Il Sedriano si trova al decimo posto del campionato lombardo di Eccellenza con trentuno punti e, in ventisei partite, ha ottenuto nove vittorie, quattro pareggi e tredici sconfitte.
Tuttavia, la squadra gialloblù, nella scorsa settimana, ha centrato la finale della fase lombarda di Coppa Italia Eccellenza. Infatti, le sedrianesi hanno eliminato in semifinale la Doverese. All’andata il Sedriano ha bloccato, tra la mura esterne, le giallonere sull’1-1, dove Irene Fedrigo ha risposto alla rete di Miriam Tiziani. Al ritorno, in cui giocato in casa delle gialloblù, il Sedriano ha di nuovo pareggiato con la Doverese, ma stavolta punteggio di 2-2: Giorgia Zanaboni porta in vantaggio le ospiti, Paula Majone ristabilisce al 65’ la parità, nel finale Giulia Mandelli porta di nuovo le doveresi in avanti, ma al 96’ Giorgia Samarati regala alle sedrianesi, in virtù del fatto che nella LND Lombardia esistono ancora che i gol segnati in trasferta valgono doppio, l’accesso all’atto conclusivo del torneo, dove sfideranno il Monterosso.
Ma torniamo a Giorgia Samarati, la quale è una centrocampista classe ’03 e anche per questa stagione ha scelto di vestire la maglia del Sedriano.
La nostra Redazione ha raggiunto Giorgia, che tra campionato e Coppa ha segnato dodici gol, per risponderci ad alcune domande.
Giorgia qual è, per te, il significato di calciatrice?
«Per me essere calciatrice significa impegno, sacrificio e soprattutto passione, significa anche far parte di un gruppo e aiutare la propria squadra dando sempre il massimo possibile».
Quando hai iniziato la tua avventura con il calcio?
«Nasco e vivo in una famiglia di calciatori e allenatori. I primi calci al pallone li ho dati, come penso quasi tutte noi calciatrici, in giardino con mio padre e in un campetto dell’oratorio del mio paese, seppur senza far parte di una squadra. La mia prima vera avventura con il calcio è iniziata all’età di quindici anni nel settore giovanile dell’Inter, dove ho esordito giocando nelle allieve Under 16. Nello stesso periodo stavo facendo allenamenti (provini) sia con l’Inter che con l’Atalanta, poi Mister Torriani e il suo staff hanno deciso con mia grande sorpresa che avrei dovuto far parte dell’Inter, lascio immaginare la mia gioia nel passare da un campetto di oratorio all’Inter. Lui aveva visto qualcosa in me, delle qualità che forse nemmeno io conoscevo, posso sicuramente affermare che Mister Torriani è stato il primo a credere in me».
Com’è stato il tuo percorso calcistico fino a questo momento?
«Il mio percorso calcistico è stato sicuramente duro, faticoso, inaspettato, ma soprattutto vincente, e mi ha dato fino a questo momento molte soddisfazioni. La mia crescita credo sia dovuta anche alla fortuna di avere avuto allenatori forti e preparati, che mi hanno aiutato nel mio percorso a migliorare giorno dopo giorno, instaurando con me un rapporto molto particolare e confidenziale, diventando veri punti di riferimento. Trovo giusto e doveroso menzionare Mister Elena e soprattutto Mister Recchia che mi ha allenato per due anni e mezzo, facendomi crescere in una fase fondamentale e importante della mia carriera calcistica dove non servivano solo piedi e corsa ma anche carattere e personalità. Con lui abbiamo anche vinto lo scorso campionato (dico abbiamo perché vorrei condividere il merito di questa vittoria con tutta la squadra). Ora sono allenta da Mister Cincotta che da subito si è dimostrato molto preparato e sul pezzo».
Perché hai scelto di diventare una centrocampista?
«A dire il vero io ho sempre giocato come trequartista o seconda punta, ma mi sono anche sempre resa disponibile per la squadra, tanto che l’anno scorso in un momento di difficoltà il mister decise di arretrarmi, e farmi ricoprire il ruolo di centrocampista. Mi sono trovata subito a mio agio e sicura in questo nuovo ruolo, grazie anche alle compagne di reparto e di squadra, e così ho concluso la stagione con un po’ di “su e giù per il campo”. Quest’anno, dopo varie partite giocate in attacco, si è ripetuto esattamente lo stesso episodio e, per aiutare la mia squadra, ora sto cercando di imparare e migliorare nel ruolo di centrocampista, anche se il mio preferito rimarrà sempre trequartista o seconda punta, avendo anche un certo feeling con il gol».
