Nel torneo di Eccellenza lucana presente sarà alla ripartenza del campionato il Match Point Matera presieduta Nicola Andrisani. La squadra capitanata da Daniela Raguso è al suo secondo anno di vita ed in questa stagione vede nel loro organico Francesca Tota. La centrocampista classe 88′ delle biancoazzurre è stata protagonista, purtroppo, di un periodo molto travagliato superato anche grazie al calcio e all’aggregazione sociale. Abbiamo raggiunto la calciatrice originaria di Altamura guidata dal tecnico Giuseppe Lanzolla per raccontare la storia della calciatrice lucana.
Come e quando ti sei avvicinata al mondo del calcio e quali esperienze hai maturato prima di questa stagione?
“Per strada con il Supersantos, possibilmente un po’ sgonfio altrimenti volava troppo, e le serrande come porte. Ho ancora i brividi quando ripenso alla telefonata ricevuta da parte di un dirigente della scuola calcio Pellegrino di Altamura, un piccolo sogno che iniziava a prendere forma. Ho giocato 4 anni nel campionato regionale Pugliese per poi approdare in Basilicata nel 2012. Il mister De Lucia fece il possibile per avermi in squadra, purtroppo però non abbiamo avuto il modo di festeggiare qualche vittoria insieme. La sua prematura morte mi ha segnata“.
Sei riuscita a vincere la partita più importante della tua vita e poi a ritornare a calcare i manti erbosi, che periodo è stato per te?
“Purtroppo la vita ci mette spesso difronte a delle prove. Nel 2015 ho dovuto affrontare l’avversario più difficile: una partita in cui ti trovi sola contro il male più temuto al mondo il cancro. Difficile spiegare ciò che si prova quando i medici ti comunicano ciò che ti sta accadendo. Dentro di te si scatena un mix di emozioni tra paura e forza, infondo a 27 anni non pensi mai ad una cosa del genere. Pensi sempre che sei invincibile e che non ti puoi ammalare, lì non ti resta altro che iniziare la partita con la curva Sud più bella del mondo. Tutte le persone che mi amano non mi hanno lasciata un attimo, devo molto anche a loro.
Sono stata operata a novembre in gastrectomia totale, intervento pesantissimo, dopo una lunga ripresa ad aprile inaspettatamente mi sono ritrovata in campo nell’ultima partita di campionato contro il Venosa dove sono riuscita a fare una doppietta e a portare la squadra alla vittoria. In quel momento ho avuto la convinzione di aver vinto la mia partita”.
Purtroppo le cose sono nuovamente peggiorate giusto?
“Da lì in poi è stato un continuo crescere fisicamente e calcisticamente tanto da riuscire a vincere la Coppa Italia nel 2018 con il Pomarico. Quando pensavo che tutto stava andando bene a settembre del 2019 ho avuto una complicazione dovuta ad uno strozzamento dell’intestino. Una corsa in ospedale che ha portato ad un intervento d’urgenza, ancora una volta mi sono ritrovata sola a dover giocare e a cercare di vincere ancora, al risveglio purtroppo con il passare delle ore si iniziava a capire che l’intervento non era andato bene e he c’era qualcosa che non andava. I dolori erano persistenti e continuava a gonfiarsi la pancia, dopo molte ore passate a chiedere aiuto una tac d’urgenza rivela un emorragia nella pancia. Nel primo intervento era stata perforata l’aorta: di nuovo una corsa in sala operatoria per un secondo intervento d’urgenza per cercare di tamponare la ferita, al risveglio, dopo il coma farmacologico, le uniche parole che i medici mi dissero anche l’aver fatto tanto sport ti ha salvata la vita ed ero una miracolata. Queste sono parole che ti segnano perché ti rendi conto che ancora una volta il calcio ti ha salvato la vita”.
Finalmente poi tutto e migliorato ed è iniziata la tua avventura con una nuova squadra vero?
“Una settimana di rianimazione poi finalmente dopo quasi 3 settimane finalmente il ritorno a casa per la durissima ripresa, sono stati momenti durissimi, che ho superato grazie ad una persona che mi è stata accanto in qualsiasi momento, notte e giorno, aiutandomi a non mollare. Poi purtroppo l’inaspettata pandemia, proprio quando iniziavo a riprendermi, mi ha costretta a dover fare attenzione al virus. Fortunatamente devo dire che la pandemia mi ha permesso anche di rimettermi fisicamente, tanto da iniziare i miei primi allenamenti con il Match Point Matera. Una squadra fatta di ragazze fantastiche che mi hanno accolta benissimo”.
Come è composta la vostra rosa?
“Da ragazze alle prime armi a parte qualcuna con qualche esperienza calcistica in più. Devo dire che giocano alla grande, prima che arrivassi io si sono classificate tra i primi posti, poi purtroppo il Covid ha messo tutto in standby. L’arrivo del virus è stato un duro colpo per tutte e purtroppo qualche giocatrice lo ha avuto, qui tutta la squadra si è dimostrata unità cercando di dare sempre tanta energia”.
Ora la ripartenza è vicina anche in Basilicata quanto aspettavate questo momento?
“Avevamo perso le speranze, pensavamo di dover aspettare un altro anno per tornare in campo e invece, la ripartenza del campionato arrivato come un goal segnato all’ultimo minuto. Ora siamo un bellissimo gruppo, molto affiatato e unito già dai primi allenamenti. L’inserimento delle nuove ha incrementato di più il legame e la voglia di crescere”.
Con quali ambizioni volete affrontare il campionato?
“Le ambizioni sono tante. Affronteremo il campionato con la voglia di fare grandi cose, ma soprattutto di divertirci. Questo sarà l’anno della grande prova, ripeto siamo un gruppo nuovo ma già unito. Il livello dell’Eccellenza è arrivato ormai ad un buon punto: molte ragazze vengono da anni di esperienza nel calcio a 5, finalmente questo sport sta emergendo di più dando la possibilità a tanti talenti nascosti di venir fuori”.
Il tuo più bel ricordo legato al mondo del calcio?
“Se dovessi pensarci ogni singola partita ha il suo momento bello, che sia di sofferenza o di gioia. I momenti più belli sono stati quelli del ritorno in campo potendo tornare a correre, nonostante le molteplici cicatrici che ho tatuato sul mio corpo. Mi sembra di sognare nel vedermi in campo circondata dalle mie compagne, senza essere costrette più solo a guardarle da fuori”. Non è facile giocare nelle mie condizioni, ad ogni fine partita c’è sempre qualcuna che mi sorregge e mi aiuta anche nel lavarmi, spesso mi capita anche qualche lacrima di dolore che mi porta a pensare di smettere. Però poi mi rendo conto che sto molto male senza questo sport e dopo qualche giorno la voglia di tornare a correre è sempre più forte di prima. Ringrazio tutte le mie compagne che non mi fanno sentire diversa e mi sostengono in tutto, soprattutto ringrazio il mister Lanzolla e tutto lo staff che credono tantissimo in me, ringrazio il presidente Nicola Andrisani che ci permette di realizzare i nostri piccoli sogni”.