«Abbiamo vissuto un momento irripetibile per il movimento dello sport femminile, per la Figc e anche per Reggio che ha dato un contributo fondamentale alla riuscita dell’evento». L’ex arbitro internazionale Roberto Rosetti, coordinatore della finale Champions di calcio femminile, traccia un bilancio molto positivo dell’esperienza reggiana. «La migliore cartolina di questa finale è lo stadio pieno di famiglie e bambini – dice Rosetti -, le frecce tricolori che solcano il cielo, un’atmosfera di pace e di gioia quale dovrebbe esserci sempre in uno stadio di calcio».
La giornata di giovedì, che ha visto il trionfo del Lione sul Wolfsburg, è stata vissuta con emozione soprattutto dalle donne del calcio: dalle giovani che sognano un giorno di calcare gli stessi prestigiosi palcoscenici, alle ex calciatrici che sono impegnate a promuovere il loro sport e hanno vissuto oltre a tante gioie anche amarezze e difficoltà legate alla mancanza di considerazione di cui gode questo sport in Italia. «E’ stata una grande emozione – dice Federica D’Astolfo, allenatrice della Reggiana femminile, fresca di panchina d’argento -. Un evento come questo ripaga di tanti sacrifici e difficoltà. Ho realizzato il sogno di vedere il calcio femminile in una cornice adeguata, con un’organizzazione perfetta e la bella atmosfera della Champions».
L’obiettivo degli organizzatori, Figc in testa, è stato quello di sfruttare la finale, per la prima volta in Italia, per rilanciare il calcio femminile. Gli addetti ai lavori non si fanno però illusioni, specie chi da troppo tempo attende che alle parole seguano i fatti. «La speranza però che stia cambiando qualcosa c’è – dice Federica D’Astolfo –. La finale di giovedì ha dimostrato che se si investe nel calcio femminile si arriva a dei buoni risultati, di pubblico, di sponsor, di qualità del gioco espresso dalle squadre».
La realtà di tutti i giorni, oltre la scintillante vetrina della Champions, è fatta di grandi difficoltà e le vicende della Reggiana femminile non fanno eccezione. «Per quanto mi riguarda devo ancora decidere se allenerò il prossimo anno la Reggiana – prosegue la D’Astolfo -. Devo parlare con la società. Quest’anno è stata una stagione molto impegnativa. Ci siamo salvate ma vorrei che le ragazze potessero lottare per traguardi più prestigiosi e c’è un po’ di frustrazione per il fatto che dobbiamo accontentarci di questi obiettivi. Siamo una squadra giovanissima e sono contenta di aver dato cinque ragazze alle nazionali under 16 e 17, ma servirebbero più investimenti per attrarre qualche ragazza con maggiore esperienza da affiancare alle altre. La presidente Betty Vignotto e il nostro sponsor Barcom, che non ci ha mai abbandonato, sono preziosi e per fortuna che ci sono loro. Ma una squadra con questa storia merita l’attenzione anche da parte di altri soggetti».