Cosa ti ha convinto a fare parte del Sedriano anche per questa stagione?
«Sicuramente il progetto tecnico che ci ha visto vittoriose lo scorso anno, la voglia di puntare sulle giovani in una squadra ben equilibrata con “ragazze di esperienza” e ovviamente la possibilità di continuare il mio percorso di crescita calcistica in un ambiente sano e professionale con un centro sportivo veramente bello ed organizzato».
Il Sedriano sta facendo un percorso importante nella fase lombarda di Coppa Italia Eccellenza, dove la tua squadra è giunta all’atto conclusivo del torneo. Ti aspettavi di arrivare in finale?
«Arrivare in finale è un grande obiettivo conquistato passo per passo, partita dopo partita, io ci ho sempre creduto fin dal primo minuto in questa competizione, e voglio continuare a crederci fino all’ultima goccia di sudore».
Parliamo anche di come è arrivata la qualificazione alla finale di Coppa, dove il Sedriano ha fermato per due volte in parità la Doverese. Quando hai capito che la squadra sarebbe riuscita a “battere” le avversarie?
«Ho visto fin da subito le qualità e le capacità della mia squadra ma quel mercoledì sera sono rimasta colpita dalla voglia, dalla grinta e dallo spirito di squadra che ci abbiamo messo tutte insieme già nel riscaldamento, da lì ho capito che, nei centottanta minuti che stavamo andando a giocare, avremmo sicuramente dimostrato che grande squadra siamo, nonostante le assenze e gli infortuni che dall’inizio dell’anno non ci hanno mai permesso di mettere in mostra il nostro vero potenziale».
Nel ritorno con la Doverese tu hai segnato nel finale il 2-2, ovvero la marcatura che ha permesso al Sedriano di andare in finale. Ti va di raccontarci il gol? Quanto è stato importante per te segnare questa rete?
«Il gol è stato sicuramente un’emozione immensa, ma la mia soddisfazione parte un minuto prima per come è arrivato quel gol: al novantacinquesimo minuto di gioco per me la partita non era ancora finita e ho “fatto a sportellate” in mezzo al campo con due avversarie ben più forti e piazzate di me, andandomi a conquistare il calcio di punizione poi battuto da Rebe (Rebecca Bragagnolo, ndr) e dal quale è nato il calcio di rigore. Potrebbe sembrare un dettaglio inutile ma per me non lo è, mi è sempre stato insegnato che i dettagli e le piccole cose nel calcio determinano il risultato. Al fischio dell’arbitro ho preso tra le mani il pallone più pesante della mia carriera calcistica, avevo tra i piedi l’accesso alla finale di Coppa per tutta la mia squadra ma, nonostante questo, ho appoggiato il pallone sul dischetto, e ho trovato subito la concentrazione e la tranquillità, come prima di qualsiasi altro rigore che ho battuto. Penso che in quell’istante fossi l’unica rilassata tra tutti i presenti allo stadio, le emozioni per me sono arrivate quando ho visto la palla in rete e tutte le compagne corrermi addosso. Quella sera prima di entrare in campo ho promesso a me stessa e a quelle compagne che ci hanno aiutato ad arrivare fino a qui ma che purtroppo non avrebbero potuto vivere la partita da protagoniste che avrei dato il massimo per arrivare a giocare la finale, ora posso dire “ce l’abbiamo fatta”».
Nelle partite che hai affrontato col Sedriano hai segnato, tra campionato e Coppa, dodici gol. Sei contenta del tuo score?
«Se penso di avere diciannove anni ed essere al mio primo anno in Prima Squadra e spesso mi devo sacrificare in un ruolo che mi tiene distante dalla porta avversaria, beh allora con dodici gol ci sarebbe da essere super felici ma per me non è così, so che posso e devo riuscire a fare meglio. Sono comunque soddisfatta dell’impegno e del contributo dato alla squadra fino ad oggi, anche se preferirei fossero gli altri a giudicare la mia stagione attuale».
La qualificazione alla finale di Coppa mitiga il percorso che il Sedriano sta facendo in campionato, dove attualmente è decimo. Sei soddisfatta di questo piazzamento?
