Tra i meriti della società blucerchiata di quest’anno va doverosamente annoverato l’aver trovato, cresciuto e fatto esordire nella prima squadra femminile molti giovani talenti. Basti pensare a Isabel Rocío Ortiz, portiere classe 2001 della nazionale paraguaiana arrivato all’ombra della Lanterna dal Club Sol de América questo inverno. Dopo un iniziale periodo di ambientamento, la giocatrice sudamericana ha esordito in Serie A lo scorso 3 aprile contro la Juventus, sperimentando l’intensità del nuovo campionato.
Il tanto atteso debutto sul campo del Training Center bianconero è stato il trampolino di lancio per una calciatrice che, con tanto lavoro e grazie anche al contributo di mister Cincotta e del preparatore dei portieri, Fabrizio Casazza, potrà ambire a diventare un portiere di assoluto livello in futuro. La nostra redazione ha avuto il piacere di intervistare la giovane Ortiz, ripercorrendo la sua carriera dal Paraguay alla Sampdoria e avendo l’occasione di conoscere una ragazza molto determinata che farà sicuramente parlare bene di sé nei prossimi anni.
Ed eccoci alla prima domanda per rompere il ghiaccio. Com’è nato il tuo desiderio di diventare una calciatrice?
Mio padre era un portiere famoso nel mio paese e ha giocato per diversi club paraguaiani molto importanti. Dunque, anche io, proprio come i miei fratelli prima di me, ho seguito le sue orme.
Dove hai iniziato a giocare e chi ti ha sostenuto di più quando hai intrapreso questo percorso?
Ho iniziato a giocare all’Humaitá FBC, club che adesso è conosciuto con il nome “Nacional de Paraguay”. Mio padre è stata la persona che mi ha maggiormente sostenuto, mentre mia madre non era inizialmente troppo contenta della mia scelta. Con il tempo, però, anche lei ha cambiato idea e il supporto di entrambi mi ha aiutato ancora di più.
Raccontami un po’ le tue esperienze calcistiche in Paraguay
Mi sono allenata e ho giocato con l’Humaitá per un anno. Era una squadra di metà classifica che, nonostante ciò, ha lottato fino alla fine contro club più quotati e favoriti. Avevo circa sedici anni e, dopo questa prima esperienza, sono passata al Club Sol de América. Con loro ho conquistato tre semifinali, un campionato Under18 e due Copa Libertadores.
Secondo te, a che punto è lo sviluppo del calcio femminile nel tuo paese?
Qualche anno fa, in Paraguay, era molto difficile crescere come giocatrice. Adesso, invece, esistono numerosi progetti sportivi finalizzati allo sviluppo e alla diffusione del calcio femminile e c’è un supporto decisamente maggiore da parte delle dirigenze. Passo dopo passo, il calcio femminile si sta dunque sviluppando anche nel nostro Paese, seppur ancora a livello dilettantistico. Spero che tra qualche anno, magari non troppo in là nel tempo, il professionismo arrivi anche in Paraguay.
Sei giovanissima eppure vanti già delle presenze in nazionale, dunque raccontami la tua prima convocazione. Come ti arrivò la comunicazione e quali furono le emozioni del debutto?
Dopo aver sostenuto un provino con l’Under 17, mi chiamarono offrendomi l’opportunità di allenarmi con la Selección. In allenamento notarono il mio potenziale e mi aggregarono subito all’Under20, dandomi così una chance per salire di categoria. In questo modo ho avuto l’opportunità di crescere e di dimostrare le mie abilità, conquistando la titolarità nella rosa che partecipò ai campionati Under20 sudamericani. Giocai tutte le partite e, rimaste imbattute fino alla finale, ci classificammo seconde in Sudamerica, qualificandoci per la Coppa del Mondo in Francia.
Prima di arrivare in Italia, seguivi già la Serie A o qualche altro campionato femminile europeo?
Guardo molti campionati europei e ho avuto l’occasione di seguire un po’ anche la Serie A. È un campionato che mi piace molto per la qualità del gioco e per i talenti che ci sono.
Come mai hai scelto proprio la Samp? Com’è iniziato tutto?
