Giuseppe Boni fonda nel 1997 la Fortitudo Mozzecane, vent’anni dopo vive il primo anno da presidente. Lungo questo tempo ha ricoperto tantissimi ruoli: segretario, giardiniere, magazziniere, dirigente, direttore sportivo e allenatore di prima squadra e giovanili. E’ la vera anima del club per cui nutre una fortissima passione
Dal 1997 a oggi lei ha ricoperto all’interno della società i ruoli più svariati, a quale periodo è maggiormente legato? c’è un episodio particolare che ci desidera raccontare?
I primi anni sono stati i più spensierati ed istintivi ma allo stesso tempo i più emozionanti e da loro è arrivata la spinta più grande per l’attività messa in atto in questi vent’anni. Certamente la promozione in serie A del 2011-12 resta probabilmente l’apice di tutto il nostro impegno, miracolosa sotto certi aspetti perché ottenuta in un piccolo comune di 5000 abitanti.
Secondo lei come si è evoluto il calcio femminile in questi 20 anni?
Mi aspettavo uno sviluppo più rapido e per molti anni ho sognato che questo avvenisse, ma piano piano mi sono disilluso anche se onestamente in questo momento credo che stia cambiando qualcosa più per una costrizione/obbligo che per un vero cambiamento di mentalità nei confronti del nostro movimento da parte di coloro che governano il mondo del calcio
Nella sua carriera all’interno del mondo calcistico da chi ha preso l’insegnamento più importante che oggi cerca di trasmettere alla sua squadra? e qual è?
In tempi in cui non si trovavano palloni, scarpe, maglie e non c’erano soldi, ne alternative al gioco del calcio un certo Nizzola Enea ha radunato tutti i ragazzi del piccolo paese di Barbasso (MN), ha costruito una squadra e ci ha innestato la passione; per ricompensare tutto quello che lui ha fatto per me (noi) ho cercato di riproporlo qui a Mozzecane
Quali sono le sue previsioni per l’ultima parte di stagione?
Sono convinto che la nostra giovanissima formazione non possa far altro che crescere e quindi recuperare anche qualche posizione in classifica, ma aspetto ancor più fondamentale che tutte le ragazze scendano sempre in campo con grandi motivazioni e spirito di squadra
Il calcio femminile in Italia purtroppo non gode del giusto riconoscimento, che miglioramenti spera possa intraprendere la federazione per la crescita di questo sport?
L’obbligo per le società maschili professionistiche di tesserare e costruire squadre al femminile credo che possa essere un buon traino per l’aumento delle tesserate sempre che venga fatto con lo spirito giusto e non solo per obbligo. Certamente un club del genere sarà più motivato a lavorare bene se sarà costretto ad arrivare a formare anche una prima squadra e non solo a fermarsi all’età allieve anche se tutto ciò potrebbe essere letale per la sopravvivenza di società piccole come la nostra.
 Vuole dire qualcosa alle possibili calciatrici future?
Il tempo passa in fretta e occorre dare il massimo adesso, in questo momento, per non avere rimpianti in futuro: anche se sono soddisfatto, sono infatti convinto che il 90% delle nostre atlete possa fare molto di più, perché le potenzialità e le capacità ci sono.
Coi cambiamenti che sono in atto per le ragazze che amano veramente tale gioco si possono davvero aprire prospettive diverse: per esempio, avere finalmente l’opportunità di vivere di calcio come una professione. Pertanto, ogni nostra giovane tesserata dovrebbe avere una motivazione molto più forte per crescere e migliorare.
Un grande ringraziamento a Giuseppe Boni, alla responsabile marketing Alice Bianchini e tutta la società della Fortitudo Mozzecane per la disponibilità dell’intervista a cui auguriamo un grande in bocca al lupo per l’ultima parte della stagione!