“Il sogno più grande sarebbe conoscere Cristiana Girelli“. A raccontarcelo in un’intervista è stata Eleonora Patriarca, content creator, molto apprezzata sui social, che prosegue: “Lei rappresenta tutto ciò che ho sempre desiderato diventare da bambina. Una calciatrice di talento, carismatica e decisiva nei momenti importanti. Crescendo con la passione per il calcio, ho sempre immaginato cosa potesse significare indossare quella maglia e fare la differenza in campo, proprio come fa lei”.
Eleonora, poi, aggiunge: “Mi piacerebbe moltissimo incontrare anche Valentina Giacinti, Manuela Giugliano ed Elena Linari. Sono giocatrici che seguo con grande attenzione e che mi fanno impazzire per il loro stile di gioco, la grinta e la personalità che mettono in campo. Giacinti è un’attaccante che incarna il senso del gol e la determinazione, Giugliano ha una qualità tecnica straordinaria e una visione di gioco incredibile, mentre Linari è una leader difensiva con un carattere ed una solidità che la rendono un punto di riferimento. Se avessi la possibilità di parlare con loro, vorrei andare oltre ciò che vediamo in campo e scoprire i dettagli meno raccontati del loro percorso”.
A riguardo poi Eleonora, conosciuta come ‘La Tifosa Gobba’, continua: “Mi piacerebbe sapere quando hanno capito di essere pronte per il salto di qualità, quali sono stati i momenti di svolta della loro carriera e cosa le ha spinte a resistere nei periodi più difficili, quando la strada sembrava più in salita. Perché è proprio nelle difficoltà che si misura la grandezza di un’atleta”.
Tra le curiosità da chiedere la 23enne originaria della provincia di Frosinone aggiunge: “Vorrei anche sapere cosa significa, per loro, essere diventate un punto di riferimento per tante bambine che oggi vedono nel calcio non solo una passione, ma anche una possibilità concreta”.
L’avvento sui social è arrivato di pari passo alla laurea in Economia e Gestione Aziendale, oltre quella in dirittura d’arrivo in Management dello Sport: “Proprio parlando di ispirazione e crescita nel mondo dello sport, voglio dare qui un piccolo spoiler. Tra pochissimi giorni lancerò un progetto a cui tengo moltissimo, focalizzato sulle donne nello sport e sulla dual career. Credo fermamente che sia un tema fondamentale e che vada raccontato con ancora più forza. Chissà, magari se ci sarà l’opportunità, sarebbe bellissimo poter collaborare con qualcuna di loro per dare ancora più valore a questo percorso“.
Eleonora, apprezzatissima per i suoi contenuti di calcio sui social, poi sull’album Panini al femminile da poco uscito ci confida: “Ti parlo da ragazza cresciuta collezionando le figurine. Ero una grande appassionata e ricordo perfettamente come, in passato, il calcio femminile fosse rappresentato solo nelle ultime pagine, con qualche foto di squadra delle formazioni dilettantistiche. Non c’erano figurine singole, non c’era lo stesso spazio dedicato agli uomini. Il divario era evidente, quasi a voler sottolineare che il calcio femminile fosse qualcosa di ‘minore’, solo perchè diverso dall’ordinarietà di quegli anni”.
Eleonora giocatrice di a calcio a 5 nei Panthers, squadra dell’Università Europea di Roma, continua: “Vedere un album interamente dedicato alle calciatrici è una soddisfazione enorme e un segnale di cambiamento concreto. Per una bambina che sogna di giocare a calcio, trovare le proprie beniamine tra le figurine non è solo un momento di felicità: è la dimostrazione che il suo sogno è realizzabile. Che rende possibile pensare ‘se ce l’ha fatta lei, posso farcela anche io’. È un messaggio potente che dice ‘ci siamo anche noi’ e che aiuta a normalizzare la presenza del calcio femminile accanto a quello maschile. A mio avviso non si tratta solo di un album, ma di un piccolo grande passo verso una maggiore visibilità, una nuova cultura sportiva e, soprattutto, nuove aspirazioni per le generazioni future”.
Eleonora, tifosa della Juventus, sottolinea la difficoltà sino a qualche anno fa per le giovani di giocare a calcio: “Quando ero piccola, trovare una scuola calcio femminile era quasi impossibile, soprattutto vivendo in un piccolo paese di provincia. Le poche esistenti erano lontane, bisognava percorrere almeno 40-50 km per raggiungerle e, comunque, l’idea che una ragazza volesse giocare a calcio veniva vista con diffidenza. Non era facile, e spesso bastava questo a far mollare tante bambine prima ancora di iniziare”.
La 23enne che vive a Roma, poi, ricorda: “Il mio sogno era quello diventare una calciatrice. Uscivo da scuola e correvo a casa per giocare, immaginando di segnare gol in uno stadio pieno. Il piazzale di casa era il mio campo, il muro la mia porta e mia nonna il mio pubblico, che mi guardava e mi lasciava giocare per ore. Ogni pallone che trovavo, anche se bucato, era un’occasione perfetta per allenarmi. Oggi, guardando indietro, mi rendo conto che quella bambina non ha mai smesso di crederci”.
L’attenzione si sposta poi sulla Nazionale sulla quale Elena ci dice: “Devo ammettere che l’impatto di Soncin è stato sorprendente, sia per efficacia che per rapidità. Il suo arrivo ha portato un cambio di mentalità ed un’identità di gioco più chiara, elementi che hanno permesso alle Azzurre di ritrovare fiducia e compattezza. L’ottima Nations League e la qualificazione agli Europei del 2025 sono la dimostrazione che la squadra ha saputo reagire con carattere, mettendo in campo prestazioni convincenti contro avversarie di livello. Ora, in vista della competizione in Svizzera, l’Italia ha un’opportunità concreta per dimostrare che il ciclo di crescita è realmente iniziato. Non sarà semplice competere con nazionali forti come Spagna, Inghilterra o Germania ma questa squadra ha tutte le carte in regola per essere protagonista e puntare ad un torneo un po’ da outsider”.
In chiusura, poi, sull’Eleonora di oggi ammette: “Non sono diventata una calciatrice professionista è vero, ma ho trovato il mio modo di vivere il calcio. Studio per diventare manager sportivo, racconto questo sport con passione sui social e, finalmente, gioco anche in una squadra: i Panthers, nel calcio a 5. Forse da piccola non ho avuto l’opportunità di crescere con il pallone in un contesto strutturato, ma adesso mi sto prendendo tutte le rivincite che sognavo. Questo a dimostrazione del fatto che, quando una passione è forte, trova sempre la sua strada”.