Gianni Infantino, presidente della FIFA, ha concesso una lunga intervista al giornale spagnolo Marca. Ai loro microfoni ha toccato svariati argomenti, da quelli che più interessano il calcio mondiale, all’organizzazione FIFA, passando per la tecnologia e i diritti umani.
IDEE CHIARE – Obiettivo principale della sua presidenza è la trasparenza per dare al calcio mondiale, e alla Fifa in particolare, il prestigio e la credibilità che gli dovrebbero esser propri. Credibilità, prestigio, ma non solo. Per rendere più grande questo calcio bisogna aiutare ed essere aperti allo sviluppo tecnologico e mentale. Importante l’apertura al calcio femminile: “Le donne sono il cinquanta per cento della popolazione e ci sono molte donne che sono interessate non solo a giocarlo, ma al calcio in generale. Così abbiamo una donna come segretario generale, tre donne nella direzione e sei del Consiglio della FIFA“.
E LA TECNOLOGIA? – Sviluppo è e deve essere, secondo Infantino, anche tecnologico. Non per stravolgere il calcio finora conosciuto, ma per attuare quel principio di trasparenza di cui sopra. “Ancora dopo anni si parla di episodi che hanno condizionato partite e campionati. Perché parlarne quando si può vedere e agire?” ha affermato il presidente, precisando che “l’arbitro resterà l’unico vero giudice, dovrà dimenticare che ci sono gli assistenti, e questi dovranno intervenire solo in caso di errori. Da migliorare è sicuramente la comunicazione tra queste due parti che in Giappone, in occasione del gol di Ronaldo, non si sono ben capite. Nonostante ciò quella del Mondiale per club non può che essere considerata un’esperienza positiva“.
RUSSIA E QATAR – Il presidente si è anche espresso in merito alla forse in bilico ospitalità russa dei Mondiali 2018. Le accuse di doping hanno fatto tremare FIFA e nuovi zar, ma il presidente è ottimista: “Non ho mai amato la speculazione. Esclusioni o boicottaggi non servono a nulla. Si tratta di una questione di doping che la Fifa controlla a livello mondiale. La decisione di affidare la competizione alla Russia è stata presa nel 2010 e ormai va rispettata“. Stessa posizione, o quasi, per quanto concerne il successivo Mondiale in Qatar. Nonostante i numerosi decessi avvenuti durante la costruzione degli stadi siano stati motivo di preoccupazione e dubbi, la decisione è stata presa. Disputare una competizione del genere in un continente tanto travagliato, inoltre, ha dichiarato Infantino: “È l’occasione per portare il calcio a Paesi che non hanno mai avuto la possibilità di organizzare nulla di simile e puntare i riflettori su questioni che non hanno rapporto diretto col calcio come i diritti umani e dei lavoratori“.