9 anni e 3 mesi, più di 3200 giorni di sacrificio, passione, gambe e polmoni, a favore o controvento, ma sempre e costantemente a forza 11.
Domenica scorsa, nel match di campionato contro il Pordenone, Margherita Zanon – per tutti MZ11, un riconoscimento oltre che un tag – ha tagliato il prestigioso traguardo delle 200 presenze in partite ufficiali in carriera, tutte tra Serie A e B, in un percorso sportivo che l’ha portata a vestire le divise di Vicenza, Padova, Chiasiellis e Vittorio Veneto. Con la maglia rossoblu impressa sulla pelle, dall’estate 2014, è scesa in campo in 66 occasioni, mettendo a segno 25 reti e contribuendo da assoluta protagonista a scrivere le più belle pagine della storia sportiva di casa Permac.
Che fosse una predestinata, una giocatrice in grado di meritare i palcoscenici e le opportunità a lei offerte, lo si evince sin dall’esordio in terra berica, appunto 9 anni or sono: tripletta alla prima assoluta in Coppa Italia contro la Carianese, marcatura anche nella première in campionato contro il Verona.
E dopo la soddisfazione di difendere i colori della propria città natale prima e di assaggiare la Massima Serie in terra friulana poi, ecco il colpo di fulmine con la Mafalda e l’inizio di un nuovo, entusiasmante capitolo in quella che lei definisce la sua seconda famiglia e a cui è pronta a giurare eterno amore.
Dopo tanto tempo e tante sfide sul campo, cosa ricordi delle prime emozioni e dei tuoi primissimi gol ad inizio carriera?
Tante sono le emozioni ripensando agli esordi tra Vicenza e Padova, in quei momenti ho preso consapevolezza del fatto che potevo provare a dire la mia in questo sport e a costruire con sempre maggior impegno un percorso soddisfacente. Vicenza è stato il primo assaggio, a Padova ho avuto la grande possibilità di giocare per la squadra della mia città conquistando anche una promozione, mentre a Chiasiellis mi sono tuffata con grande voglia ed entusiasmo nelle dinamiche di un campionato di Serie A, prima di arrivare a Vittorio Veneto e di entrare nella mia, bellissima seconda famiglia.
Qual è la partita più bella che hai giocato sinora, a tuo giudizio, e quale il momento sportivo che in assoluto ti è rimasto più nel cuore?
Il match del cuore a livello personale credo sia quello disputato con il Chiasiellis sul campo del Verona in A, partita in cui abbiamo tenuto bene il campo nel corso di tutto l’incontro e nella quale ho segnato al 93′ il gol decisivo, oltretutto la mia prima rete in Serie A. Ma il momento sportivo che mi porto e mi porterò per sempre nel cuore è la promozione in Massima Serie conquistata con la maglia del Vittorio Veneto, un’emozione grandissima e una soddisfazione immensa, non solo a livello personale ma per tutto un gruppo davvero unico.
Qual è il tuo pensiero su queste prime 66 partite, in 4 stagioni, disputate con la maglia del Permac?
A Vittorio Veneto ho trovato assolutamente una vera famiglia, oltre che una società seria ed ambiziosa. Mi sono sentita perfettamente a mio agio da subito e spero di poter restare qui più a lungo possibile. Anzi, vorrei restare qui per sempre, finché potrò continuare a giocare! Di sicuro rifarei cento, mille volte la scelta che ho fatto in quell’estate di oltre 3 anni fa.
Come ti vedi allora nel tuo futuro in campo, magari tra altre 200 partite ufficiali?
Magari! Sarà molto difficile poter giocare ancora così tempo, perché a mano a mano gli impegni extrasportivi tenderanno a prendere il sopravvento. Ma se potessi ne giocherei ancora più di 200 e sempre e solo con la maglia rossoblu del Permac Vittorio Veneto.
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