Ha ancora un paio di stagioni da giocare nel campionato Primavera, eppure è tra le veterane della squadra: la maglia della Res Roma è la sua seconda pelle ed è destinata a diventare un’icona del club giallorosso. Veloce, forte fisicamente e dotata di un gran tiro (vedasi il gol contro la Fiorentina nella semifinale di andata), è diventata una pedina fondamentale nello scacchiere della plurititolata squadra di mister Melillo.
Camilla Labate, attaccante classe ’99, ha avuto l’onere e l’onore di calciare il rigore che ha portato nella storia la Res Roma: a pochi giorni di distanza racconta le emozioni di quel giorno ma soprattutto di quel momento in cui il suo piede ha riscritto la storia del calcio femminile giovanile italiano.
Terzo scudetto per la Res Roma, storico traguardo mai raggiunto prima. Quali sono le sensazioni a qualche giorno di distanza?
Entrare nella storia era il nostro sogno da due anni, quando vincemmo il primo scudetto e ora che ci siamo riuscite non ci sono parole con cui possa esprimere l’emozione e la gioia che provo, ancora non riesco a realizzare.
Come hai vissuto i giorni prima della finalissima?
A dire la verità li ho vissuti con tranquillità, pensando soltanto che fosse una normale partita di pallone. Ero carica, non vedevo l’ora che arrivasse il momento di scendere in campo e dare il massimo per la squadra, per portarci a casa lo scudetto.
Nei minuti finali avete rischiato di compromettere tutto. Cosa vi è successo?
Siamo calate sotto il punto di vista fisico e abbiamo un po’ abbassato la guardia, e, soprattutto, ci siamo innervosite tra di noi, per questo abbiamo preso i due gol.
Al momento dei calci di rigore cosa pensavi quando le tue avversarie sistemavano la palla sul di dischetto?
Ho pensato a due cose: principalmente speravo che Alessia riuscisse a parare i rigori per portarci in vantaggio; inoltre, ho ripensato alla nostra prima finale, quella contro il Firenze, dove vincemmo proprio ai calci di rigore dopo aver rimontato due gol, solo che stavolta la situazione era invertita.
Hai realizzato il rigore decisivo. Prova a descrivere i momenti prima del tiro e il momento in cui hai visto la palla gonfiare la rete…
Prima di battere il rigore avevo il cuore a mille, non volevo neanche calciare per paura di sbagliare, ma alla fine, grazie alle compagne mi sono calmata.
Poi, quando ho visto la palla in rete sono corsa dalle compagne e dagli ultras e mi ricordo di essere scoppiata a piangere per la gioia… ero troppo felice!!!
A chi dedichi questo scudetto?
Il tricolore lo dedico a mia madre per tutti i sacrifici che ha fatto per farmi inseguire questo sogno e perché è sempre stata lì a incitarmi. Poi lo vorrei dedicare a chi mi ha aiutato a crescere nel corso dell’anno, soprattutto dal punto di vista caratteriale, e che mi ha ascoltato e aiutato nei momenti difficili.
Credit Photo: Comunicato Stampa (Res Roma)