Ultimo impegno stagionale in casa per la Fiorentina Women’s FC, che affronterà domani il Tavagnacco di Amedeo Cassia. Una gara sulla carta non facilissima per le gigliate, che dovranno fronteggiare il capocannoniere del torneo Lana Clelland, ma dalle motivazioni incredibili. I 6 punti di vantaggio sul Brescia secondo a due turni dal termine non sono infatti indice di titolo matematico per la formazione di Fattori e Cincotta, ma sarà sufficiente un punto alla capolista per festeggiare di fronte ai propri tifosi la conquista del tricolore. In esclusiva per Violanews, Katia Serra – ex giocatrice e attualmente voce di Rai Sport e Responsabile del Settore Calcio Femminile AIC – ha presentato l’appuntamento di domani, ultimo viatico verso le sfide europee che il prossimo anno attenderanno le viola in Champions League.
Domani, la Fiorentina Women’s FC disputerà una storica partita al Franchi. Che significato riveste per la Società e per le ragazze che scenderanno in campo?
“Con questa bella idea mi auguro che ci sia una risposta da parte della città. Lo meritano le ragazze e anche la Società e sarebbe un segnale importante per questo movimento. Tuttavia leggo un po’ di numeri sui biglietti venduti ma li trovo ancora molto bassi. Spero che da qui a domani cresca ancora l’apporto dei tifosi. Giocare al Franchi significa sentirsi calciatrici e loro già lo sono, perché la Fiorentina – almeno in Italia – è l’unica società che ti permette di essere tale anche se ci sono altre realtà che lavorano bene, il Brescia su tutti. A Firenze, le giocatrici hanno la possibilità di allenarsi tutti i giorni, con staff e strutture di alto livello e possono sentirsi gratificate nella loro professione e il palcoscenico dello stadio diventa una sorpresa, anche se dovrebbe essere la normalità“.
Normalità che però, almeno per ora, è l’impianto del Bozzi. Il Franchi potrà diventare a tutti gli effetti la casa della Fiorentina femminile?
“Se potrà diventare lo stadio di casa non lo so, ma posso fare un paragone: quando giocavo in Spagna – al Levante nel 2009/’10 n.d.r. – erano già molto più avanti di noi anche se non ho mai calcato impianti di grande caratura internazionale, ma guardando oggi la Liga osserviamo che le squadre femminili giocano negli stadi ufficiali, con migliaia di persone sugli spalti e penso che il nostro obiettivo debba essere questo. Anche in Italia possiamo arrivare a tale risultato, ma purtroppo siamo ancora indietro con la mentalità e fatichiamo ad aprirci“.
In questi due anni, il progetto promosso dalla Società ha ricevuto numerosi riconoscimenti e si è evidenziata a livello internazionale. Nella prossima stagione arriverà la prima partecipazione alla Champions League: potrà ambire a traguardi importanti?
“Al momento nessuna squadra italiana può ambire a traguardi importanti in Europa. Anche con un mercato di alto livello, purtroppo, finché non ci sarà un campionato di buona caratura non si potrà ambire ad arrivare oltre i quarti di finale. Le squadre europee che competono per la Champions hanno infatti budget e strutture organizzative che consentono di costruire formazioni più attrezzate: penso a PSG, Manchester United, Wolfsburg, Lione. Quale sarà l’ambizione della Fiorentina lo determinerà il mercato, ma la sensazione è quella di poter sperare di giocarsela e al massimo di uscire a testa alta“.
Quanto tempo serve ancora affinché anche in Italia il movimento femminile possa crescere e diventare competitivo?
“Prima di tutto è importante che anche altre Società riescano a seguire l’esempio di Firenze, come Inter, Milan, Juve, Napoli, Torino, Bologna. Allora sì tra qualche anno chi vincerà lo scudetto in Europa potrà essere competitivo. Penso che per arrivare ad esserlo in Europa serviranno ancora 10 anni, mentre mi auguro che nel giro dei prossimi due possano arrivare a crescere anche le altre realtà. La Fiorentina ha bisogno di altra concorrenza, non solo di quella del Brescia. Inoltre, per crescere e diventare davvero competitivi è fondamentale introdurre il professionismo: in tante Nazioni è già previsto, mentre fino a che anche da noi non vivremo il calcio come un lavoro non ci potrà essere un confronto“.
In ultima analisi, la Fiorentina sta dando anche parecchie calciatrici alla Nazionale, anche in vista del prossimo Europeo estivo in Olanda. Che quotazioni avranno le Azzurre potendo fare affidamento sul blocco viola?
“L’Italia dovrà cercare di fare bella figura già nel primo turno in un girone difficile. Sono convinta che abbiamo una buona Nazionale ma abbiamo pochissime speranze di passare il turno. La Germania è la prima potenza in Europa, mentre la Svezia non è da meno ed è finalista dell’Olimpiade. Sicuramente l’infortunio di Parisi sarà una gran perdita per la squadra“.
Credit Photo: https://www.facebook.com/KatiaSerraOfficial/
Buongiorno,
esprimo il mio modesto parere sul gap che esiste tra la ns. nazionale e quelle di altri paesi:
non è la ristrutturazione dei campionati nazionali che colmerà il gap,ma la possibilità delle ragazze di poter accedere al mondo del professionismo, con tutte le tutele possibili; se non sarà così e finchè le ragazze dovranno scegliere fra giocare e lavorare, nulla cambierà.Occorre “obbligare” le società maschili professioniste a gestire anche le squadre femminili:visti i costi dei professionisti maschili strapagati sarebbe uno sforzo risibile!