Otto anni al Como 2000 dove ha vissuto momenti belli e momenti brutti come la retrocessione dalla serie A alal Serie B. Un anno dopo Denise Mazzola, attaccante comasca, ha festeggiato nuovamente il ritorno in massima serie. Massima serie che spera che il Como viva da protagonista. Se in campo Denise di destreggia ottimamente con palla al piede nel tempo libero si dedica alla giocoleria. Nel suo futuro non parla di calcio, a di un percorso personale che ultimamente tanti giovani stanno intraprendendo, il “cammino di Santiago”.
Come ti sei avvicinata al calcio e come mai proprio questo sport?
Quando ero piccola uscivo con mio fratello maggiore e il suo gruppo di amici, ovviamente tutti maschi e io l’unica bambina, eravamo soliti andare al parco di fianco a casa e si giocava a calcio. All’inizio erano un po’ titubanti nel farmi giocare con loro, per i soliti motivi: ero più piccola ed ero una bambina, ma non ci volle molto a fargli cambiare idea. Nonostante l’età e il fatto che fossi una femmina risultai più brava di alcuni di loro. Ma allora non pensavo minimante che avrei potuto praticarlo in una squadra; per me era semplicemente un gioco, finché una mia compagna di classe delle elementari iniziò a giocare in una squadra in zona, la Vallassinese, e mi chiese se volevo provare, e cosi iniziò tutto.
Hai disputato otto (4 Serie A e $ Serie B) campionati con il Como.
Ci racconti il momento più bello e il momento più brutto?
Sono praticamente cresciuta nella Como 2000 ci sono state compagne di squadra (alcune hanno smesso altre ci sono tutt’ora) che sono diventate dei punti di riferimento ed esempi da seguire. Mi hanno dato molto in questi anni, e ho sempre cercato di prendere quello che per me era il ” meglio” cercando di farlo un pò mio.
Ne ho passati molti di momenti belli alla Como 2000, tra cui, la vittoria dei play out contro il Valpolicella è uno di quelli. Ma non mi era mai capitato di vincere una promozione in serie A in prima persona e questo è di sicuro uno tra i più belli. Di momenti brutti, in particolare, non me ne vengono in mente onestamente. Di certo la stagione in cui siamo retrocesse è stato forse uno dei momenti più pesanti e assolutamente meno belli che ho vissuto in questo anni alla Como 2000.
Quest’anno hai messo a segno 11 reti.
Ci fai il podio delle tre reti più belle partendo dal terzo posto?
Al 3 contro le Azalee all’andata: un tiro di sinistro. Così non mi uscirà mai più.
Al secondo il goal contro il Milan alla partita di ritorno.
Al primo direi il goal dell’ultima di campionato contro l’Azalee
Avete vinto meritatamente il vostro girone e siete tornate in massima serie dopo un anno di purgatorio.
Dopo un inizio esaltate, nelle ultime gare vi siete un po’ perse. Avete mai pensato di aver buttato tutto all’aria e di vedere la promozione sfumare?
Nelle ultime partite abbiamo rischiato, effettivamente ci siamo rese conto che basta veramente poco per buttare all’aria quello che abbiamo costruito durante tutto una stagione, ma abbiamo sempre detto l’ultima. Anche quando sembrava che stavamo per mollare, ci abbiamo creduto fino alla fine dando il massimo.
Dai un voto alla tua stagione e a quella del Como.
Il voto che mi do per questa stagione e’ un 7. I due infortuni durante la stagione non mi hanno permesso di dare il massimo come avrei voluto. Il Como si merita un 10 per come abbiamo saputo reagire alla retrocessione. Nonostante i pronostici per questo campionato non erano molto a nostro favore siamo restate in vetta per tutta la stagione.
Che Como vedremo nella prossima stagione?
Un Como che vorrà dimostrare di essere all’altezza della promozione in seria A. Con ancora tanta voglia di riscatto e di meritarsi un posto tra le squadre della massima serie.
Chi è Denise Mazzola quando non indossa i tacchetti?
Denise senza tacchetti è una ragazza con hobbie differenti. Uno tra questi è la giocoleria, nella quale mi piace dilettarmi nel mio tempo libero. Tra le altre cose mi piacerebbe intraprendere, un domani, il “cammino di Santiago”. È uno dei sogno che vorrei realizzare.
La settimana scorsa si è disputata la Finale di Champions League tra Lione e Wolfsburg. Hai assistito alla partita?
Purtroppo non ho potuto assistere alla finale di Champions per motivi di lavoro. Posso solo immaginare l’emozione…
Pensi che questo evento tenutosi in Italia possa essere un’ulteriore input per il movimento rosa?
Spero che questo evento abbia dato giusta visibilità’ a una realtà che, purtroppo, qui in Italia deve fare ancora molti passi in avanti. Bisogna cercare di attirare quanta più attenzione possibile a questo movimento, e il fatto che un evento del genere si sia svolto in Italia sicuramente può aver dato un input sulle differenti realtà che si vivono tra il calcio femminile Italia e quello all’estero.