Il Sassuolo ha perso 1-0 contro la Fiorentina nella quattordicesima giornata di Serie A, con le neroverdi che restano al settimo posto del massimo campionato italiano con undici punti. Tuttavia, se le sassolesi sono rimaste in partita con le Viola fino al novantesimo, il merito va anche ad Isabella Kresche, portiere classe ’98 e arrivata quest’anno in terra emiliana dopo le esperienze al Gossendorf, Neulengbach, LUV Graz e St Pölten. La nostra Redazione ha raggiunto Isabella per risponderci ad alcune domande.
Isabella cosa ti ha portato a giocare a calcio?
«Mio fratello maggiore ha sempre giocato a calcio e mio padre era un allenatore. Crescendo, essendo per lo più del tempo su un campo di calcio, il mio amore per questo sport si è sviluppato in tenera età. Dal giorno in cui sono riuscita appena a correre, ho sempre avuto un pallone da calcio tra le mani o sui piedi. Quando ero più giovane giocavo anche a tennis e gare di sci, ma il calcio è sempre rimasto il mio vero amore».
In che modo hai capito di essere un portiere?
«A circa dieci anni ho iniziato a giocare in entrambi i ruoli, facendo il centrale e il portiere, prima giocavo solo come difensore centrale, principalmente per la mia altezza. A dodici anni ho scelto di stare in porta. Anche mio fratello, attaccante, ha appoggiato molto questa decisione».
Tu hai giocato in squadre come Gossendorf, Neulengbach, LUV Graz e St Pölten. Quali di queste quattro squadre hanno lasciato il segno nella tua carriera calcistica?
«Sicuramente la mia ultima squadra SKN St Pölten. Ho giocato con loro per sei anni, ho avuto tutti i miei alti e bassi nella mia carriera. Dall’infortunio grave alla qualificazione alla Champions League. Lì sono cresciuta da ragazzina a donna, da giocatrice dilettante a firmare il mio primo contratto da professionista. Tutte le giocatrici e gli allenatori che ho incontrato hanno influenzato non solo il mio stile di gioco del calcio, ma mi hanno anche aiutato a crescere come persona».
Restando sul St Pölten tu hai anche avuto la possibilità di giocare in Champions. C’è una partita che ti ha lasciato dei bei ricordi?
«I ricordi migliori e allo stesso tempo peggiori sono state le gare contro il Rosengard. Abbiamo giocato partite fantastiche, essendo inaspettatamente vicini alla vittoria ma non siamo riusciti a passare il turno. Emotivamente sulle montagne russe, ma alla fine ero davvero orgogliosa della prestazione mia e della squadra».
Cosa ti ha portato quest’anno a vestire la maglia del Sassuolo?
«Fin dal primo momento, ho adorato l’idea di essere in una squadra con quello stile di gioco. Poter giocare in un sistema che mi permette di giocare di più con i piedi ed essere libera nelle decisioni in campo, mi è sembrato un modo allettante per iniziare il mio viaggio lontano dall’Austria».
Per te si tratta della tua prima esperienza in un paese estero. Com’è stato il tuo primo impatto?
«Quando ho deciso di andare fuori dall’Austria, dubitavo di poter trovare un’altra squadra che mi facesse sentire a mio agio. Ma mi sono sbagliata. Fin dal primo momento mi sono sentita accolta dalle giocatrici, dallo staff e da ogni altra persona italiana che ho incontrato».
Che differenze hai notato tra il calcio italiano con quello austriaco?
«Confrontando i due campionati, noto che c’è un’enorme differenza tra loro. In Serie A le squadre tendono a giocare corte e veloci, mentre in Austria sono soliti i lanci lunghi. Per questo motivo, le decisioni devono essere prese molto più velocemente qui che in Austria».
Quattordici partite sono passate e il Sassuolo in Serie A si trova al settimo posto. Secondo te questo piazzamento è in linea con le tue aspettative d’inizio stagione?
«Come ogni sportiva, tutte vogliono essere al primo posto. Dato che eravamo una squadra completamente nuova, ho pensato che sarebbe stato difficile connettersi velocemente, ma credo che siamo già cresciute bene durante tutta la stagione, e abbiamo anche ottenuto risultati impressionanti, come nelle partite contro Juve e Inter. Certo, c’è ancora del lavoro da fare, ma dimostra di cosa è capace questa squadra».
Come valuti la Serie A dopo quattordici giornate di campionato?
«La Serie A è davvero equilibrata. Tutte le squadre possono vincere l’una contro l’altra, motivo per cui ogni giornata è emozionante. Non sai mai quale sarà il risultato».
Attualmente fai parte della Nazionale austriaca, entrando anche nelle ventitré convocate per l’Europeo dello scorso anno. Che esperienza ti ha lasciato nel mese vissuto con la “Das Team” in Inghilterra?
