Il Pontedera ha vinto domenica contro il Chievo Verona una partita importantissima in chiave permanenza in Serie B. La rete l’ha segnata l’attaccante classe ‘93 Linda Gavagni, che ha realizzato la sua seconda reta stagionale. La nostra Redazione ha raggiunto la calciatrice pontederina ai nostri microfoni.

Linda perché ha scelto di diventare un’attaccante?
«Ho iniziato a giocare a 14 anni, andai al campo, ero veloce rispetto alle altre compagne e mi hanno messo esterno d’attacco: diciamo che non mi ho scelto, mi hanno messo in quella posizione».

Qual è il gol più bello che hai segnato?
«Il gol più bello l’ho segnato l’anno scorso contro la Pistoiese, primo perché ha permesso al Pontedera di vincere la partita, secondo perché tornavo dopo un brutto infortunio».

Come sono stati i tuoi primi passi con il pallone?
«Da piccola giocavo sempre nel campetto dietro casa, sia coi miei amici che col mio babbo. Poi a dodici anni ho iniziato a giocare nell’Agliana».

Cosa ti ha portato nel 2017 a scegliere il Pontedera?
«Ho scelto di andare al Pontedera perché in squadra c’è l’allenatore Renzo Ulivieri: diciamo che sono contenta di aver fatto questa scelta, perché grazie a lui sono cresciuta tanto».

Lo scorso anno avete centrato la promozione in B: cos’è stato per te quel momento?
«Un po’ di amaro in bocca ci è rimasto, perché mancavano poche partite e diversi punti davanti. Vincerlo sul campo sarebbe stato meraviglioso, comunque è stato bello per le opportunità che abbiamo avuto, visto che provenivamo dalle zone della Toscana, quindi è stato bello giocare un campionato di livello come la Serie C».

Prima dell’inizio della cadetteria la doccia gelata: vieni squalificata per sei mesi, ma poi viene annullata.

«In realtà avevo torto pieno, perché non era possibile giocare nel femminile e poi allenare in un’altra squadra. Quando mi è arrivata la squalifica ci sono rimasta male, perché sei mesi li ho trovati esagerati. Ulivieri però mi ha tranquillizzato e mi aveva detto che la società avrebbe fatto ricorso, Fortunatamente la squalifica è stata annullata. Volevo fare assolutamente la Serie B e ho perso solo due mesi, quindi mi è andata bene, soprattutto alla nostra squadra, perché se perdiamo una o due giocatrici fanno la differenza».

Domenica sei stata decisiva contro il Chievo: quanto ha contato per te quel gol?
«Aver trovato quel gol ci ha dato un po’ di sollievo e anche la speranza di portare a casa quella partita. Ero contenta per la rete, ma avevamo 85 minuti davanti, visto che il Chievo ci ha poi messo in difficoltà, ma grazie al sacrificio, alla difesa e al portiere Giorgia Bulleri abbiamo portato a casa tre punti importanti per la salvezza».

Riuscirà il Pontedera a salvarsi?
«Ce la possiamo fare, dipende tanto da noi, possiamo giocarcela con tutte».

Che Serie B hai visto al (quasi) giro di boa?
«Secondo me un campionato competitivo ed equilibrato, di livello rispetto a quello che ho fatto qualche anno fa».

Ce la farà il calcio femminile italiano a diventare grande?
«Speriamo perché dipenderà dalla voglia di investimento da parte della Federazione, dalle tv e dalle società maschili. Credo possiamo arrivare a livello dei paesi europei».

Quanto inciderà il professionismo nel calcio femminile?
«Tantissimo perché dai l’opportunità alla ragazza di vivere solo di calcio, permettendo al calcio femminile di alzare il livello. Se ci danno i mezzi possiamo competere con il resto del mondo».

Che persona sei fuori dal campo?
«Io sono “vecchia” dentro, perché sono una ragazza che studia Scienze Motorie, sono segretaria di una società sportiva, mi alleno e mi godo la famiglia».

Quali sono i sogni che vorresti ancora realizzare?
«Mi piacerebbe centrare la salvezza col Pontedera e magari diventare una calciatrice professionista, personalmente spero di laurearmi e lavorare nel mondo dello sport».

La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’Us Città di Pontedera e Linda Gavagni per la disponibilità.

Photo Credit: Us Città di Pontedera CF

Elia Soregaroli
Nato il 12 luglio del 1988 a Cremona, Elia ha sempre avuto una grande passione per il mondo del giornalismo, in particolar modo a quello sportivo. Ha tre esperienze lavorative in questo settore, IamCalcio, ManerbioWeek e BresciaOggi, un workshop con l'emittente televisiva Sportitalia, e uno stage curricolare con il Giornale di Brescia. Si avvicina al calcio femminile nel 2013 grazie ai risultati e al percorso del Brescia CF e da allora ha cominciato ad occuparsi anche del movimento in rosa.