«Penso che il decimo posto in classifica non rispecchi minimamente le qualità di questa squadra, e che sia la conseguenza di una stagione piena di infortuni che per tutto l’anno non ci hanno mai permesso di dimostrare il nostro vero valore e, durante la quale, non abbiamo quasi mai giocato con un vero portiere, ruolo molto importante e delicato nella nostra categoria, a tal proposito voglio ringraziare e fare i complimenti alla mia amica e compagna Marta che pur essendo più piccola di noi e non avendo mai giocato tra i pali si è resa disponibile a coprire il ruolo, offrendo anche delle prestazioni di tutto rispetto».
Delle gare che hai giocato col Sedriano in campionato, qual è quella che ti è piaciuta di più? E qual è la partita che ti verrebbe voglia di rigiocare?
«In realtà non ricordo una partita più o meno bella delle altre, ma credo che in generale nel calcio quello che si è fatto conti poco, bisogna continuamente allenarsi e migliorarsi, quindi se mi chiedi quale gara mi sia piaciuta di più vorrei poterti dire sempre “la prossima”. Tra tutte le partite con questa maglia sicuramente una mi verrebbe voglia di rigiocare: sto parlando della partita dell’anno scorso giocata contro le Azalee su un campo molto difficile e con la squadra decimata a causa del Covid, solo quattro di noi erano allenate e preparate per la partita, il resto della squadra era formata da ragazze molto più giovani di noi o compagne che rientravano direttamente su quel campo dopo uno stop di più settimane. È stata l’unica sconfitta di un campionato praticamente perfetto, che è arrivata all’ultimo minuto dopo aver fatto una prestazione di squadra al di sopra delle aspettative».
La pausa pasquale sta finendo e domenica il Sedriano tornerà in campo per il campionato sfidando proprio la Doverese, e avrà voglia di rivincita dopo le due gare di semifinale di Coppa…
«Innanzi tutto, vorrei fare i complimenti alle ragazze della Doverese che pur avendo giocato contro di noi una partita agonisticamente accesa e importante hanno dimostrato grande sportività per tutti i centottanta minuti, nonostante la comprensibile delusione finale. Noi abbiamo tre allenamenti per preparare la partita di campionato con la Doverese. Credo che ogni gara sia una storia diversa, dobbiamo rispettare l’avversario ma fare la nostra partita senza paura. Abbiamo passato il turno di Coppa Italia con due pareggi, non abbiamo vinto, e quindi anche noi dovremmo avere la stessa voglia di vincere, o di rivincita, dopo la sconfitta subita nel girone di andata».
Che voto dai, in questo momento, al campionato lombardo di Eccellenza?
«In questo momento, da uno a dieci, il campionato lombardo di Eccellenza secondo me si merita un otto pieno e abbondante: il livello, rispetto all’anno scorso, si è alzato, ho trovato molta più qualità, ragazze che hanno giocato in serie C, B, A, le partite sono molto più fisiche e i campi, fatta eccezione di pochi, sono di ottimo livello e ben curati, sui quali si può giocare un ottimo calcio».
Qual è la squadra di Eccellenza Lombardia che ti ha colpito più di tutte?
«Non saprei fare un solo nome, come ho già detto il livello del campionato in generale si è alzato e ogni squadra di conseguenza».
Cosa manca al calcio femminile lombardo per diventare importante?
«Non credo sia una domanda alla quale io sappia rispondere, vivo questo campionato da giocatrice, e penso principalmente a giocare e divertirmi».
Com’è la tua vita extracalcistica?
«La mia vita extracalcistica è come quella di qualsiasi altra ragazza della mia età, studio, lavoro, mi godo la mia famiglia e quando posso esco con amici. Certo, la mia vita è molto influenzata dagli impegni calcistici, ma questa è una mia precisa scelta essendo innamorata di questo sport».
Che obiettivi vorresti centrare nel 2023?
«Io non ho obiettivi particolari o ben definiti, voglio sempre dare il massimo per puntare al massimo, ed ora non so quale sia il mio massimo so solo che devo continuare a crescere, migliorarmi e non finire mai di sognare. D’altronde stai facendo questa domanda a una ragazza che è passata dal campetto dell’oratorio all’Inter, io per prima so che si può e si deve sognare».
Cosa vuoi dire alle tue compagne del Sedriano in vista delle ultime gare di campionato e della finale di Coppa?
«Cosa voglio dire alle mie compagne? La stessa cosa che urlo ogni volta prima di entrare in campo: DAI RAGAAA!».
La Redazione di Calcio Femminile Italiano ringrazia l’ACD Sedriano e Giorgia Samarati per la disponibilità.