Lisa Boattin è stata intervistata da La Stampa a poche ore dalla partita di Champions tra Juventus Women e Wolfsburg.
DA GUARINO A MONTEMURRO – «Ho lavorato parecchio in campo e gioco tanto, questo mi dà più fiducia e la avverto anche dalle compagne. A Guarino, con cui mi scontravo anche, devo tanto perché mi ha costruito e incanalato, Montemurro mi chiede di entrare nel vivo del gioco, mi sta spingendo ad andare oltre la corsa sulla fascia che è la mia caratteristica. Credo di aver acquistato più confidenza e posso rischiare qualcosa in più di un tempo».
WOLFSBURG – «Sì è il momento di portare a casa dei punti. Contro il Chelsea abbiamo giocato bene ma perso. E io odio perdere persino in allenamento, sto proprio male per ore. Dovremo essere più concentrate, se possibile, perché il Wolfsburg ha meno individualità delle inglesi e un gioco corale. Sfrutta benissimo le palle inattive».
ALLIANZ STADIUM – «La prima volta, contro la Fiorentina nel 2019, al fischio finale mi sono messa a piangere. Troppe emozioni, era anche mancata pochi giorni prima mia nonna. Contro il Chelsea è andata già meglio, brividi tanti il rischio di volare via con la testa pure ma almeno non ho pianto».
IDOLO – «Da ragazzina Nedved perché mi chiamavano “furia” ed era mancino come me. Ho sempre apprezzato Marcelo come terzino per l’estro e la campionessa francese Renard per la tranquillità con cui gioca e prevede le mosse dieci minuti prima delle altre».
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