Il Crema 1908 ha chiuso la prima stagione in Eccellenza uscendo sconfitto 3-2 in casa del Gavirate. La squadra di Elena Calderola, che ha centrato la salvezza nella categoria, ha celebrato, insieme alle gaviratesi, l’addio al calcio giocato di Manuela Basciu, difensore classe ’81, e da quattro anni ha vestito la maglia bianconera. La nostra Redazione ha raggiunto Manuela per risponderci ad alcune domande.
Manuela cosa è stato per te il calcio?
«Per me è tanto, mi ha cambiato tanto la vita. Ci sono i miei figli e poi c’è il calcio, non riesco ancora a parlare al passato. L’ho sempre vissuta come una priorità: passione, amore, impegno, dedizione, soddisfazioni, gioie e anche delusioni e pianti. Se una giornata è andata storta, ma è giorno di allenamento, allora si sistema tutto. È anche un momento di sfogo, svago e scarico. Inizialmente facevo atletica, poi a ventiquattro anni ho deciso di passare a diventare una calciatrice».
Perché hai voluto diventare un difensore?
«Terzino preferibilmente, perché mi piace correre e difendere e allo stesso tempo puoi salire fare sovrapposizioni e proporti nelle azioni offensive: si avvicina più alle mie qualità, che sicuramente non sono i piedi».
Quali sono state le squadre che ti hanno lasciato il segno?
«Sicuramente il Crema, che per me è casa, e poi le Nerazzurre, prima Atalanta, dove ho vissuto due anni bellissimi».
E la gara che ti ha lasciato dei bei ricordi?
«Difficile trovarne una in particolare, per me tutte le gare che ho giocato nella mia carriera sono state importanti».
Cosa ti ha portato a diventare nel 2019 una calciatrice del Crema?
«Il mio mister di quel tempo Giovanni Brusa (ora al Lumezzane, ndr) mi ha convinta a sentire il progetto del Crema e vedere di persona l’ambiente, e una volta messo piede dentro a quel centro è stato amore, poi da lì è nato e cresciuto tutto, il rapporto con le ragazze più uniche che rare, poi dirigenza e lo staff. Nonostante ci siano stati di mezzo due anni “particolari” con il Covid, penso si siano creati dei legami stupendi».
Quando hai capito che la tua storia d’amore col pallone sarebbe giunta al termine?
«Sono anni che dico che sarebbe stato l’ultimo anno, ma poi dicevo di no. In questa stagione ho fatto fatica, sapevo che quello era arrivato il momento di lasciare il pallone».
La stagione appena conclusasi col Crema è arrivata con la matematica salvezza. Secondo te l’obiettivo era in linea con le tue aspettative?
«Non proprio, per come siamo partite con l’organico che avevamo, saremmo state più in alto, poi ci sono state una serie di eventi che ci hanno portato a prenderci la salvezza».
Il campionato è terminato con un ko in casa del Gavirate: cosa è mancato, secondo te, per centrare un risultato utile?
«Abbiamo sbagliato l’inizio della partita, non eravamo in campo, poi siamo riuscite a recuperare, ma alle fine abbiamo perso. Era una partita da vincere, ma loro erano più convinte agguerrite e decise. Potevamo fare di più».
Alla fine di Gavirate-Crema le due squadre hanno offerto una passerella d’onore a te ed Elena Uggè, che è l’altra calciatrice ad aver dato addio al calcio. Ti aspettavi questo momento?
«No. Infatti, mi sono emozionata tantissimo, tanto che sono scoppiata a piangere. Peccato non sia arrivata la vittoria, ma quel gesto fatto dalle due squadre è stato emozionante per me».
Tra le squadre presenti nel campionato lombardo di Eccellenza c’è una che ti ha sorpreso di più?
«Sicuramente il Monterosso, perché è cresciuto tanto, ma non mi aspettavo di posizionarsi al secondo posto in classifica».
Che differenze hai notato tra il calcio del tuo tempo e quello di oggi?
«Il calcio femminile è cresciuto molto rispetto ai miei tempi, ora è più professionistico, c’è più attenzione in tante cose».
Che persona sei fuori dal rettangolo di gioco?
«Divertente, allegra, solare e molto emotiva. Non mi piace la monotonia, mi piace stare sempre in compagnia e sempre in giro, organizzare sempre qualcosa da fare. Mi adatto facilmente a qualsiasi situazione e persona. Amo ascoltare ma meno parlare. Mi piacciono quasi tutti gli sport basta che siano impegnativi e competitivi. Però mi piacerebbe sapere come mi vedono gli altri».
Cosa ti aspetti dal tuo futuro?
«Sicuramente rimanere nel mondo del calcio, in che modo ancora non lo so ancora, ma vorrei restare in questo ambiente».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’AC Crema 1908 e Manuela Basciu per la disponibilità.
Photos Credits: Manuela Basciu