Mario Reggiani è l’allenatore del Football Milan Ladies, squadra che ha disputato un’ottima stagione riuscendo a conquistarsi la permanenza in Serie B, posizionandosi al terzo posto nella classifica del Girone B dietro a Orobica Bergamo e Femminile Inter Milano.
La squadra ha concluso la stagione in terza posizione, garantendosi così la permanenza in Serie B anche per il prossimo anno. Ci fai un bilancio di questa stagione?
Se devo fare un bilancio della stagione, devo farlo a 360 gradi. E’ facile dirsi soddisfatti del risultato ottenuto, dato che, ai nastri di partenza, poteva sembrare più un sogno che un obiettivo. Credo che però la vera soddisfazione, e spunto di riflessione per l’anno vissuto, sia osservare come il gruppo ha ottenuto questo risultato, partendo dall’approccio al lavoro che è stato esemplare, fino alla valutazione delle prestazioni sia della squadra sia dei singoli. Questo, dal mio punto di vista, deve essere il vero focus dell’anno trascorso: avremmo potuto anche non centrare il terzo posto, ma aver potuto constatare una crescita di ogni singola ragazza, e di conseguenza, della squadra tutta, è la nostra vera vittoria. Si dice sempre che nelle prime squadre conti il risultato, e la cosa di per se è innegabile, ma noi staff dobbiamo sempre tener presente che siamo in primis dei formatori, e dobbiamo fare in modo che ad ogni persona che circola sul campo rimanga qualcosa attaccato. Noi compresi, ovviamente, credo che dalle ragazze si impari tantissimo.
In quali aspetti credi che il Milan Ladies sia migliorato di più in questo campionato e su cosa invece ti concentrerai maggiormente a partire dal prossimo anno?
Posso fare un paragone col Milan Ladies visto il 3 settembre in Coppa, ed il Milan Ladies attuale: siamo partiti come squadra tenace, con una fase di non possesso aggressiva e attenta, ed abbiamo concluso come squadra ragionante, cercando fin dove concessoci dalle avversarie, di giocare propositive. Di sicuro arrivare a questo è stato dispendioso, e abbiamo riscontrato, durante la stagione, degli alti e bassi: questo è il primo punto da migliorare, la continuità, ma son certo che la squadra, chiunque ci sia ad allenarla, l’anno prossimo sarà in grado di dare costanza di approccio alle partite. Un altro punto di attenzione, correlato al precedente, e altrettanto punto di forza ma allo stesso tempo da evolvere, è l’imporsi sugli eventi invece che subirli: si può programmare la gara perfetta, ma amo tremendamente il calcio proprio perchè nel momento in cui pensi che vada tutto liscio, subisci un goal imparabile da 30 metri che ti cambia tutta la musica. Quello è il momento in cui la squadra, invece che subire il colpo, deve tirarsi su le maniche e rendersi plastica alla situazione. Tante volte abbiamo reagito bene, riuscendo a riprendere e ribaltare le partite, ma qualche volta è subentrata la frustrazione: saremo diventati una squadra forte quando questa ultima situazione sarà del tutto risolta.
Quale sarà l’obiettivo per la prossima stagione?
Di sicuro la società deve puntare a mantenere la categoria. La nuova Serie B, è un palcoscenico certamente notevole, e rimanerci deve essere la priorità. Sarà un girone che presenterà un livello elevato a livello tecnico, e società di sicuro attrezzate ad affrontare in modo adeguato e competitivo la categoria. Per poter salvarsi, l’obiettivo deve essere quello di incrementare il lavoro, perchè una squadra organizzata ed intensa può dire la sua anche con avversarie che possono permettersi più lussi.
Come valuti l’arrivo di club professionistici maschili nel settore femminile?
Credo che la situazione debba essere vista a 360 gradi. E’indiscutibile che l’entrata di club professionistici nel settore femminile possa garantire maggiore visibilità, che porta come corollari maggior fondi e migliori strutture, condizione necessaria affinchè le ragazze possano lavorare bene. Come ogni cosa, però, deve essere affrontata con gradualità. In Italia abbiamo la cultura del tutto e subito, e troppo spesso siamo portati a pensare che il risultato sia l’unica cosa che conta. Penso invece che centrare risultati sportivi sia frutto di un lavoro programmato a medio lungo raggio, ed esempi come la Fiorentina, Sassuolo e Chievo siano positivi in merito: hanno assorbito società già operanti, e con la gradualità le hanno portate poi ad affermarsi ognuna a suo livello. Non condivido invece gli estremi, sebbene capisca, soprattutto a livello di immagine, che possano dare una spinta notevole verso l’interesse globale: non a caso, quest’anno il calcio femminile è stato molto più seguito e conosciuto, ed i 7.500 spettatori presenti ad Italia-Belgio ne sono una testimonianza inequivocabile.
Quali credi che siano gli aspetti da migliorare nel calcio femminile italiano per poter arrivare al livello di quello europeo?
Detta semplicemente: la cultura, a partire dai settori giovanili, che si stanno espandendo. Si stanno affacciando tante bambine e ragazze al calcio femminile, e questo deve dare la spinta per pensare ad una programmazione che metta la giovane calciatrice, e non il risultato, al centro dell’attenzione. In questa maniera, tra qualche anno avremo un bacino d’utenza ampio e preparato dai punti di vista tecnico, tattico e fisico che darà un ventaglio di scelte e club e nazionali per poter competere a livello europeo. Sono fermamente convinto che arriverà anche il nostro calcio ai livelli internazionali più interessanti, se vengono rispettate le giuste tappe di crescita.
Un grande ringraziamento alla società Football Milan Ladies e a Mario Reggiani per la disponibilità dimostrata!
Credit Photo: Pagina Facebook Milan Ladies
Credo che le sagge parole di mister Reggiani sfatino, inequivocabilmente, le voci secondo le quali la società Milan sarebbe intenzionata ad emulare la Juventus. Con questo non intendo che la Juve abbia sbagliato, al contrario ritengo che sia stato un necessario e ottimo apripista per l’avvenire del calcio femminile. Ora però, come giustamente dice mister Reggiani, bisognerà essere più lungimiranti che precipitosi, bisognerà creare un terreno solido e che resista nel tempo per far sì che queste nostre fantastiche ragazze possano finalmente ambire ad una realtà professionistica degna di questo nome.
Un po come sta già facendo il Manchester United (n’est pas?). E chissà, forse è proprio questa saggezza anglosassone ad aver aperto alcune menti alla consapevolezza.