«Essere convocata in nazionale mi rende sempre orgogliosa, ma essere presente per un evento così grande è stato epico. Battere un record dopo l’altro e stare con le persone, che per me sono una famiglia, lo ha reso davvero speciale. L’atmosfera negli stadi, le possibilità dentro e fuori dal campo erano semplicemente fantastiche e mostravano dove poteva essere il calcio femminile».
Che persona sei al di fuori dal rettangolo di gioco?
«Dipende da quanto mi sento a mio agio. Mi descriverei come calma all’inizio, ma quando qualcuno mi conosce più da vicino di solito sono loquace, premurosa e un po’ pazza».
Che obiettivi vorresti centrare ancora in futuro?
«Nel lungo breve termine vorrei portare la squadra a metà classifica. A lungo termine spero di rimanere in salute ed essere in grado di giocare ancora a calcio ad alto livello».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’US Sassuolo Calcio e Isabella Kresche per la disponibilità.
English Version
Isabella Kresche, Sassuolo: “I want to take the team to mid-table this year. Serie A? Really balanced”
Sassuolo lost 1-0 to Fiorentina on matchday 14 of Serie A, with the black and greens remaining in seventh place in the Italian topflight with eleven points. However, if the sassuolos remained in the game with the Viola until the 90th minute, the credit also goes to Isabella Kresche, goalkeeper born in ’98 and who arrived in Emilia this year after experiences at Gossendorf, Neulengbach, LUV Graz and St Pölten. Our editorial team reached out to Isabella to answer some questions.
Isabella what brought you to play soccer?
«My older brother has always been playing soccer and my dad was a coach. Growing up, being mostly on a soccer field, my love for this sport developed at an early age. From the day I could barely run, I had a soccer ball either in my hands or on my feet. When I was younger, I also played tennis and did ski racing, but soccer always remained my true love».
How did you understand that you were a goalkeeper?
«At around ten years I started to do both, being a centerback and a goalkeeper. before I just played as a centerback, mainly for my height. When I was twelve years old, it got clear to me that if I want to do this sport on a higher level, I could only do it as goalkeeper. So I chose to be a goalkeeper. My brother, being a striker, also supported this decision a lot».
You have played for teams like Gossendorf, Neulengbach, LUV Graz and St Pölten. Which of these four teams have left their mark on your football career?
«For sure my last team SKN St.Pölten. I spent their 6 years, had all of my up and downs in my career. From being badly injured to qualificating to the Champions League. I grew there from a young girl to a woman, from being an amateur player to signing my first professional contract. All the players and coaches I crossed paths with, influenced not only my style of playing soccer but also helped me to grow as a person».
By staying at St Pölten you also had the opportunity to play in the Champions League. Is there a game that has left you with good memories?
«Best and at the same time worst memories were the games against Rosengard. We played amazing games, being unexpectedly closer to winning but still did not make it into the next round. Emotionally a rollercoaster but at the end, I was really proud on the performance of myself and the team».
What brought you to wear the Sassuolo shirt this year?
«From the first moment, I loved the idea of being in a team with that playing style. Being able to play in a system which allows me to play more with my feet and being free in decisions on the field, felt like an appealing way to start my journey away from Austria».
For you, this is your first experience in a foreign country. How was your first impact?
«When I decided to go abroad from Austria, I doubted that I could find another team where I feel that comfortable being around. However I got proofed wrong. From the first moment I felt welcomed by player, staff and every other italian person I crossed path».
What differences have you noticed between Italian and Austrian football?
«When I compare the leagues, there is a huge different between those. In Serie A, teams tend to play short and fast, whereas in Austria long balls are usual. Because of that, decisions have to been taken much faster here than back in Austria».
Fourteen games have passed and Sassuolo is in seventh place in Serie A. In your opinion, is this placement in line with your expectations at the start of the season?
«As a sportwomen, everyone wants to be at the first position. Since we were a whole new team, I thought of it connecting fast will be difficult, but I believe that we already developed well throughout the season and we also got impressing results, for example both games against Juve and Inter. Of course, there is still work to be done but it shows of what this team is capable».
How do you rate Serie A after fourteen league days?
«Serie A is really even. All teams can win against each other for which reason every game day is thrilling. You never know what the outcome will be».
You are currently part of the Austrian national team, also entering the twenty-three squad for last year’s European Championship. What experience did you have in the month you lived with the “Das Team” in England?
«Being called up for the nationalteam makes me always proud but being called up for such a huge event was epic. Breaking records one after another and being with the people which feel like family to me made it special. The atmosphere in the stadiums, the possibilities on and off the field were just amazing and show where women soccer could be».
Who are you outside the pitch?
«It depends on how comfortable I feel. I would describe me as calm in the beginning but when someone get to know me closer I´m usually chatty, caring and a little bit crazy».
What goals would you like to achieve again in the future?
«Short-term I would like to position us as a team in the midfield of the table. Long-term I wish to stay healthy and be able to play soccer as long as possible on a high level».
The editorial team of Calcio Femminile Italiano thanks US Sassuolo Calcio and Isabella Kresche for their availability.