia step intermedi che consentano di arrivare a quel momento con una struttura solida e ben collaudata.”
Con la svolta dei Mondiali finalmente anche qui da noi il calcio femminile ha acquisito una consapevolezza tale da affermarsi in tutto il Paese anche se i pregiudizi ancora perversano. Qual è il miglior modo per combatterli? E tu ne sei mai stata vittima?
“I retaggi culturali che hanno caratterizzato la mia generazione e quelle precedenti si stanno sicuramente affievolendo. Purtroppo sono ancora presenti, ma la crescita del calcio femminile ora non può più fermarsi e permetterà, negli anni, di oltrepassarli. I media durante il mondiale hanno diffuso il calcio femminile, che è arrivato a tutti e ha appassionato molti. Proprio la passione e i valori che si percepiscono dal calcio femminile emozionano le persone e, nel tempo, abbatteranno i pregiudizi.”
Cosa manca al movimento italiano per raggiungere il livello degli altri Paesi europei a livello tecnico tattico?
“Non penso si possa parlare di differenza a livello tecnico tattico rispetto agli altri Paesi. Tatticamente la scuola italiana è la migliore, tecnicamente non abbiamo nulla da invidiare. Quello in cui siamo un po’ indietro è la loro intensità, ed esprimerla per tutta la durata della gara. Siamo partiti con 20 anni di ritardo, dobbiamo quindi fare in meno tempo quello che gli altri hanno fatto in tutti questi anni. L’ingresso dei club professionistici maschili sta permettendo di crescere velocemente e quindi col tempo raggiungeremo i loro livelli.”
Nella tua carriera hai avuto la possibilità di giocare con alcune delle squadre più importanti del nostro calcio. Qual è stata l’esperienza che più ti ha segnato calcisticamente parlando?
“Tutte mi hanno lasciato qualcosa, e da tutte ho appreso aspetti preziosi che hanno arricchito il mio bagaglio. Il Toro mi ha lanciata nella massima serie, a Verona ho vinto il primo scudetto all’ultima giornata di campionato, la Fiorentina è stata magica, la stagione perfetta. Al Milan pioniera del nuovo progetto sul femminile nel club italiano più titolato d’Europa. E poi l’Islanda, a contatto con una cultura di vita e calcistica completamente diversa dalla nostra, un’esperienza formativa a 360°.”
Per tutta la tua carriera sei stata una centrocampista precisa e simbolo di affidabilità. Qual è il bello di gestire tutto dal mezzo?
“Il bello di giocare in mezzo al campo è poter vedere a tutto tondo ogni aspetto della partita: bisogna essere di supporto agli attaccanti e un attimo dopo fare la fase difensiva. Nel mio modo di essere centrocampista voleva dire dare equilibrio alla squadra.”
Da pochi giorni hai deciso di ritirarti da questo sport. Come hai capito che era arrivata l’ora di uscire dal terreno di gioco?
“Non c’è stato un momento o una ragione precisa. E’ stata la fine naturale di un percorso, una decisione maturata nel tempo.”
Ora però bisogna pensare al tuo futuro. Ti piacerebbe rimanere nel mondo calcio oppure vorresti fare tutt’altro?
“Mi piacerebbe rimanere nel mondo del calcio e dello sport, per fare della mia passione un lavoro.”
Concludendo, come vorresti dare il tuo contributo al movimento anche fuori dal campo?
“Mi piacerebbe accrescere le mie competenze e trasmettere i miei valori, così da poterli mettere a servizio concreto per la crescita e lo sviluppo del movimento.”
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia Marta Carissimi per la sua disponibilità
Credit Photo: Instagram Marta Carissimi