Una carriera da incorniciare quella di Fabiana Costi: 3 Campionati di Serie B, 3 Campionati di Serie A, 2 Coppe Italia, 3 Supercoppe Italiane e tanti, tantissimi goal. Arrivata al Cesena la scorso mercato estivo, ha deciso di rimettersi in gioco con questa società storica pretendendo sempre il massimo da sé stessa.
Avevi le idee chiare sin da piccola, seguivi tua madre e tuo fratello appassionati di calcio e lo sei diventata anche tu. Quanto è servito il loro supporto?
“È stato fondamentale. Quando ho iniziato io erano tempi diversi, giocavo con i maschi ed ero l’unica bimba in mezzo a loro. La mia famiglia mi ha sempre sostenuta, lasciandomi la libertà di seguire la mia passione. Sembrerà strano, ma era mio padre quello che storceva un po’ il naso, non era contrario ma nemmeno troppo contento. Io avevo le mie idee e le ho portate avanti, però quasi per farlo contento ho fatto per un po’ anche pattinaggio artistico. Fino alla terza media praticavo entrambi gli sport poi ho dovuto scegliere: amavo il pattinaggio ma il calcio ha sempre avuto la meglio. La scelta è venuta da sé e la rifarei altre mille volte”.
Hai cambiato diverse squadre ottenendo tantissime soddisfazioni. Come ti trovi ora al Cesena?
“Sono contenta di essere qui. Tra Covid e rottura del crociato, la scorsa stagione non è stata facile, ho quindi scelto di riavvicinarmi a casa per riprendermi anche fisicamente. Ho fatto un passo indietro e ho preso questa decisione che mi sembrava fosse la migliore che potessi fare. Mi trovo molto bene qui, con compagne e mister. Il campionato sta andando bene, non ci lamentiamo. Non è una squadra costruita per una promozione, ma stiamo facendo un buon percorso e partita dopo partita siamo sempre più coese. Io pretendo sempre tanto ma posso dire di essere soddisfatta”.
In ambito calcistico si parla di tecnica, tattica e mentalità, ma poco di carattere. Quanto è importante?
“È una componente rilevante per il benessere del gruppo. Se la squadra ottiene risultati è perché c’è sintonia tra le calciatrici. Sicuramente noi ragazze siamo più complicate rispetto agli uomini, serve trovare i giusti meccanismi e accettare le varie sfumature caratteriali per andare d’accordo dentro e fuori dal campo”.
Hai abbondantemente superato quota 100 goal. Qual è stato il più bello, quello che porti nel cuore?
“Da interista, esordire in Serie A con la Reggiana facendo goal al Milan è stata un’emozione unica, penso sia uno dei goal che ricordo con più piacere. Avevo solo 16 o 17 anni, dopo ce ne sono stati tanti altri, anche di importanza maggiore, ma questo è stato il primo e avrà sempre il suo perché”.
Ti piacerebbe continuare a far parte del mondo del calcio una volta appese le scarpette al chiodo o hai altri progetti?
“L’anno scorso mi era stato proposto di restare all’Inter per allenare le bambine ma sentivo che non era il momento giusto per smettere. Fare l’allenatrice in futuro? Perché no, ho il patentino e ho già esercitato, è indubbiamente qualcosa che mi piace, ma di anno in anno mi trovo di fronte a nuove sfide e per adesso penso a giocare. Sono anche laureata in Scienze Motorie e insegno a scuola, lo sport è la mia vita e sicuramente porterò avanti la mia passione rimanendo all’interno di questo mondo. Non potrei essere altrove”.
Credit Photo: Cesena Femminile