Elisa Bartoli, capitano della AS Roma Femminile, è stata protagonista di un incontro su Zoom con le ragazze della Primavera giallorossa e ha risposto ad alcune domande che le sono state poste.
A livello morale questa situazione ti ha aiutato o no?
“Guarda, io quando sono tornata dalla Nazionale ero un po’ esaurita, la prima settimana penso che mi abbia fatto bene stare staccare un po’. Poi ho avuto anche la sfortuna di entrare in quarantena, quindi 15 giorni senza uscire, neanche per fare la spesa. Però con il tempo ho trovato altre cose, ho ritrovato la passione del disegno, era da 9 anni che non toccavo più una matita e mi sono messa a disegnare. Ho cominciato anche a suonare un po’ la chitarra, mi sono detta ‘Già che ci sono, ho tempo…’. Ho coltivato quelle piccole passioni per le quali prima non avevo tempo e quelle piccole cose che con il calcio non riuscivo a fare, tra Nazionale, partite, trasferte”.
Com’è stata l’esperienza del Mondiale? Era il primo?
“Il mio primo Mondiale, sì. Ricordo ancora la prima partita, io stavo in panchina. Era Italia-Australia e mi sono detta: ‘Se dovessi entrare spacco tutto. Entro e spacco tutto, non mi interessa chi ho davanti, non passano. Può essere anche la più forte del mondo, non mi frega niente’. Infatti poi sono entrata e ho dato tutto quello che avevo. Dall’1-0 al 2-1 è stata una cosa spettacolare. Penso che sia la partita che mi è rimasta più impressa in tutto il mondiale. Al Mondiale mi sono rivista un po’ più in De Rossi con tutte quelle scivolate che ho fatto, devo essere sincera, infatti ci siamo un po’ scritti”.
Quanto conta per te essere capitano della squadra che tifi?
“Inizialmente, quando la Roma mi chiamò per dirmi che volevano fossi il capitano ero felicissima, però mi sono fatta un sacco di problemi, non sapevo se potevo essere all’altezza di questo ruolo che comunque porta tanta responsabilità. Poi io avevo un carattere abbastanza esplosivo, perciò mi sono detta magari non sono adatta, non sono una persona molto calma, pacata, che ragiona. Con gli anni sono cresciuta, essere capitano della Roma mi ha fatto veramente crescere tanto. Ho scoperto una realtà bellissima, sono felicissima di questo e sicuramente è una grande responsabilità, ma che porto con tranquillità perché accanto ho persone che mi aiutano, mi supportano e fanno uscire il positivo e quello che c’è di buono, quindi sono tranquilla”.