Quando ricevetti la proposta dalle blucerchiate, nella quale mi si chiedeva se fossi interessata ad andare a giocare in Italia, ero concentrata unicamente sul mio club in Paraguay e sulla stagione in corso. Dopo averci pensato su, ho poi deciso di cogliere l’occasione. La Samp mi sembrava una buona squadra e, a distanza di pochi mesi, posso dire di non essermi assolutamente sbagliata e di aver preso la decisione giusta. Sono molto felice di essere qui!
Cosa pensi del campionato italiano e del suo livello tecnico? Raccontami il tuo esordio con la maglia blucerchiata.
Come dicevo prima, la Serie A mi piace molto per i talenti e le qualità che ci sono. Apprezzo l’opportunità e la fiducia che mi hanno dato, devo sempre continuare a lavorare e imparare da ogni partita per non smettere mai di crescere.
Secondo te, quali sono le caratteristiche a cui un portiere non potrebbe mai rinunciare? E tu, come definiresti il tuo stile di gioco?
Fare il portiere richiede grandi responsabilità. In questo ruolo devi infatti essere il pilastro della squadra. Tranquillità, pazienza e la voglia di lavorare sodo e migliorarsi sempre sono caratteristiche fondamentali, ed io sto provando a crescere sotto tutti questi aspetti. Cerco sempre di dare sicurezza alla mia difesa, impegnandomi anche a leggere e anticipare le avversarie nei duelli aerei.
C’è qualche aspetto tecnico o fisico su cui ti concentri maggiormente in allenamento?
Fisicamente sto cercando di migliorare la forza nelle braccia. Tecnicamente, invece, sto lavorando molto sul gioco palla al piede e sul posizionamento tra i pali.
Raccontami in breve la tua routine quotidiana, tra allenamenti e vita privata.
L’allenamento è il momento più importante della giornata. Nel pomeriggio, invece, mi piace fare passeggiate, studiare lingue e visitare nuovi posti in Liguria. Nel tempo libero mi piace molto anche guardare film.
Qual è la tua qualità principale e quale, invece, il tuo difetto più grande?
Sono molto solidale ed empatica nei rapporti con gli altri, cercando sempre di aiutare il prossimo. Il mio difetto? Tendo a innervosirmi facilmente.
Parlando dello spogliatoio blucerchiato, come ti hanno accolto le tue nuove compagne di squadra? C’è qualcuno con cui hai legato di più?
Come ho già detto, sono molto felice di essere qui. Lo staff e le mie compagne di squadra mi hanno aiutato molto e sono stati semplicemente fantastici con me. La verità è che vado d’accordo con tutti e mi sento benissimo in questo ambiente.
Come ti sei trovata con lo staff e cosa hai imparato finora dalle indicazioni di mister Cincotta?
Molto bene, mi trovo a mio agio qui. Con il Mister e con il preparatore dei portieri, Fabrizio Casazza, ho instaurato un bel rapporto, imparando e lavorando sempre secondo le loro istruzioni.
Quali sono le tue aspettative per il futuro e quali i tuoi obbiettivi sportivi?
Ci sono sempre delle opportunità da cogliere ed io sono qui per imparare e migliorarmi. Domani non so, il mio obiettivo è quello di costruire una buona carriera. Sono ancora giovane e continuerò a combattere, impegnandomi ad imparare da ogni esperienza e da ogni situazione che mi si presenterà.
Hai un sogno nel cassetto?
Si, ma non lo dico! Posso però assicurare che continuerò a lavorare sodo nella speranza di poter un giorno, se Dio me lo permetterà, riuscire a realizzarlo.
Per concludere, cosa consiglieresti a delle bambine che vorrebbero diventare una calciatrice professionista proprio come te?
Lavorato duramente e, soprattutto, assumete sin da subito un atteggiamento disciplinato e professionale. Sappiate aspettare il vostro momento, consapevoli che prima o poi arriverà. E, infine, la cosa più importante: se avete l’opportunità di poter realizzare i vostri sogni, metteteci tutto l’impegno e cercate di togliervi tante soddisfazioni!