Nelle ultime due stagioni una delle formazioni che si è distinta nel gruppo D di Serie C è sicuramente il Sant’Egidio. La squadra gialloblù cara alla presidentessa Alba Albanese, capitanata da Giulia Olivieri, è reduce da un quinto posto, nel 2018-2019, ed il terzo, dello scorso anno. La formazione allenata da Valentina De Risi, in questi due campionati, ha visto in campo il terzino sinistro Federica Calandro. Abbiamo raggiunto, per una breve intervista, la classe 2001, originaria di Benevento.
Federica come si è avvicinata al mondo del calcio?
«Fin da piccola ho sempre avuto la passione per il calcio. Man mano che crescevo il sogno di poter riuscire a giocare in una squadra femminile era sempre di grande. Dopo alcuni anni con i maschi, per carenza di squadre femminili, finalmente trasferendomi a Benevento, dove sono rimasta sei stagioni, il mio sogno di militare in una formazione tutta femminile si avverava. All’età di 11 anni, cosi, entrai a far parte della società di calcio femminile Benevento Le Streghe. La squadra, nata da poco, vantava, già dai primi mesi, tante giovani iscritte».
Hai mosso i tuoi primi passi con la maglia del Benevento: che ricordi hai di quelle stagioni?
«Iniziammo a partecipare a campionati regionali, e sin da subito avemmo un bel approccio ed anche ad avere dei risultati eccellenti che, quindi ancor di più mi animavano ad andare avanti. All’età di 14 anni appena compiuti ricordo che feci l’esordio ufficiale nella prima squadra, scendendo in campo nella finale play-off contro le ragazze del Prater Club, partita che tra l’altro vincemmo largamente. Per me fu una emozione enorme e nello stesso tempo una grande soddisfazione per un risultato quasi del tutto inaspettato. Oltre a ciò iniziarono ad arrivare diverse convocazioni nella Rappresentativa Regionale, maglia che ho onorato ed ho avuto il piacere di indossare in diverse occasioni sia nell’Under 15 che nell’Under 23, in giro per l’Italia».
Poi il tuo passaggio al Sant’Egidio. Come è stato il tuo approccio in maglia gialloblù?
«Dopo alcuni anni di esperienze nel campionato regionale, con la maglia del Benevento, sono stata richiesta da diverse società tra cui Pomigliano ed Sant’Egidio, Scelsi le gialloblù fare il salto in categoria superiore. Con questa maglia, nonostante un paio di gravi infortuni, mi sono sentita sempre parte integrante del gruppo. In me si rafforzava il desiderio di proseguire le attività agonistiche, e di confrontarmi con tante realtà calcistiche del Centro – Sud. Grande era la volontà di fare bene vedendo, poi, l’impegno delle mister, delle calciatrici tutte nonché di tutto lo staff societario del Sant’Egidio. Sono stata felice di ben figurare in due stagioni consecutive, posizionandoci al quinto posto ed al terzo posto della classifica finale».
Nella passata annata avete disputato un torneo di alto livello, pensavate di fare così bene?
«Sicuramente l’obiettivo iniziale della società, in entrambi gli anni, era quello della salvezza. Ma, partita dopo partita, ci accorgevamo del nostro valore sul campo e riuscivamo a ben figurare anche fuori casa. Per cui il secondo anno è stata una riconferma del valore della squadra allestita, con tanto impegno e sacrificio, dalle mister Valentina De Risi e Giulia Olivieri. A loro va il mio grazie per la crescita ed i valori umani che mi hanno trasmesso in questi due anni. Inoltre credo che le mister hanno dimostrato quanto tengono al movimento del calcio femminile, grazie al loro continuo impegno nel settore».
Quest’anno per te una nuova avventura con la maglia della Gianni Loia. Come sta andando?
«Comunque dopo il secondo anno con il Sant’Egidio, a malincuore e per scelte dettate da impegni personali, ho deciso di continuare l’attività calcistica ma con un minore impegno. Cosi sono approdata al Gianni Loia, società del beneventano che milita nel campionato regionale del futsal. La mia scelta è stata dettata soprattutto per riuscire a coniugare i nuovi impegni scolastici, e di lavoro, con la passione per il calcio. Quindi ho sposato questa causa per non fermarmi del tutto, data la distanza esistente tra Benevento e Sant’Egidio. Di fatti però, nel mio più profondo del cuore, mi manca tantissimo il campo di calcio ad 11 e non escludo un mio prossimo ritorno sul grande rettangolo di gioco».
Come si sta muovendo il calcio femminile in Campania?
«Purtroppo il movimento del calcio femminile che, già in generale nel Sud Italia ha sempre avuto dei problemi a partire e consolidarsi, ha dovuto subire un ulteriore stop a seguito della pandemia che ci ha colpiti. Questo mondo sta affrontando ulteriori ostacoli per la sua affermazione definitiva. Ho sempre pensato che le ragazze dovessero liberamente praticare uno sport, fino a qualche anno fa prettamente maschile, in cui i tabù la facevano da padrone, scoraggiando spesso noi donne. Il problema è stato sempre culturale, questo ha inciso con lo sviluppo del movimento su tutto il territorio con scarsi risultati sul rettangolo di gioco. Penso ai tempi in cui giocava la mitica Carolina Morace, in un periodo in cui il calcio femminile era praticamente inesistente. Lei ha dato sempre lustro e dimostrato che anche le donne potessero praticare questo sport. Spero che il sacrificio di noi calciatrici porti all’ affermazione definitiva del calcio femminile. Segnali incoraggianti sono arrivati, ad esempio, dallo Juventus Stadium nel match tra la Juventus femminile e la Fiorentina, nello scontro diretto per lo scudetto dell’anno scorso giocata in una cornice di pubblico degna di una partita di calcio maschile».
Qual è il ricordo più bello legato al calcio di Federica Calandro?
«Le esperienze che ricordo sono diverse. Ad esempio l’inaspettata convocazione in Rappresentativa Under 15 Campania. E’ stato un momento davvero bello in quanto ho conosciuto molte ragazze dotate di talento, con le quali ancora oggi ho ottimi rapporti. Dopo questa esperienza entusiasmante è nata in me qualcosa che mi ha spinto ogni giorno a fare meglio ad allenarmi con costanza ed impegno, per fare in modo che avessi dei risultati gratificanti. Oltre a questo sono rimasta molto colpita dall’unione che si è creata tra noi ragazze. Grazia al Sant’Egidio abbiamo avuto poi il piacere, e l’onore, di partecipare a qualche stage dove presenti erano Rita Guarino e Milena Bertolini, rispettivamente allenatrici della Juventus Femminile e Nazionale Femminile. Ricordo che ci supportano sempre in questa nostra attività sportiva, dimostrando sul campo il loro valore anche a livello internazionale».