Se non c’è campionato, non vuol dire che tutto il resto si fermi, anzi. Grazie alle due settimane di stop, causa Nazionali, tutte le squadre di serie A e B di calcio femminile ne stanno approfittando per rivedere moduli, schemi e tatticismi. In vista della ripresa, l’ultimo weekend di ottobre, in casa del Grifone Gialloverde si ripassa il nuovo modulo.
Cristiana Mosca, difensore centrale classe ’94 ci ha raccontato questo inizio spumeggiante di campionato che in casa Grifone neanche i più ottimisti si sarebbero aspettati:
«Veniamo da due vittorie consecutive contro il Trani e la Roma XIV Decimoquarto e non posso non giudicare questo inizio positivo. Erano di sicuro due squadre alla nostra portata ma essendo noi una neopromossa, sinceramente, nessuno di noi si aspettava di partire così bene…».
Come state impiegando questi giorni di pausa?
«Non è una pausa vera e propria. Ci continuiamo ad allenare e paradossalmente stiamo anche spingendo parecchio fisicamente, cercando di fare fiato e lavorando sulla resistenza. Abbiamo cambiato completamente modulo rispetto alla scorsa stagione, ora giochiamo con il 3-5-2 e anche se molte di noi venendo dalla B, già lo conoscevano, altre ragazze no. Dobbiamo migliorare ancora molto e affronteremo squadre toste quindi il lavoro è fondamentale e tutto sommato questi giorni di fermo sono stati utili».
Il Grifone Gialloverde è un po’ la sorpresa per ora: una neopromossa a punteggio pieno dopo due gare…
«Assolutamente si, non ce l’aspettavamo neanche noi. Giocare contro squadre nuove, che non conosci, ma che magari fanno la serie B già da parecchi anni, non è semplice. Devo dire che noi stiamo rispondendo comunque alla grande: durante la settimana lavoriamo e sul campo riusciamo a dare il massimo, forse perché non abbiamo nulla da perdere. Quei sei punti sono una meravigliosa certezza».
Domenica 30 ottobre si torna in campo nella casalinga contro il Napoli, sensazioni?
«E’ una gara che stiamo preparando da giorni ma più che sugli avversari, sul nostro modo di giocare. Sono rimasta impressionata dalla grinta e tenacia delle ragazze più piccole di 15, 16 anni: Santacroce, Tumbarello, Tata. Lavorano costantemente e stanno facendo grandi cose ma non devono montarsi la testa».
Già veterana a soli ventidue anni?
«Mi sento più grande di loro e forse si, anche un po’ veterana. Si fanno tanti sacrifici per questo sport e vedere ragazze così giovani crescere ed essere già molto brave, è ancora più stimolante per noi “grandi”. Siamo tutte spronate a dare il nostro massimo».